famiglia omogenitoriale

CHIAMAMI CON IL TUO COGNOME – IL TRIBUNALE DI TORINO DICHIARA ILLEGITTIME LA TRASCRIZIONE ALL’ANAGRAFE, AVALLATE DALLA GIUNTA APPENDINO, DI UNA COPPIA DI MAMME CHE HANNO DECISO DI DARE AL FIGLIO IL DOPPIO COGNOME – IL SINDACO LO RUSSO: “IL QUADRO NORMATIVO È IN RITARDO RISPETTO ALLA SOCIETÀ. È INTOLLERABILE CHE NEL 2022 NON CI SIA UNA NORMA CHIARA SU QUESTO TEMA, LASCIATO SULLE SPALLE DI COMUNI E TRIBUNALI” – A RISCHIO ALTRI 78 CASI…

 

Bernardo Basilici Menini,Filippo Femia per La Stampa

famiglia omogenitoriale 1

 

«Lo farò, a costo di forzare la legge». Era l'aprile 2018 e l'allora sindaca di Torino Chiara Appendino dichiarava battaglia: sarebbe andata fino in fondo e avrebbe registrato all'anagrafe il piccolo Niccolò Pietro come figlio di due donne. Un riconoscimento storico: per la prima volta in Italia un atto comunale certificava il figlio di una coppia omogenitoriale. Da allora ci sono state altre 78 trascrizioni, 78 coppie dello stesso sesso riconosciute come genitori. 

 

famiglia omogenitoriale 2

Ieri, però, è arrivata la doccia gelata: il sindaco Stefano Lo Russo ha comunicato che secondo il Tribunale sono atti illegittimi e ha annunciato che la città si è costituita in giudizio per difendere una conquista sul fronte dei diritti. «Rispetteremo qualunque sentenza - ha dichiarato il primo cittadino - ma politicamente è ingiusto nei confronti di tanti cittadini che quasi si devono vergognare e fare sotterfugi per vedere riconosciuto un diritto». 

 

famiglia omogenitoriale 3

La decisione del tribunale di Torino (settima sezione, presidente Cesare Castellani) è stata notificata lo scorso 3 dicembre: un decreto che ha negato a una coppia di mamme la possibilità di dare al figlio il doppio cognome. Secondo il giudice quella scelta dipende da un atto - la trascrizione all'anagrafe di un figlio di due madri o due padri - che non ha legittimità. 

 

Ora si spalanca un futuro di incertezza per i 79 bambini di Torino, che da apripista sui diritti rischia di trasformarsi nella città dove è stata pronunciata la sentenza in grado di condizionare la giurisprudenza futura. La prima udienza è fissata per il 13 febbraio e il sindaco sembra intenzionato a sospendere le trascrizioni in attesa della sentenza. Ma il primo cittadino ha chiarito che si tratta di una battaglia da combattere, non solo a livello locale. 

famiglia omogenitoriale 4

 

Ieri ha puntato il dito contro il Parlamento, definendolo «pigro, per non usare termini più duri» e ha invocato un'iniziativa per colmare il vuoto legislativo: «Il quadro normativo è in ritardo rispetto alla società - ha aggiunto -. È intollerabile che nel 2022 non ci sia una norma chiara su questo tema, lasciato sulle spalle di Comuni e tribunali». Anche l'assessore ai Diritti Jacopo Rosatelli ha indicato la necessità di estendere il tema su scala nazionale: «L'intervento del Parlamento non è più rinviabile - dice -. Lì siedono i politici che hanno applaudito Mattarella quando parlava di rispetto dei diritti e dignità delle persone. E poi devono farsi perdonare l'affossamento del ddl Zan». 

 

famiglia omogenitoriale 5

Anche l'ex sindaca Chiara Appendino si è fatta sentire: «Nella nostra città la strada per i diritti di tutte e tutti è stata tracciata con forza. Ora serve un intervento normativo che garantisca il diritto di costituire e far parte di una famiglia pienamente riconosciuta». Tra la comunità Lgbtq torinese si respira più voglia di lottare che amarezza. 

 

Nel 2018 Marco Giusta era assessore ai Diritti della giunta Appendino e oggi è il coordinatore di Torino Pride: «Purtroppo la decisione del tribunale non tiene conto del Paese reale - attacca -. I figli delle famiglie omogenitoriali esistono, vanno a scuola, sono inseriti nel tessuto sociale. È il momento di togliere i paraocchi ideologici e riconoscere i diritti di queste persone, che chiedono solo un po' di serenità». 

 

famiglia omogenitoriale 6

Oggi Niccolò Pietro, il bambino che ha innescato la rivoluzione del 2018, ha quattro anni. La madre, Chiara Foglietta, da consigliera comunale è diventata assessora ai Trasporti e alla Transizione ecologica: «La nostra storia non può essere dichiarata illegittima - dice senza mezzi termini -. I diritti dei nostri figli vengono prima di ogni altra decisione. Il percorso è complesso e la soluzione ha bisogno di un'iniziativa parlamentare. In assenza di una legge, però, noi ci siamo». La battaglia continua.

famiglia omogenitoriale 7famiglia omogenitoriale 10famiglia omogenitoriale 9famiglia omogenitoriale 8

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)