rimini

RIMINI E CRIMINI – IL VIAGGIO DI RONCONE AL TERMINE DELLA NOTTE DELLA COSTA TRA CULI PERIZOMATI E FISICI SCOLPITI, COCA  PASTICCHE E CHIRINGHITO. ALTRO CHE IL PLAYBOY ZANZA E I MERAVIGLIOSI ANNI ’80 - “IL TESTO SACRO RESTA “RIMINI” DI TONDELLI. IL LANCIO DEL LIBRO AL GRAND HOTEL, PRESENTATO DA DAGO. CHE RICORDA: “QUEL GIORNO DEL 5 LUGLIO 1985 DURÒ QUALCHE GIORNO. ERAVAMO TUTTI FATTI E STRAFATTI E BEVUTI. MA ANCHE FELICI E INCOSCIENTI. LA PRESENTAZIONE AVEVA MAGNETIZZATO TUTTI I GAY D'ITALIA E SI TRASFORMÒ IN UN ORGASMO DI LUNGA DURATA, CON GRUPPI DI SVALVOLATI SU E GIÙ AD AMMUCCHIARSI NELLE STANZE E…”

 

 

Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

 

fabrizio roncone foto di bacco

In redazione, a via Solferino, nel bel mezzo dell'estate, c'è venuto un dubbio: ma i «Latin lover», sulla Riviera romagnola, ci sono ancora?

Boh.

Andiamo a vedere?

 

(Pensateci: è una fortuna che resista con ostinazione uno spazio frivolo e spensierato oltre il Donbass e questa scellerata prospettiva di elezioni, questi che ci portano a votare dentro una pandemia, una crisi energetica, l'inflazione alle stelle e una recessione in arrivo.

 

Vabbé: ricordarsi di prendere una crema spray protezione 50 per la testa, i vecchi Ray-Ban e una nuova Moleskine, perché l'ultima è finita con il racconto di Conte, Salvini e lo Zio Silvio che facevano venire giù il governo di Mario Draghi in un fumo di macerie).

Quattro giorni dopo.

movida rimini 5

 

Rimini sotto un cielo stupendo, temperature tipo girarrosto, un'ora per trovare parcheggio e alcune pratiche per accendere un mutuo e pagare al parcometro (il nuovo sindaco di centrosinistra Jamil Sadegholvaad, padre iraniano e madre romagnola, scriverà dicendo che è un'esagerazione: ma qui, tanto, ci sono le ricevute dei pagamenti).

cecchetto

 

Comunque, calma.

Predisporsi con animo lieve. Procedere subito con un aperitivo. Ignorare - per adesso - l'ossessivo bum bum della musica sparata a palla che arriva dalla spiaggia e varcare il cancello del leggendario Grand Hotel, un po' albergo e un po' immaginifico museo felliniano, la suite numero 315 del Maestro affittabile su prenotazione (mille euro a notte), le colonne di marmo bianco e gli stucchi in stile Liberty, la pianista che esegue Chopin, il cameriere che, nella penombra, con un mezzo inchino, chiede: «Quale gin preferisce?».

 

Pier Vittorio Tondelli rimini

Rileggere il programma di lavoro sugli appunti: visita chiringuito/ trovare vecchio play-boy/ per Riccione telefonare Cecchetto/ fenomeno discoteche/ sentire Confesercenti/ cercare turisti russi. Mezz' ora, poi entra un WhatsApp: «Sono Lando, ti aspetto fuori». Ma puoi chiamare un figlio Lando, come il protagonista di quel fumetto per adulti degli anni Settanta? Arrivo, Lando.

 

Me l'ha presentato la mia fonte: serve uno che mi accompagni in questo viaggio. Lando ha 32 anni, fisicaccio completo di tartaruga, bermuda da surf e tatuaggi giapponesi (credo, giapponesi) sul polpaccio destro. «Faccio l'elettricista fino alle sei del pomeriggio.

 

Poi divento un bel "patacca": che, da queste parti, sarebbe un tipo fondamentalmente simpatico, magari solo un po' sbruffone. Ma che con le ragazze ci sa fare». Dove andiamo? «Al chiringuito del bagno 44, che va forte. Poi passiamo pure al chiringay, ci sono i preparativi per il Summer Pride. Però prima magari ti metti un costume, che vestito così sembri un carabiniere in borghese» (è chiaro che Lando ignora la bellezza di una lisa Brooks Brothers bianca).

movida rimini 4

 

Poco dopo, al tramonto, siamo dentro un girone che Dante non aveva previsto. Tanto per inquadrare la scena: centinaia di uomini e donne (l'età varia tra i 18 e 40 anni) sono sulla spiaggia, a pochi metri dalla riva, tutti ammassati intorno a un grande capanno-bar.

