UN “MR. WOLF” CONTRO LA “PITONESSA” – SECONDO IL “FATTO” GIUSEPPE ZENO, SOCIO DI MINORANZA DI VISIBILIA, PRIMA DI LANCIARE LA GUERRA LEGALE A DANIELA SANTANCHE’ LE AVEVA CHIESTO IL CONTROLLO DELLA SOCIETÀ, IN CAMBIO DEL SUO SILENZIO SUI PRESUNTE “MAGAGNE” CONTABILI – LA RETTIFICA: "TRA LA FINE DELL'ANNO 2019 E IL LUGLIO 2021, GIUSEPPE ZENO AVEVA GIÀ FORMULATO UNA SERIE DI ESPOSTI, RICHIESTE E ISTANZE IN RELAZIONE ALLE IRREGOLARITÀ"

-

Condividi questo articolo


Riceviamo e pubblichiamo:

 

Spett.le Redazione di Dagospia,

in nome e per conto del sig. Giuseppe Zeno, nato a Torre del Greco (NA) il 09.08.1964 e residente in Nassau (BAHAMAS), si formula la presente in riferimento all’articolo pubblicato in data 09.11.2022, intitolato “un Mr Wolf contro la Pitonessa” e rinvenibile al link https://m.dagospia.com/un-mr-wolf-contro-la-pitonessa-giuseppe-zeno-che-ha-lanciato-la-guerra-legale-contro-santanche-331358, rilevando e richiedendo quanto segue.

 

Il sommario, che segue il titolo del predetto articolo, reca come incipit: Secondo il “Fatto” Giuseppe Zeno, socio di minoranza di Visibilia, prima di lanciare la guerra legale a Daniela Santanchè le aveva chiesto il controllo della società, in cambio del suo silenzio su presunte “magagne” contabili.

 

Tale frase, per come formulata, è chiaramente lesiva della reputazione personale e professionale del sig. Giuseppe Zeno, imputando allo stesso l’avvenuta prospettazione di uno scambio, illecito se non addirittura estorsivo, tra il proprio silenzio su “presunte magagne contabili” e l’acquisizione del controllo della società Visibilia Editore S.p.A.

 

Premesso che il testo dell’articolo, seppur con toni alquanto pittoreschi, rappresenta poi circostanze significativamente diverse, il sig. Giuseppe Zeno rileva, mio tramite, come mai abbia  inteso – e  neppure avrebbe potuto nemmeno astrattamente – offrire il proprio silenzio in cambio di qualcosa.

 

Ed invero nel periodo intercorso tra la fine dell’anno 2019 ed il luglio 2021, allorquando è avvenuto l’incontro con il sig. Dimitri Kunz D’Asburgo Lorena, egli aveva già formulato una serie di esposti, richieste ed istanze in relazione alle irregolarità dallo stesso lamentate, inoltrandoli a ciascuno per quanto di propria competenza:

1.alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano;

2.alla Consob;

3.alla Banca d’Italia;

4.alla Borsa Italiana;

5.alla BDO Italia S.p.A. società di revisione della Visibilia Editore S.p.A.

6.al C.d.A. della Visibilia Editore S.p.A.;

7.al Collegio Sindacale della Visibilia Editore S.p.A.

8.al Comitato per le Parti Correlate della Visibilia Editore S.p.A. 

 

Il testo su citato riporta, quindi, una notizia palesemente non vera e con un tenore tale da risultare chiaramente lesivo della reputazione del sig. Giuseppe Zeno, con consequenziale rilevantissimo danno sia alla sfera dei rapporti privati dello stesso, che a quella pubblica e professionale, che lo vede da decenni impegnato nel settore finanziario ed imprenditoriale, con molteplici attività che il gruppo a lui facente capo gestisce in più paesi del mondo.

 

Con la presente si richiede, pertanto, la cessazione della condotta lesiva, mediante rettifica del richiamato articolo in conformità con quanto sopra dedotto e rappresentato.

Cordiali saluti,

avv. Antonio Piantadosi

 

 

Estratto dell’articolo di Nicola Borzi e Thomas Mackinson per “il Fatto Quotidiano”

 

daniela santanche daniela santanche

È metà luglio 2021. In Visibilia Editore, società quotata controllata all’epoca dalla senatrice di Fratelli d’Italia e oggi ministro del Turismo, Daniela Santanchè, che ne era pure presidente e Ad, infuria la guerra tra vecchi e nuovi soci. A capitanare i nuovi è Giuseppe Zeno, manager 57enne di Torre del Greco residente alle Bahamas.

