intercettazioni carlo nordio

GRANDE ORECCHIO, GRANDISSIMI COSTI – L'ITALIA È IL FAR WEST DELLE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE, CON UNA SPESA DI CIRCA 200 MILIONI DI EURO L'ANNO E 130MILA UTENZE TELEFONICHE CONTROLLATE – L'UE CI HA MESSO IN MORA PERCHÉ LE PROCURE NON COMUNICANO ALLA CORTE DEI CONTI QUANTO SPENDONO – CARLO NORDIO, CANDIDATO CON FDI E PAPABILE MINISTRO DELLA GIUSTIZIA NEL GOVERNO MELONI: “È UNO SPRECO, CON I SOLDI DELLE INTERCETTAZIONI SI POTREBBERO ASSUMERE SEGRETARI E CANCELLIERI PER ACCELERARE IL CORSO DEI PROCESSI”

Valeria Di Corrado per “Il Messaggero”

 

INTERCETTAZIONI IN ITALIA

«Sulle intercettazioni, in Italia, c'è un vero e proprio Far West.

Siamo addirittura stati messi in mora dall'Ue, nonostante il Copasir abbia denunciato con documenti approvati all'unanimità, per ben tre volte nell'attuale legislatura, le ricadute che questa situazione ha sulla privacy dei cittadini e sulla sicurezza nazionale».

 

Il senatore Adolfo Urso, presidente del comitato che esercita il controllo parlamentare sull'operato dei servizi segreti italiani, dà manforte all'ex magistrato Carlo Nordio, candidato alle elezioni politiche nelle liste di Fratelli d'Italia, che proprio due giorni fa è intervenuto a Mestre sul tema: «Per uscire dalla crisi si può risparmiare anche su tutti gli sprechi che ci sono nel mondo della giustizia, a cominciare dalle intercettazioni telefoniche ambientali che costano 200 milioni di euro l'anno, con i quali si potrebbero assumere segretari e cancellieri per accelerare il corso dei processi».

 

I PIÙ INTERCETTATI AL MONDO

intercettazioni

«Nordio ha scoperchiato un vaso di Pandora - commenta il senatore Urso - In primo luogo esiste un problema sull'uso massiccio di questo strumento da parte dei pm italiani, con il ricorso, spesso, ad intercettazioni a strascico: siamo il Paese più intercettato al mondo, in rapporto alla popolazione». Basti pensare che ogni anno ci sono circa 130mila bersagli, di cui 110mila utenze telefoniche che restano sotto intercettazione una media di 57 giorni. Il 12% di questi bersagli sono comunicazioni di tipo ambientale, mentre il 3% di tipo telematico (i cosiddetti trojan).

 

ADOLFO URSO

«La seconda criticità è legata al fatto che non c'è controllo di alcun tipo sulle tariffe e sulle società a cui vengono affidate le captazioni. Siamo sotto infrazione europea - precisa il presidente del Copasir - perché le Procure si rifiutano di applicare la legge e di consegnare i contratti secretati alla sezione speciale della Corte dei conti istituita a questo scopo».

 

La Commissione europea, infatti, ha messo in mora l'Italia perché non ha ottemperato a una specifica direttiva del 2011 che assimila i contratti per le intercettazioni a transazioni commerciali. In quanto tali, andrebbero quindi sottoposti a un controllo preventivo e successivo da parte della Corte dei conti; nello specifico, alla Sezione centrale per il controllo dei contratti secretati.

 

Ma, come evidenziato nella relazione trasmessa alle Camere lo scorso 19 agosto sull'attività svolta dal Copasir, «appare ancora eccessivamente esiguo il numero delle Procure della Repubblica che sottopongono alla preposta Sezione della Corte dei conti i contratti relativi alla fornitura di sistemi di intercettazione».

 

COSTI DIVERSI TRA PROCURE

carlo nordio

«Questo comporta che ci sia una differenza abnorme dei costi, con Procure che spendono mille per un'intercettazione e altre che spendono cento», spiega Urso. Le più spendaccione sono quelle di Palermo, Roma, Napoli, Milano e Reggio Calabria. Nel 2019, a fronte di uno stanziamento complessivo di bilancio da 125 milioni e 352 mila euro per le intercettazioni, ne sono stati utilizzati 191 milioni. Per il 2021 e il 2022, invece, lo stanziamento si è leggermente ridotto: a 213,7 milioni di euro l'anno.

 

La riforma Orlando della giustizia ha previsto misure di razionalizzazione in questo settore. Il 18 febbraio 2021 era stato inviato al Parlamento un decreto ministeriale dall'allora capo del dicastero, Alfonso Bonafede, che aveva individuato una sorta di listino, con prezzi massimi per ogni tipo di prestazione: 2,40 euro al giorno per un'intercettazione telefonica; 75 euro per un'ambientale; 120 euro per una telematica.

 

intercettazioni polizia

Ma il ministro Marta Cartabia ha ritirato questo decreto, spiegando che «armonizzare le tariffe è un elemento problematico nell'interlocuzione con le Procure; il tariffario proposto è stato considerato troppo rigido», si legge nella relazione del Copasir approvata lo scorso 21 ottobre sulla disciplina per l'utilizzo dei contratti secretati, che ha come relatori il senatore M5S Francesco Castiello e il deputato Elio Vito (ex FI). Riguardo invece la direttiva europea che l'Italia non ha rispettato, la Cartabia «sta valutando la richiesta di un'interpretazione ufficiale alla Corte di giustizia dell'Unione europea».

 

adolfo urso foto di bacco (1)

Manca, infine, un controllo sulle società a cui le Procure affidano le intercettazioni: non esiste un albo di tali agenzie e spesso alcune hanno i server all'estero. Ciò comporta delle criticità sulla «conservazione e gestione dei dati raccolti», allerta il Copasir. Lo dimostra, per esempio, il caso Exodus, un software usato da diverse Procure che, nel corso del 2019, è stato oggetto di indagine a Napoli. «Se non c'è certezza della distruzione delle intercettazioni non rilevanti, come quelle captate a strascico dai trojan, rischia di azionarsi - conclude Urso - un sistema di ricatto che mina non solo la privacy, ma la sicurezza nazionale».

ADOLFO URSOADOLFO URSO GIORGIA MELONIINTERCETTAZIONIcarlo nordio 4INTERCETTAZIONILORENZO GUERINI ADOLFO URSO carlo nordio 2INTERCETTAZIONI CARABINIERI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…