fabrizio centofanti luca palamara paolo ielo giuseppe pignatone

GIUSTIZIA È SFATTA! – LE DICHIARAZIONI DI CENTOFANTI SUL PRESUNTO COMPLOTTONE AI DANNI DI IELO E PIGNATONE FANNO ACQUA: FU PIGNATONE AD AFFIDARE L’INDAGINE SULL’IMPRENDITORE A STEFANO FAVA – PALAMARA INTANTO GODE: DOPO AVER AGGIUSTATO LA MIRA INCASSA IL RITIRO DELLA QUERELA DI IELO, CHE HA RITIRATO LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE CONTRO DI LUI E ANCHE LA DENUNCIA PENALE…

Giacomo Amadori per “La Verità”

 

luca palamara al csm 1

Giornata di fuochi d' artificio ieri all' udienza preliminare di Perugia nel filone sulla fuga di notizie relativa all' esposto dell' ex pm Stefano Fava contro l' ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone.

 

In questo procedimento il convitato di pietra è l' aggiunto capitolino Paolo Ielo che non si sta perdendo una sola udienza e che si è costituito parte civile contro i coimputati Luca Palamara e Fava, accusati dalla Procura di Perugia di aver ordito una sorta di complotto mediatico per screditare Ielo e Pignatone.

 

Palamara ha alleggerito la sua posizione aggiustando la mira su alcune affermazioni riportate nel libro Il Sistema e riguardanti proprio Ielo. Dopo aver puntualizzato di non aver «mai voluto mettere in discussione la professionalità di Ielo» e aver precisato che questi mai gli aveva chiesto sostegno per la sua nomina, ha portato a casa un ottimo risultato: l' aggiunto ha ritirato la costituzione di parte civile contro di lui e ha annunciato anche il ritiro della denuncia penale presentata a Padova.

 

fabrizio centofanti

Dopo otto ore e mezzo di dibattito Palamara ha reso una ventina di minuti di spontanee dichiarazioni. E visto che il pm Mario Formisano aveva chiesto a Fava perché questi non si fosse astenuto dal fascicolo su Fabrizio Centofanti, lobbista coimputato del suo amico Palamara, l' ex presidente dell' Anm ha ripreso «il tema della frequentazione con Centofanti» e ha puntualizzato che questa «crea problemi tanto a Roma quanto a Perugia».

 

Il motivo? Centofanti aveva rapporti con i vecchi capi delle due procure, Pignatone e Luigi De Ficchy. «Il mio interlocutore sul tema della mia frequentazione con Centofanti» ha specificato Palamara «era il dottor Pignatone» ovvero «la persona che con me frequentava Centofanti». E perché ne ha parlato con lui? «Non per violare regole o segreti d' ufficio, ma per orientare e stabilire come dovesse essere svolto il mio rapporto di frequentazione con Centofanti. Stesso discorso fu affrontato nei medesimi termini con De Ficchy».

ielo pignatone

 

Ieri è stato anche torchiato per quasi otto ore Fava, il pm che ha fatto arrestare il faccendiere Piero Amara e Centofanti. Amara è il presunto «pentito» che con le sue dichiarazioni a puntate, ha mandato in corto circuito le due Procure più importanti d' Italia, quelle di Milano e Roma.

 

Ma dopo il suo arresto a Potenza, per l' ennesima accusa di corruzione non confessata, i riflettori sono passati su un altro presunto testimone chiave, Centofanti appunto, considerato il corruttore di Palamara a colpi di cene al ristorante.

 

Nelle sue spontanee dichiarazioni Centofanti, dopo aver fatto i conti a braccio delle spese per quelle crapule, ha tirato in ballo anche Fava, che la Procura di Perugia da due anni sta cercando di incastrare con l' accusa di rivelazione di segreto, accesso abusivo e abuso d' ufficio.

piero amara 7

 

Per gli inquirenti l' ex pm, come detto, insieme con Palamara, avrebbe messo in atto un' attività di dossieraggio ai danni di Pignatone e di Ielo, colpevoli di non avergli fatto arrestare Amara. E allora ecco il soccorso ai pm del lobbista.

