“NELLA MODA I RITMI SONO SERRATI, NON TUTTE CE LA FANNO” – DOPO LA BUFERA SOCIAL, ELISABETTA FRANCHI PROVA UNA ARRAMPICATA SUGLI SPECCHI, SCODELLANDO I NUMERI DELLE DONNE IN AZIENDA, MA FA ANCHE PEGGIO: “SU 300 DIPENDENTI, L'80% SONO DONNE, DI CUI LA MAGGIORANZA E UNDER 40. MA CI VUOLE DISPONIBILITÀ E QUESTO COINCIDE CON GRANDI RINUNCE”. INSOMMA SIAMO ANCORA BLOCCATI AL "O SEI MADRE O SEI UNA DONNA IN CARRIERA". IL MINISTRO ORLANDO: “DOBBIAMO LAVORARE PERCHÉ POSIZIONI DEL GENERE SIANO ESECRATE E MARGINALIZZATE…”

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Da www.leggo.it

 

ELISABETTA FRANCHI 1 ELISABETTA FRANCHI 1

Dopo la bufera social, la stilista Elisabetta Franchi è voluta tornare sulla sua posizione, chiarendo (con tanto di grafici) quante donne sono assunte nella sua azienda, che conta 1100 negozi multimarca e 87 store monomarca in tutto il mondo e ha un fatturato da 129 milioni: «Riconosco di essermi espressa in modo inappropriato, ma i fatti, parlano chiaro: nella mia azienda su 300 dipendenti, l'80% sono donne, di cui la maggioranza e under 40, e le donne manager sono il doppio degli uomini. In sostanza ho assunto piu donne che uomini e per la maggior parte giovani». 

 

elisabetta franchi elisabetta franchi

Ma la sua posizione rimane la stessa, come scrive Veronica Cursi su ilmessaggero.it: «E' purtroppo un dato di fatto - come mostrano i numeri di Camera della Moda e Confindustria - e la mia stessa personale esperienza come capo d'azienda quanto sia ancora disseminata di ostacoli l' ascesa professionale delle donne verso ruoli apicali, anche nel settore della moda. Lavorare nel mondo della moda richiede disponibilita, reperibilita, ritmi serrati, dedizione e spesso tutto cio coincide con grandi rinunce riguardo alla propria sfera privata, quelle che io per prima come capo d'azienda ho dovuto fare per garantire continuita e presenza al lavoro»

 

elisabetta franchi elisabetta franchi

Cose che una donna giovane, che magari rimane incinta o progetta di avere un bambino, dunque, secondo Elisabetta Franchi non può fare, come dice lei stessa: «Non tutte le donne possono affrontare questi sacrifici - afferma in un comunicato - anche per l'impossibilita per molte di loro, pur volendo, di rientrare al lavoro dopo la maternita, per mancanza di supporti famigliari e sociali che impedisce loro di proseguire con successo il proprio percorso professionale. Di fatto le donne sono tuttora costrette a scegliere tra l'essere madri ed essere donne lavoratrici. Riguardo all'eta delle dirigenti, solitamente si arriva a un ruolo dirigenziale, che e diverso da quello manageriale, dopo anni di esperienza sul campo e spesso coincide con gli "anta", ma questo vale anche per gli uomini».

 

E conclude: «Invertire la rotta si può e si deve». Peccato non l'abbia detto proprio nel corso di quel convegno magari parlando di welfare, contratti collettivi, asili nido, congedi parentali. E dando lei, come donna di successo, il primo esempio.

ELISABETTA FRANCHI 2 ELISABETTA FRANCHI 2

 

IL MINISTRO ORLANDO SULLE PAROLE DELLA FRANCHI

«Dobbiamo lavorare perché posizioni del genere siano esecrate e marginalizzate», e alle donne vanno dati al più presto «gli strumenti per non essere costrette a scegliere tra lavoro a famiglia». Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, risponde così ad una domanda sull'imprenditrice Elisabetta Franchi. In quest'ottica è essenziale «il maggior coinvolgimento degli uomini nella gestione della famiglia, e quindi i congedi parentali per entrambi i genitori sono una scelta da rafforzare. I tassi di occupazione femminile più alti - ha aggiunto Orlando - sono in quelle aree del Paese in cui ci sono asili nido, le residenze per gli anziani e in generale i servizi che funzionano meglio».

 

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