drive in palocco 19

FINE DI UN’ERA: LO STREAMING UCCIDE ANCHE IL CINEMA ALL’APERTO. A ROMA DEMOLITO LO STORICO INGRESSO DEL DRIVE-IN PIÙ GRANDE D'EUROPA A CASAL PALOCCO. COSTI TROPPO ALTI E POCHI SPETTATORI. A DIRLA TUTTA, I DRIVE-IN HANNO DAVVERO FUNZIONATO SOLO IN AMERICA (ECCO I MOTIVI). IN ITALIA I CINEMA ALL’APERTO SONO STATI ALCOVE DI STRANI AMORI, INIZI DI SERATE GOLIARDICHE, NON CERTO UN LUOGO PER APPASSIONATI…

Boris Sollazzo per leggo.it

 

drive in palocco 5

Il Drive-In di Casal Palocco è l’emblema di un quartiere che è cinema puro. Non solo grazie a Dario Argento che lo ha reso luogo cinematografico iconico con Tenebre ma anche perché quella forma, urbanistica, estetica da suburbs americani non li trovi da nessun altra parte nella Capitale e forse in tutta Italia. E solo lì poteva sorgere il Drive-In più grande d’Europa, con l’essenziale insegna “Cinema in Auto” a Piazza Fonte degli Acilii. Perché quelle vie le abbiamo viste anche in tanti film americani, tanto che se Palocco avesse targhe del New Jersey noi non ci stupiremmo.

 

Vogliamo fa’ l’americani, ce lo diceva anche Carosone, da sempre. Il dopoguerra a stelle e strisce ha colonizzato il nostro immaginario, partendo proprio dal cinema. E quando abbiamo cominciato a vederli nel retro dei loro pick-up, sdraiati a guardare un film o quando romantici e timidi primi appuntamenti venivano messi in scena in molte pellicole proprio in quei prati e davanti a quegli schermi giganti, noi non riuscivamo a non desiderare qualcosa del genere.

 

 

 

drive in palocco 5

E così il 29 agosto 1957 tra Axa e Casal Palocco, a ridosso della Colombo, costruito da Galdieri (allievo di Nervi, quello dello Stadio Flaminio) prende corpo il primo drive-in in Italia, il più grande d’Europa – 60.000 metri quadri, che venivano divisi tra macchine e motociclisti a cui veniva riservata una sdraio -, il Metro Drive In a Piazza Fonte degli Acilii.

 

 

 

Un successo, anche se mai comparabile a quello americano che negli stessi anni arriverà a 4000 di queste strutture (ora anche nella terra dell’abbondanza sono meno di 400) e che vedrà un declino ancora più repentino che dall’altra parte dell’Atlantico.

 

Perché i drive-in, siamo sinceri hanno davvero funzionato solo in America, per motivi piuttosto banali: l’ossessione per lo spostamento su gomma, l’uso massivo di piccoli autocarri con cassone (i pick-up appunto) che erano piuttosto comodi per i puristi del cinema, il costo limitato fino agli anni ’80 di terreni, strutture e spese accessorie (poi, invece, la bolla immobiliare ne rese molti edificabili e le imprese familiari che erano alla base di queste iniziative monetizzarono l’investimento).

 

drive in palocco 5

Noi, drogati di utilitarie, ci condannavamo a vedere film attraverso vetri mai troppo puliti e con un improbabile e complicato aggeggio a forma di telefono per l’audio (ora va meglio, nelle strutture moderne, benedetto bluetooth). I drive-in erano alcove di strani amori, primi appuntamenti affascinanti, l’inizio di una serata goliardica, non certo un luogo per appassionati. Era la bandiera di un cinema non elitario ma di massa, che era centrale nell’intrattenimento collettivo, era popolare e alla buona. In tutto il mondo comincia a spopolarsi, il sistema dei cinema all’aperto con auto al seguito, quando i prodotti diventano più tecnicamente sofisticati e inevitabilmente la differenza tra una proiezione di qualità e quella su quell’immenso schermo di cemento di 540 metri quadri diventa insostenibile anche a occhi e orecchie poco allenate.

 

 

 

Ma che ci fossero quegli enormi spazi dedicati alla Settima Arte, lì come sulla Domiziana in Campania e in molte altri regioni, era un sintomo di benessere del cinema, di un paese che sentiva il bisogno di osare e divertirsi, della voglia sfrontata di una società di esibire una grandeur con infrastrutture ambiziose per spazi, architettura e destinazione d’uso.

 

 

 

Ora quel sogno viene spezzato via, dopo decenni di disuso, un tentativo di rilancio nel 1997 e quella bellissima due giorni di settembre (11 e 12 del 2015) in cui i ragazzi del Cinema America d’accordo con i proprietari lo resuscitarono (ripulendo l’area e riattrezzandola) per due giorni di proiezioni di Grease, forse il film che ha portato i drive-in negli occhi di tutto il mondo.

 

 

drive in palocco 19

 

L’anno scorso tutti scommettevano sul suo rilancio. Pandemia e lockdown per qualche settimana avevano convinto musica e cinema a puntare di nuovo su questa modalità di visione e fruizione degli eventi, cinematografici e musicali. Ciotoli del Cineland lo ha messo in atto in Via Romagnoli, un paio di concerti con macchine in giro per il mondo si sono visti. Ma i costi erano troppo alti e il cinema non aveva più il numero di spettatori di un tempo e tanto meno post Covid. E anche lì, tutto è rimasto un sogno, una speranza di ritorno al passato per mettere un piede nel futuro.

 

 

 

E invece no, questo maledetto virus ha ucciso anche quella possibilità. E di drive-in è rimasto solo il vaccino a Valmontone o i tamponi di Santa Maria della Pietà per chi è romano. Al massimo possiamo farci servire in macchina da un fast-food. Niente di più.

 

 

 

Si spegne un altro sogno con l’abbattimento anche fisico di quel monumento moderno a un’arte insieme popolare e alta. Ora tra streaming e smartphone i film possiamo vederli in pochi centimetri. E forse per questo non abbiamo più il coraggio e l’incoscienza di pensare in grande.

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"