cardinale gianfranco ravasi

“SE CRISTO TENESSE OGGI IN PIAZZA IL DISCORSO DELLE BEATITUDINI, ARRIVEREBBE LA DIGOS A CHIEDERGLI I DOCUMENTI” – IL CARDINAL GIANFRANCO RAVASI SI CONFESSA IN UNA INTERVISTA A ALDO CAZZULLO: "MI INNAMORAI DI UNA MIA COMPAGNA CON L’INGENUITÀ DI UNO SCOLARO DELLE MEDIE" – IL DIALOGO SU DIO CON CUCCIA, LA STOCCATA A SALVINI (“I POLITICI CHE AGITANO ROSARI E CROCEFISSI? QUESTA NON È FEDE. USARE DIO È PERICOLOSO, COME LO È STRUMENTALIZZARE SIMBOLI CHE CONSERVANO UNA POTENZA STRAORDINARIA”), L’IDEA DELLA MORTE “CHE UN PO’ MI TURBA” E LA BIOGRAFIA DI SAN PAOLO, “L’ENFANT TERRIBLE DEL CRISTIANESIMO”…

Aldo Cazzullo per corriere.it - Estratti

 

 

Cardinale Ravasi, se dovesse spiegare l’immortalità, la vita eterna, come farebbe?

cardinale gianfranco ravasi

«Ci sono due strade. La prima è quella filosofica. Già Platone sostiene che la persona umana ha anche una dimensione trascendente: l’anima non può decomporsi, né morire. E l’autore della Sapienza, uno dei libri della Bibbia, conosceva Platone».

 

«Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà».

«Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità».

 

E la seconda strada per spiegare l’aldilà, qual è?

«È quella teologica. Mistica. Siamo usciti dalle mani di un Creatore, e allo stesso modo veniamo raccolti dal Creatore, che ci introduce all’interno di un nuovo Essere trascendente. Supereremo le categorie del tempo e dello spazio. San Paolo parla appunto di “nuova creazione”».

 

(..)

 

cardinale gianfranco ravasi cover

Noi cristiani però abbiamo una variante complessa: non solo l’immortalità dell’anima, ma pure la resurrezione della carne.

«È vero io non ho un corpo, lei non ha un corpo, i lettori del Corriere non hanno un corpo; ognuno di noi è un corpo. Per questo la Chiesa è così severa sull’aborto: siamo tutti fatti dalle mani di Dio, sin dal concepimento. E non abbiamo un unico canale di conoscenza. La persona umana non conosce solo con la ragione o con la via sperimentale».

 

(...)

 

E lei cardinal Ravasi si è mai innamorato?

«Sì, con l’ingenuità di uno scolaro delle medie. Era una delle due ragazzine della classe. Ma la dimensione estetica della conoscenza non si limita all’amore: pensi all’arte, alla poesia, alla musica. Chi va a vedere un quadro di Caravaggio, non può uscirne indenne».

 

 

 

(...)

 

Lei ora ha scritto una biografia di San Paolo, intitolata «Ero un blasfemo, un persecutore e un violento».

«È lui stesso a presentarsi così nella Prima Lettera al suo discepolo Timoteo. Daniel Marguerat lo definisce invece l’enfant terrible del cristianesimo».

cardinale gianfranco ravasi papa bergoglio

 

Lei cita altri due libri, di Riccardo Calimani e Corrado Augias, in cui Paolo viene definito l’inventore del cristianesimo. Però non è d’accordo. Perché?

«A Paolo si deve senz’altro un sistema di pensiero, un linguaggio comprensibile a tutti: parla e scrive in greco, che nell’impero romano era l’equivalente dell’inglese di oggi, anzi crea un “suo” greco. E gli si deve un progetto pastorale che ha, però, il suo centro solo in Cristo».

 

Portare il cristianesimo ovunque e a tutti.

«Sì, un progetto operativo internazionale, globale, attraverso le strade e le navi. Non a caso Paolo va a Roma, dove muore ed è sepolto. Pasolini voleva fare un film su di lui, ambientato a Roma, Berlino, Londra, New York. Però Paolo si fonda sempre sull’evento Gesù Cristo morto e risorto, centrale anche nei Vangeli».

 

(...)

napolitano cardinale gianfranco ravasi

 

L’amore c’è già nell’Antico Testamento. La legge di Mosè dice: se incontri il tuo nemico il cui asino è stramazzato sotto il peso, fermati e aiutalo.

«Certo. Ma un conto è un gesto di solidarietà umana, un altro il sacrificio di sé. Una cosa è rialzare l’asino del nemico; un’altra è perdonare e persino sacrificarsi per amore di tutti, nemici compresi».

 

Molti teologi e filosofi fanno risalire a Paolo l’idea della grazia, della predestinazione: le opere non sono la causa della salvezza, ne sono il frutto.