 

Che ha affermato: «Palamara mi diceva che io ero stato coinvolto nelle indagini in quanto Fava si era messo in testa di voler colpire il procuratore Pignatone e che io ero una delle due strade per raggiungere il suo scopo».

 

luca palamara giuseppe cascini

Ma secondo gli avvocati di Fava, Luigi Panella e Luigi Castaldi, «la circostanza è falsa nella sua oggettività documentale». Infatti a mettere sotto inchiesta Centofanti all' inizio non sarebbe stato Fava, bensì un buon numero di altri magistrati. Che i legali elencano. Nell' estate del 2016 il lobbista venne indagato per corruzione in atti giudiziari e perquisito nell' ambito di un' inchiesta assegnata all' allora pm Giuseppe Cascini.

 

Nel settembre dello stesso anno è stato iscritto da Ielo per associazione per delinquere, riciclaggio, frode fiscale e appropriazione indebita. Successivamente, sempre Ielo, gli ha contestato l' appropriazione indebita e due episodi di corruzione. Il 29 ottobre 2016 Ielo, Cascini e Luca Tescaroli «avanzano richiesta di intercettazione per il delitto di associazione per delinquere e frode fiscale».

 

luca palamara

Fava sarebbe diventato coassegnatario del fascicolo «per effetto del provvedimento adottato soltanto in data 19 dicembre 2016 dal dottor Pignatone che prima ha ordinato al dottor Fava di stralciare alcune posizioni» di un procedimento avviato nel 2013 «e poi ha riunito dette posizioni al procedimento 44630/16». Gli indagati di Fava erano alcuni membri del Consiglio di Stato, come Francesco Caringella, Roberto Garofoli e Riccardo Virgilio, ma anche Amara.

 

Scrivono gli avvocati: «Non vi era quindi Fabrizio Centofanti, il quale è divenuto uno degli indagati del dottor Fava proprio per decisione del dottor Pignatone. La realtà documentale dimostra quindi l' esatto contrario di ciò che Centofanti ha incredibilmente riferito l' 1 giugno 2021».

 

giuseppe pignatone

Inoltre il lobbista, nel luglio del 2018, aveva anche ricevuto un avviso di chiusura delle indagini. «Quindi» evidenziano i legali, «Centofanti dal luglio 2018 sa benissimo che a "coinvolgerlo" [] non è stato Fava, bensì altri pubblici ministeri e lo stesso dottor Pignatone che sarebbe, nella prospettazione accusatoria del presente procedimento, "vittima" di Fava».

 

Centofanti ha anche riferito che Amara gli avrebbe mostrato delle informative della Finanza ricevute da una fonte dei servizi segreti, Antonio Sarcina, il quale gli aveva «riferito di poter influire anche su Fava». Una circostanza già smentita dallo stesso Sarcina quando è stato interrogato dall' aggiunto Ielo. Ma Centofanti avrebbe ricostruito in modo impreciso altre vicende, per esempio dichiarando che «Palamara gli disse che "un ufficiale della Guardia di Finanza del Valutario aveva riferito a Fava che a casa mia (ndr di Centofanti) era spesso ospite il procuratore Pignatone e che a una cena aveva partecipato con il ministro Pinotti"».

luca palamara

 

In una relazione di servizio del 25 novembre 2016 Fava aveva sì informato Pignatone di quanto gli avesse riferito il capitano della Finanza Silvia Di Giamberardino, ma l' argomento non erano state le cene di Pignatone a casa di Centofanti, bensì una presunta segnalazione da parte del procuratore a favore del fratello del lobbista, un ufficiale della Guardia di finanza arrestato per concussione a Genova, «interessamento confermato dallo stesso dottor Pignatone» annotano gli avvocati.

Che concludono: «Oggi Fava ha dimostrato documentalmente la non corrispondenza al vero dei fatti ipotizzati nei capi d' imputazione».

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…