padre doyle

“IO, FIGLIO SEGRETO DI UN PRETE, VI RACCONTO COME HO SCOPERTO LA VERITÀ" - VINCENT DOYLE E’ FONDATORE DI UN’ASSOCAZIONE CHE OFFRE SUPPORTO PSICOLOGICO A CHI HA VISSUTO LA SUA STORIA - “NON POTEVA ESSERE MIO PADRE PUBBLICAMENTE MA FECE DI TUTTO PER MANTENERMI” - “LA CHIESA AIUTA POI IL SACERDOTE-PAPÀ NEL SUO RITORNO AL LAICATO?”

Giovanni Panettiere per Quotidiano.net

 

VINCENT DOYLE CON IL PADRE

Che quell’uomo fosse più che un prete per lui e sua madre lo sospettava fin da bambino. Attenzioni e dolcezze raccontavano di un legame viscerale che andava oltre il ministero sacerdotale.

 

«Poi, una mattina, avevo 28 anni, mentre rovistavo fra le carte di casa, ho trovato una cartella piena di poesie scritte da lui. Quei versi nei toni erano così simili a quelli che componevo io. È stato come se fosse ancora lì vicino a me.

 

‘Padre John era il mio papà?’, chiesi a quel punto a mia mamma. Le scese una lacrima dagli occhi, era la verità. Quel giorno sarebbe stato il compleanno del mio babbo. Morì nel 1995, io ero dodicenne».

 

VINCENT DOYLE CON IL PADRE 2

Oggi Vincent Doyle di anni ne ha 34, è un brillante psicoterapeuta irlandese e soprattutto è il fondatore e l’anima di Coping international (Coping sta per Children of priests), un’associazione internazionale, riconosciuta dalla Chiesa, nata per offrire supporto psicologico e spirituale ai figli di sacerdoti.

 

Proprio come Doyle, il cui papà biologico si chiamava padre John J. Doyle, parroco di Longford, un paesino nella diocesi di Ardagh.

 

Che cosa ha provato quando ha saputo chi era il suo vero genitore?

«Ho avvertito come una sensazione di sollievo. Ho sempre pensato che padre John fosse il mio papà biologico e che qualcosa mi fosse stato nascosto.

 

I bambini possono dedurre la verità dalla menzogna senza che sia detto loro nulla, oppure, senza nemmeno rendersene conto, sospettano che qualcosa non sia giusto o come sembra».

 

Negli anni ha dovuto fare i conti con la rabbia verso suo papà e sua mamma che gli hanno nascosto la realtà delle cose?

VINCENT DOYLE

«No, mai. Sapevo che le difficoltà che avrei potuto sperimentare, non erano colpa loro. Avendo studiato Filosofia, ciò che mi è venuto in mente è il principio di ‘causa ed effetto’, coniato da David Hume.

 

Ho esaminato la ragione della segretezza, il motivo del perché era necessaria nella mia vicenda. Mi sono chiesto: questo segreto era un’esclusiva di mio padre o anche altri preti l’hanno sperimentato per i loro figli?

 

Non aveva senso che mio papà fosse l’unico sacerdote ad avere dei bambini, così come non era possibile che fosse il solo presbitero a mantenere in segreto la sua famiglia».

 

In questi casi la Chiesa tende a preservare la propria reputazione, a evitare lo scandalo?

«La ragione collettiva per questi segreti è la protezione dell’immagine incontaminata del sacerdote, il sacrificio del celibato non deve essere inquinato.

 

VINCENT DOYLE CON IL PAPA

Sapevo che esisteva un motivo al di là dei miei genitori. Loro sono stati intrappolati in tutto questo, proprio come me».

 

Che rapporto ha avuto con suo papà?

«Sono cresciuto con mia mamma e il mio patrigno, persone buone e dolci. Padre Doyle era il mio padrino. Con lui ho trascorso fine settimana e vacanze. Sono stato benedetto per questo. Oggi mi manca ogni giorno.

 

È morto rimanendo fino alla fine sacerdote. Sapeva che non poteva essere mio papà pubblicamente, ma ha fatto tutto il possibile per mantenere mia madre e me. Voleva essere parte della mia vita. Questo è un aspetto che solleva un problema importante».

 

A che cosa allude?

«Il cardinale Sean O’Malley, tra i prelati più vicini a papa Francesco, ha dichiarato: ‘Se un prete mette al mondo un bambino, ha l’obbligo morale di lasciare il ministero e provvedere alla cura e alle esigenze della madre e del piccolo. In una simile evenienza, il loro benessere è la priorità’.

PAPA FRANCESCO

 

Le sue affermazioni suscitano non pochi interrogativi. In che modo gli ex preti si aspettano di crescere una famiglia? Che lavoro potrebbero svolgere una volta che sono stati ordinati 15 anni prima, come nel caso di mio papà? Che cosa può attendersi un uomo di mezz’età?».

 

Non sono domande facili.

«La Chiesa dice che la priorità suprema coincide col benessere della mamma e del bambino, ma, se stanno così le cose, nella pratica aiuta poi il sacerdote-papà nel suo ritorno al laicato?

 

Se non lo fa, come conseguenza diretta, il figlio del prete rischia di soffrire, perché il padre non è in grado di sostenerlo, finanziariamente, psicologicamente e in altri modi».

 

Preti33

Lei ha incontrato il Papa nel 2014, gli ha parlato del problema dei figli dei preti?

«Gli ho raccontato la mia esperienza personale e gli ho esposto le difficoltà per un bambino nell’affrontare il segreto di un papà sacerdote, perché si tratta di un nascondimento calibrato sulle esigenze degli adulti, non dei più piccoli.

 

Gli ho ricordato che lui aveva trattato questo tema da cardinale nel 2010, specificando che ‘i diritti naturali del bimbo vengono prima di quelli del prete’. Infine gli ho consegnato una lettera e lui mi ha promesso che l’avrebbe letta.

 

Alcuni mesi più tardi dal Vaticano mi è arrivata una risposta con gli apprezzamenti del Pontefice per i sentimenti di carità che motivano le mie iniziative e con un suo ricordo nella preghiera».

 

PRETI GENITORI

Crede che sia doveroso per un presbitero-padre lasciare il ministero o pensa che sia possibile coniugare paternità e servizio sacerdotale, nonostante il vigente obbligo di celibato per i preti in Occidente?

«Essere un sacerdote non è in contrasto con l’essere un papá biologico.

 

Un prete cattolico può essere un buon padre. Il rito latino della Chiesa cattolica è l’unico che prevede il celibato obbligatorio. Per i maroniti, ad esempio, il discorso è diverso.

 

La questione dovrebbe essere un’altra: è possibile che in tutta la cattolicità occidentale resti vigente il no ai presbiteri-sposati in tutti i tempi e dappertutto? La risposta è no. L’esistenza di un figlio di un sacerdote lo dimostra».

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?