«Paolo non nega la libertà dell’uomo; lo mette in guardia dalla pretesa di salvarsi da sé. Per lui l’uomo è limitato, caduco, peccatore. Pretendere di salvarsi senza Dio attraverso la mera osservanza dei precetti della legge è come tendere le mani verso l’alto per salvarsi mentre si affonda nelle sabbie mobili. Certo, è necessario tendere le mani con la nostra libertà; ma serve che Dio le afferri, e ci salvi».

 

Lei ha paura della morte?

«Un po’ sì. L’altro giorno pensavo a dove vorrei essere sepolto. Questa idea del sepolcro, della gente che ci passerà davanti mentre non ci sarò più, mi ha turbato».

 

Dove vorrebbe essere sepolto?

«Nella chiesa di cui sono titolare a Roma come cardinale, San Giorgio in Velabro, nel cuore della città, dove secondo la tradizione il pastore Faustolo ritrovò Romolo e Remo. Oppure fuori di una chiesetta di Bellagio, sul lago, dove vado d’estate ormai da tanti anni».

 

Lei non è romano, è lombardo.

«Brianzolo di Merate. Il mio primo ricordo è il rossore nel cielo di Milano sotto i bombardamenti. Con mia mamma sfollammo a Santa Maria Hoè. Passai il primo anno della mia vita a piangere: lasciavo intravedere un’indole pessimista, diversa da quella di oggi. Papà era antifascista. Fu mandato a combattere in Sicilia in prima linea. Disertò, con molti altri. Tornò a casa a piedi, ci mise un anno e mezzo».

cardinale gianfranco ravasi

 

(...)

 

Come trova la Milano di oggi?

«Una città europea, molto più di Roma. Entrambe vivono l’esperienza della secolarizzazione. Se Cristo tenesse oggi in piazza il discorso delle beatitudini, arriverebbe la Digos a chiedergli i documenti. Eppure l’ultima guida della diocesi di Milano, stampata nel 2018 (ora è tutto on line), con l’elenco delle parrocchie e delle associazioni, superava le mille pagine. Saremo minoranza, noi cattolici; ma, a duemila anni dai tempi di Paolo, siamo ancora qui, come una spina nel fianco, a provocare, o come un seme, per usare un’immagine di Gesù».

 

Provocare?

«Gesù gira in pessima compagnia: prostitute, peccatori, apostoli che lo tradiscono. E muore in croce: la morte del sedizioso, del terrorista, dello schiavo. Il messaggio del cristianesimo è provocatorio. Il Vangelo non ha nulla di tranquillizzante».

gianni letta Gianfranco Ravasi funerali giorgio napolitano

 

Cosa pensa dei politici che si proclamano difensori di Dio e agitano rosari e crocefissi?

«In realtà questa non è necessariamente fede. Usare Dio è pericoloso, come lo è strumentalizzare simboli che conservano una potenza straordinaria e proprio per questo non vanno sfregiati impugnandoli a fini estrinseci; ma piuttosto devono essere testimoniati nel loro messaggio di amore e di verità».

 

Lei però è il fondatore del Cortile dei Gentili, dove dialogano credenti e non credenti.

GIANFRANCO RAVASI GUARDA X FACTOR

«Mi è accaduto spesso di dialogare con personaggi insospettabili. All’Ambrosiana venivano sovente a trovarmi, ad esempio, Umberto Eco, Alda Merini e persino Enrico Cuccia, che aveva una fede siciliana, tradizionale, antica. Anche Ciampi del resto era un cattolico praticante. Potrei evocare una lunga lista di figure rilevanti della cultura, della politica e della società, non credenti, che hanno dialogato e dialogano con me. Noto è stato il mio rapporto con il presidente Giorgio Napolitano».

 

Lei ama ricordare il recupero dell’Ambrosiana.

ravasi

«Valeva 47 miliardi di lire; alla Chiesa non è costato un centesimo, li hanno pagati tutti i milanesi, dalla Fondazione Cariplo, fino a quei genitori che mi pregarono di dare a un codice restaurato col loro contributo il nome del figlio morto di droga. A Roma, per salvare gli affreschi delle Catacombe dei santi Marcellino e Pietro, ho dovuto chiedere aiuto all’Azerbaigian, un paese musulmano sciita. Milano resta una città straordinaria, per socialità e generosità».

 

Lei ha studiato a Gerusalemme, come il suo maestro, il cardinal Martini. Cosa ne sarà?

«Gerusalemme è fondata su tre pietre: il Muro del Pianto, il Santo Sepolcro, la Cupola della Roccia, da dove Maometto ascese al cielo. Ma le pietre di Gerusalemme sono striate di sangue. L’odio si è incistito, domina, imperversa. Eppure Isaia scrive che un giorno verso Gerusalemme convergeranno in pace tutti i popoli della terra. È questa la fiaccola della speranza che non dev’essere mai spenta, anche nel buio di questi giorni».

cesare romiti gianfranco ravasi ferruccio de bortoli e franco frattini aldo cazzulloil cardinal ravasi con i migrantiravasi3RAVASI DONATELLA VERSACE 3ravasiDONATELLA VERSACE RAVASI 21ravasi wintour versaceravasi2ravasi tweet

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)