mikis theodorakis sirtaki zorba il greco

ERAVAMO TUTTI GRECI, ASCOLTANDO LA MUSICA DI MIKIS THEODORAKIS: QUEL SUO SIRTAKI RESTA UN SIMBOLO DI LIBERTÀ - LA DANZA DI ZORBA VENNE PROIBITA DAI COLONNELLI, THEODORAKIS ARRESTATO E DEPORTATO, GLI SPARTITI SEQUESTRATI AL COMPOSITORE VENNERO USATI COME CARTA DA TOILETTE. NEL 2015 IL SUO APPELLO CONTRO IL «TRADIMENTO» DI TSIPRAS PER L'ACCORDO CON LA TROIKA, FMI-UE. NEL 2018 ERA ANCORA IN PIAZZA AD ATENE - VIDEO

 

Cesare Martinetti per “La Stampa”

 

MIKIS THEODORAKIS 55

Eravamo tutti greci, ascoltando la musica di Mikis Theodorakis, si ballava il sirtaki nelle sere d'estate, sapeva d'aria di mare ma più di tutto sapeva di libertà. È stata la colonna sonora di un sentimento che esorcizzava la paura di una «soluzione greca», vagheggiata dai fascisti italiani. È stato come partecipare a un'epopea resistenziale vissuta come un transfer emotivo per quel paese meraviglioso che a tutti aveva insegnato qualcosa.

 

ZORBA IL GRECO

In Italia, nessun colonnello al potere, ma un certo fremere di sciabole, un golpe abortito e il peso opprimente della strategia della tensione rendevano l'incubo se non possibile, realistico. Gli scontri nelle piazze si susseguivano, l'uccisione a Roma dello studente Mikis Mantakas (figlio di resistenti greci ma militante dell'Msi) nel febbraio 1975, ne fu la vicenda emblematica.

 

Al nome e all'inconfondibile musica di Mikis Theodorakis, morto ieri ad Atene a 96 anni, è rimasta perennemente associata l'ebbrezza di quegli anni, come un ultimo mito, che riscattava il resto della sua parabola esistenziale e politica costellato di un caotico e contraddittorio inseguirsi di prese di posizione che hanno avuto però un baricentro, l'unità dei greci, anzi la «grecità», come l'ha chiamata il suo biografo Guy Wagner.

mikis theodorakis 18

 

Era nato il 29 luglio 1925 nell'isola greca di Chio, Egeo orientale, a uno sguardo dalla Turchia. Giovanissimo militante comunista nella resistenza, prima e dopo la fine della seconda guerra mondiale, durante la guerra civile, imprigionato e torturato, nel 1950 si diploma ad Atene, va a Creta e fonda la sua prima orchestra. Ma grazie a una borsa di studio arriva a Parigi, capitale di tutti i sogni.

 

Al conservatorio segue i corsi Eugène Bigot e Olivier Messiaen e diventa rapidamente un compositore classico apprezzato. Ma è allora che scopre la musica popolare greca e la militanza politica comunista diventa la molla per una scelta artistica che sarà la sua vita. Scrive il biografo Wagner che non voleva comporre per un pubblico borghese: «non voglio fare musica per quelli là». E s' è messo a comporre canzoni sui cicli di poemi anche classici.

 

MIKIS THEODORAKIS 19

Negli Anni 60 arriva la notorietà, mondiale. Prima firma la musica di Fedra con Melina Mercouri. Poi, nel 1964, la colona sonora di Zorba il greco, film di Michael Cacoyannis con Anthony Quinn come protagonista nel ruolo di un operaio macedone giramondo che negli Anni 30 incontra lo scrittore Nikos Kazantzakis (autore del romanzo da cui è tratto il film) e gli insegna la vita.

 

È una di quelle circostanze in cui musica, immagini, le storie narrate, l'interpretazione degli attori, il soffio del mare sulla costa di Creta si incrociano magicamente. Theodorakis inventa il «Sirtaki» una danza popolare che non esisteva e sarà il timbro di quegli anni, un simbolo politico contro la feroce dittatura dei colonnelli che schiaccerà la Grecia tra il '67 e il '74.

 

mikis theodorakis

La danza di Zorba viene proibita, Theodorakis arrestato e deportato, nell'isola di Makronissos gli spartiti sequestrati al compositore vengono gettati al vento dai secondini e i deportati li usano come carta da toilette. Nel 1969, con le sue musiche e tratto da romanzo di Vassili Vassilikos, il film di Costa-Gavras Zeta l'orgia del potere vince l'Oscar per il migliore film straniero e il premio della Giuria di Cannes. I greci potranno vederlo solo a dittatura deposta, scoprendo così la storia del deputato Grigori Lambrakis, assassinato dai fascisti e a cui Theodorakis aveva dedicato il suo movimento politico clandestino.

ZORBA IL GRECO 4

 

 Nel 1970 viene liberato grazie a una mobilitazione internazionale. Firmano per lui Dmitri Shostakovich, Leonard Bernstein, Arthur Miller, Harry Belafonte. A Parigi dà vita a un Consiglio nazionale della Resistenza per la libertà della Grecia. Incontra il poeta cileno Pablo Neruda, mette in musica il suo Canto General, un poema epico pubblicato anni prima in Messico che diventa un inno contro le dittature e che porta in una tournée mondiale.

 

iva zanicchi mikis theodorakis iva zanicchi caro theodorakis

 E a dittatura caduta, nel 1974, verrà replicato ad Atene come un «oratorio»democratico. Feroci polemiche hanno suscitato altri momenti della sua vita. L'appoggio ai governi conservatori di Karamanlis dopo la dittatura, e Mitsotakis negli Anni 90; alla Serbia di Milosevic; la denuncia della finanza americana ed ebraica nella crisi mondiale post 2008 nella quale è sprofondata la Grecia. Nel 2015 il suo appello contro il «tradimento» del primo ministro Alexis Tsipras per l'accordo con la troika, Fmi-Ue. Nel 2018 era ancora in piazza ad Atene, in sedia a rotelle. La sua musica e la sua presenza fisica hanno coperto un angolo di storia e la curva di un secolo. «Era l'ultimo leone greco», ha detto ieri la cantante Angelica Ionatos. Comunque la si pensi, Zorba ha danzato anche per noi. -

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?