dj fabo

FINE VITA MAI – TRA POCHE ORE LA CONSULTA DECIDE SUL REATO DI AIUTO AL SUICIDIO. I GIUDICI SONO CHIAMATI A PRONUNCIARSI SULLA QUESTIONE DI LEGITTIMITÀ SOLLEVATA DALLA CORTE D’ASSISE DI MILANO NELL’AMBITO DEL PROCESSO A MARCO CAPPATO, IMPUTATO PER AVER ACCOMPAGNATO DJ FABO NELLA CLINICA SVIZZERA DOVE È MORTO NEL 2017 – L’ESPONENTE RADICALE: “RIFAREI TUTTO”

Giovanni Bianconi per il “Corriere della sera”

 

dj fabo

«Qui non c'entra l' eutanasia, né il diritto al suicidio o di morire; si tratta di stabilire se possa essere reato aiutare chi decide di congedarsi da una vita che non ritiene più dignitosa per se stesso. Nessuno evoca nuovi diritti, ma solo la tutela di diritti già esistenti», spiega l' avvocato Vittorio Manes, difensore dell' esponente radicale Marco Cappato, imputato di «aiuto al suicidio» per aver accompagnato Dj Fabo - al secolo Fabiano Antoniani, tetraplegico e cieco dal 2014 - nella clinica svizzera dove è morto nel 2017.

 

«L' incostituzionalità della norma che parifica l' aiuto all' istigazione al suicidio, in determinate e precise situazioni che voi stessi avete individuato, è stata già accertata ma non ancora dichiarata. È giunto il momento di farlo», gli fa eco la collega Filomena Gallo.

DJ FABO CON LA FIDANZATA VALERIA

«Bisogna fare attenzione, perché l' incostituzionalità è stata solo prospettata, e questa stessa Corte ha già precisato che su una questione tanto complessa e delicata, densa di implicazioni etico-sociali, è necessario l' intervento del Parlamento. Perché ci sono molti aspetti da regolare, oltre che diritti da proteggere», ribatte l' avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri.

 

Chi si aspettava che chiedesse un ulteriore rinvio della decisione (dopo l' anno di tempo concesso e trascorso inutilmente) è rimasto deluso. Tuttavia la rappresentante del governo invita i giudici ad attingere alle audizioni di esperti svoltesi nei mesi scorsi alla Camera, come al parere del Comitato nazionale di bioetica: «Poi sarete voi, nella vostra saggezza, a scegliere la giusta soluzione».

DJ FABO

 

Nell' aula al secondo piano del palazzo della Consulta si snoda rapidamente la discussione tra chi chiede la riscrittura di un pezzo dell' articolo 580 del codice penale e chi, invece, invita a lasciarlo così com' è perché i giudici di merito hanno già gli strumenti per decidere al meglio, caso per caso, tra punibilità e non punibilità. La differenza di opinioni tra le due parti emerge chiara e netta, ma tra le diverse posizioni sono i giudici della Corte costituzionale a prendere tempo per decidere. La camera di consiglio, cominciata ieri a fine mattinata, si protrae fino a sera e viene rinviata ad oggi. Segno che prima di arrivare a una decisione si vogliono analizzare e approfondire tutti gli aspetti della questione.

 

DJ FABO

Oltre al destino di un imputato, sono in ballo questioni di principio che hanno a che fare con la vita e la morte, l' autodeterminazione delle persone e la protezione dei soggetti più deboli, e tanti altri temi sui quali si confrontano (e scontrano) sensibilità diverse. Con aspre polemiche dietro l' angolo, soprattutto dopo l' intervento della Chiesa cattolica che per bocca del presidente della Conferenza episcopale italiana ha messo in guardia dall' aprire varchi legali al suicidio assistito.

 

Con l' ordinanza che undici mesi fa aveva lasciato la parola al Parlamento per una riforma mai messa all' ordine del giorno, la Corte ha già fissato alcuni principi che saranno la base della decisione prevista per oggi. A cominciare dall' impossibilità di depenalizzare tout court l' aiuto al suicidio. Con l' aggiunta, però, che in presenza di quattro precise condizioni (un malato terminale affetto da patologia irreversibile, che sia fonte di sofferenze fisiche e psichiche per lui «assolutamente intollerabili», tenuto in vita solo da macchine o medicinali, ma capace di prendere decisioni libere e consapevoli) la punibilità di chi lo aiuta a morire può rivelarsi ingiusta e irragionevole.

 

marco cappato 2

«Quella parte è incompatibile con la Costituzione», ha ribadito ieri il giudice Franco Modugno, relatore della causa. Si tratta di capire se bisogna riscrivere l' articolo del codice con una sentenza «manipolativa», come suggerito dai difensori di Cappato, oppure «additiva», o «interpretativa di rigetto», oppure imboccare altre strade che consentano di conciliare i diversi interessi in gioco, tutti costituzionalmente garantiti. In attesa dell' intervento del Parlamento, rimasto finora inerte.

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