alessandro benetton ponte morandi crollo genova

DUE PESI E CENTO MISURE – “LA VERITÀ” GIRA IL DITINO NELLA PIAGA DELLA DECISIONE DEL GOVERNO DI REVOCARE LA CONCESSIONE DELLA STRADA DEI PARCHI AL GRUPPO TOTO MENTRE AI BENETTON NON È STATO TORTO UN CAPELLO: “IN UN BATTER D'OCCHIO IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA PASSATO LA CONCESSIONE DAI TOTO ALL'ANAS, AI BENETTON NON SOLO NON È STATA TOLTA LA CONCESSIONE COME ANNUNCIATO, MA GLI ABBIAMO ANCHE DATO UNA DECINA DI MILIARDI UN PO' PER RIACQUISTARE LE QUOTE, UN PO' LASCIANDOGLI RISCUOTERE TRANQUILLAMENTE I PEDAGGI E POI DANDOGLI ANCHE UN MILIARDINO DI EURO PER RISARCIRLI AL DI LÀ DI OGNI REGOLA…”

Paolo Del Debbio per “La Verità”

 

carlo toto

Ci sono delle coincidenze che, purtroppo per chi le subisce, fanno vedere la disparità di trattamento che chi ci governa, a seconda delle convenienze, adopera nei confronti dei diversi soggetti. Due giorni fa, mentre iniziava il maxi processo ai Benetton per quel troiaio che avevano combinato e che aveva portato alla tragedia del Ponte Morandi, e mentre il governo arranca per trovare una giustificazione al maxi ristoro, al di fuori di ogni regola, che è stato concesso ai Benetton stessi - come se i 43 morti del Ponte Morandi non fossero esistiti - ebbene, il governo revoca la concessione detenuta dal gruppo Toto, cioè l'Autostrada dei parchi, la A24 e la A25, che collega Roma a Teramo passando per l'Aquila, e come giustificazione la presidenza del Consiglio scrive qualcosa che noi ci saremmo vergognati di scrivere anche nella sceneggiatura di un film sul malaffare: «La revoca fa seguito alla mancata definizione del piano economico finanziario e alla contestazione di gravi inadempimenti mossa al concessionario da parte del governo».

VIADOTTO USURATO STRADA DEI PARCHI

 

La gestione passa all'Anas, così possiamo dormire sonni tranquilli, e il blocco della concessione, detto chiaro, riguarda le difficoltà da parte del gruppo di far fronte alle esigenze di manutenzione del tratto in questione. Cioè, a uso di noi poveri cittadini mortali e nel caso di chi scrive dotati di una intelligenza media, nel giorno in cui comincia il processo a un gruppo che è responsabile di gravissime inadempienze manutentive del Ponte Morandi e del quale gruppo il governo Conte, unitamente all'indimenticabile ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che abbandonò i toninelli, per usare insieme a Giuseppi, i toninoni e annunciando che dei Benetton in Italia non si sarebbe neanche più vista l'ombra, né quella di giorno causata dal sole, né quella di notte nelle nottate di luna piena nelle quali alcuni lupi concessionari di concessioni si aggirano sulle autostrade in cerca delle loro prede preferite ai caselli autostradali: i poveri utenti viaggiatori ai quali come vampiri succhiano il sangue dei pedaggi aumentandone la dose di anno in anno.

CARLO TOTO

 

E meno male che gli doveva essere revocata la concessone alla famiglia Benetton invece, mentre in un batter d'occhio il Consiglio dei ministri ha passato la concessione dai Toto all'Anas, ai Benetton non solo non è stata tolta la concessione come annunciato coi predetti toninoni, ma gli abbiamo anche dato una decina di miliardi un po' per riacquistare le quote, un po' lasciandogli riscuotere tranquillamente i pedaggi e poi dandogli anche un miliardino di euro - mica male - per risarcirli al di là di ogni regola.

 

Il problema è stato sollevato in Parlamento ma, prima ancora, ad aprile scorso da La Verità per tre giorni di seguito. Ricordiamo ai lettori che la soglia minima prevista dal decreto Ristori era di una perdita del fatturato del 33%, ebbene, i Benetton hanno perso nel 2020 il 26,2% e nel 2021 il 7,4%. Nonostante questo, il mirabile governo ha deciso di ristorare i Benetton integralmente.

 

alessandro benetton

Dunque la sequenza horror - Alfred Hitchcock al confronto di questi è uno scrittore di sceneggiature rosa - è la seguente: mancata volontaria manutenzione di un ponte del quale si conoscevano le fragilità e i rischi cui erano sottoposte le sue strutture - basta riascoltare o rileggersi le intercettazioni tra i dirigenti del gruppo che sostanzialmente erano coscienti della situazione, ma l'azienda preferì ridurre gi investimenti a favore di maggiori utili - crollo del Ponte Morandi con 43 vittime e problemi enormi alla viabilità e alla vita della città di Genova e della Liguria in generale, nessuna revoca della concessione ai Benetton, elargizione di denaro pubblico alla famiglia stessa con grande benevolenza e magnanimità. Vedete nella parola magnanimità le prime due sillabe formano la terza persona indicativa del verbo magnare: magna, da cui il modo di dire «è tutto un magna magna».

 

crollo ponte morandi

Dunque, quando ci fu da revocare la concessione ai Benetton si disse che si sarebbe fatto, ma poi nulla si fece portando ogni volta una motivazione diversa: difficoltà procedurali, impedimenti legali, questioni giuridiche complesse, e via cantando. Ora ci facciamo una domanda: come si saranno sentiti quelli che sono tutt' ora al governo e che hanno approvato la revoca delle concessioni a Toto non avendo fatto nulla nel caso dei Benetton? Alcuni ministri hanno esultato ribadendo che così si riequilibra il rapporto tra Stato e privati, tra Stato e mercato.

 

soccorsi dopo il crollo del ponte morandi

Ma perché solo per i Toto? Forse i Benetton sono più belli? Più gentili? Forse qualcuno pensa, nell'ignoranza generale, che dato il loro cognome siano un gruppo multinazionale estero in quanto non hanno la vocale finale e quindi siano degni di maggiore rispetto? Forse che i Benetton dalle parti di Roma hanno più amici della famiglia Toto? Secondo voi se il processo Benetton decretasse responsabilità penali che riguardano la dirigenza e la proprietà del gruppo tutti questi miliardi, o anche solo quelli dei ristori, tornerebbero indietro o torneranno indietro?

 

alessando benetton

Contiamo di campare a sufficienza per occuparci della materia ma, senza essere il mago Otelma, abbiamo già una risposta piuttosto precisa e secca in testa e la secchezza non dipende dalla tragedia della siccità ma da un po' di conoscenza di come vanno le cose in Italia dove le serie A, B, C e Z non ci sono solo nel calcio ma anche in chi ha rapporti col governo. Chi scrive non sa nulla della famiglia Toto, né conosce alcuno dei loro appartenenti o manager, ma la disparità di trattamento se uno in questo caso non la vede ha bisogno di una visita oculistica molto urgente.

STRADA DEI PARCHI 2il crollo del ponte morandi elicoidale ponte morandielicoidale ponte morandiSTRADA DEI PARCHISTRADA DEI PARCHI 1CARLO TOTO

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...