 

Nel 2014 è stato indagato nell’“operazione Side”, un carosello fiscale internazionale che fa scattare richieste di arresto per i tre fratelli a capo del Gruppo Padovani di Castel San Giorgio (Salerno), società di prodotti metallici che secondo l’accusa gestiva un patrimonio di 140 milioni e avrebbe realizzato un’evasione fiscale di 72,5 milioni attraverso operazioni tra l’Italia e una dozzina di Paesi off shore.

 

daniela santanche con dimitri d asburgo lorena daniela santanche con dimitri d asburgo lorena

Nel processo, ancora pendente in primo grado al Tribunale di Napoli, a Zeno è contestata una posizione che lui definisce “assolutamente marginale, s’ipotizza che fossi amministratore di fatto di due società coinvolte nell’indagine, che dimostrerò erano state già cancellate nel 2009”.

 

A luglio 2021, come il Fatto ha appreso, Zeno incontra Dimitri d’Asburgo Lorena, compagno della Santanchè e manager di Visibilia, società per la quale la Procura di Milano oggi chiede la liquidazione giudiziale per debiti e la Guardia di Finanza ipotizza il falso in bilancio. In cambio della pace, Zeno porta a D’Asburgo Lorena non una, ma ben tre offerte alternative, di quelle che non si possono rifiutare, perché le riferisca a Santanchè. Io sono un pulitore, metto a posto tutto, dice Zeno, sono molto bravo con le carte, le so muovere.

 

daniela santanche daniela santanche

Aggiunge, io so dove manager e consulenti di Visibilia hanno sbagliato e gli faccio male. Io ti taglio dall’albo dei revisori dei conti, tu non prendi più un lavoro in tutta Milano. Ma è estorsione? No, è realtà, risponde Zeno. Una promessa che si concretizzerà solo 11 mesi dopo, il 10 giugno 2022, nella forma di un esposto di 18 pagine inviato al Tribunale di Milano da soci di Visibilia capitanati proprio da Zeno.

 

Cosa offre nel lungo faccia a faccia l’azionista Zeno a D’Asburgo Lorena perché riferisca alla senatrice Santanchè? Prima proposta: bisogna capire se è loro interesse averlo in giro oppure no, può anche darsi che vogliano farsi i fatti loro senza gente in giro. Una via si trova, dice Zeno: se mi volete fuori fatemi fare business con i vostri contatti [...]

 

Se questa soluzione non piace, c’è la seconda: d’Asburgo si deve interfacciare con la sua compagna, dice Zeno, e chiederle se vogliono davvero rimanere in Borsa. Perché Santanchè ha una società quotata, è come avere una Ferrari Enzo, ma la senatrice la usa per andare a comprare le sigarette dal tabaccaio, valuta l’azionista. Se a Santanchè questa Ferrari Enzo non interessa, allora lei con calma si fa un programma e una società, ci porta i suoi giornali e Zeno si prende la scatola vuota. Perché il mio business è comprare aziende in default, dice Zeno [...]

 

daniela santanche dimitri d asburgo di lorena (4) daniela santanche dimitri d asburgo di lorena (4)

C’è poi l’ultima opzione: Zeno può portare Visibilia a capitalizzare 100 milioni e Santanchè potrebbe restarci dentro pure lei. Ma, dice Zeno, la senatrice deve ricordarsi che se non si chiamava come si chiama era già andata al Creatore, lui ha avuto difficoltà a darle spallate perché ovviamente altri la difendono. Ora non è che Zeno non sia in grado di buttarla giù, dice l’azionista, però non butterà lei, butterà gli altri. Io so che il consigliere d’amministrazione avvocato è in conflitto di interessi, dice Zeno, vado all’albo e lo faccio cacciare, io so che Visibilia ha pagato la commissione di collocamento al fondo Negma di Dubai che ha sottoscritto le sue obbligazioni convertibili, dice [...]

 

daniela santanche daniela santanche

Io metterò in croce i vostri avvocati, manderò all’aria i vostri revisori, dice Zeno, che consiglia a D’Asburgo di chiedere a Santanchè se è veramente sicura che l’operazione Negma sia la cosa più intelligente, perché non si sa chi c’è dietro il fondo di Dubai, non si sa da dove vengono i soldi, magari proprio da Milano?

 

Quella guerra ora è arrivata in tribunale, ma solo 11 mesi dopo questo colloquio. Contattata dal Fatto su questa vicenda, Visibilia non ha risposto.

DANIELA SANTANCHE - FOTO DA CHI DANIELA SANTANCHE - FOTO DA CHI daniela santanche dimitri d asburgo di lorena (1) daniela santanche dimitri d asburgo di lorena (1)

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...