 

Spritz e vodka-lemon a pioggia, certi barcollano, le gigantesche casse acustiche contribuiscono al senso di stordimento. Il tanfo del sudore e l'odore dolciastro degli olii. Corpi tatuati e depilati (anche i maschi), trionfo di perizoma, smalti colorati sulle unghie, bellezza diffusa, allegria diffusa che, lentamente, si trasforma in una tonnara di danze sensuali.

 

dago al grand hotel di rimini, con turbante , 1985

«I Latin Lover, come li cerchi tu, corteggiatori seriali da una conquista a notte, non esistono più. L'ultimo è stato Zanza. Con lui è morto un mondo - spiega Lando -. Adesso tutto accade nei chiringuito. Ogni bagno ne ha uno. Un'idea arrivata di rimbalzo da Formentera, Ibiza, dalle isole greche».

 

Essere romantici, in questa bolgia, è impossibile. «E infatti nessuno ha voglia di essere romantico. Vieni, fai amicizia. Poi, se la tipa e il tipo si piacciono, aspettano che faccia buio e procedono». Dove?

«Volendo, dietro le cabine. Ma quasi tutti preferiscono farlo sulla sdraio». E le discoteche?

 

movida rimini 6

«Qui, formalmente, sarebbe vietato ballare proprio per non togliere lavoro ai locali della notte. Che comunque sono ripartiti bene. Può spiegarti tutto Alain».

 

Dopo tre anni di pandemia, i lockdown, i green pass e le mascherine (ormai sembra ci sia il divieto di indossarle), Rimini è ancora Rimini. La città della seduzione di massa. Luogo privilegiato del camuffamento, dell'illusione, dell'irrealtà.

 

Di nuovo ancora voci tedesche, inglesi, i gutturali suoni scandinavi dentro un battente carnevale estivo di qualità media a costi medi, le piadine mediamente buone ovunque, un senso dell'accoglienza mediamente eccellente, ogni hotel mediamente orgoglioso di annunciare che per agosto, ci spiace, ma siamo al completo.

 

discoteca peter pan riccione

E Riccione, invece? Cosa fanno a quest' ora nella «Perla Verde dell'Adriatico»? (cit. depliant turistico).

 

A Riccione hanno sempre cercato, e per lunghi periodi trovato, una luce più chicchettosa, lussuosa, moderna. Benito Mussolini ci veniva con la moglie Rachele (poi, in idrovolante, con la scusa di andare a controllare dall'alto «le nostre impenetrabili difese costiere», raggiungeva Claretta Petacci, che lo aspettava a Rimini);

 

movida rimini 7

gli anni Sessanta furono il tempo dei concerti mitici di Mina e di Gianni Morandi, i cummenda che arrivavano da Milano con la Giulietta Sprint, le balere con l'orchestra di Raul Casadei, le stelle - in cielo - che sembravano più basse; negli Ottanta, quando la Riviera decide di aprire la fabbrica del turismo, ecco che a Riccione esplode il fenomeno delle discoteche, le più belle al mondo stavano su queste colline. Poi però qualcosa s' è spezzato, luci soffuse come stasera, viale Ceccarini senza più quel brivido di eccitazione internazionale.

 

movida rimini 3

Perché? «Riccione è rimasta solo una località di vacanza, ma senza divertimento. Quel certo divertimento, intendo» - spiega Claudio Cecchetto, 70 anni e addosso una storia grandiosa, fondatore di Radio Deejay e Radio Capital, produttore e talent scout straordinario (Fiorello, Amadeus, Jovanotti), e poi pure, con una botta di inattesa passione politica, candidato sindaco proprio qui, a Riccione. «È andata male, sono consigliere: ma qualche idea la metto volentieri a disposizione».

rimini elisabetta sgarbi tondelli moreno neri barilli

 

Racconti. «I giovani devono riprendersi la notte. Illuminerei le spiagge a giorno, organizzerei serate in spiaggia. Il Jova Beach Party di questa estate è la prova che esiste una voglia forte di stare insieme, a piedi nudi, sulla sabbia. Purtroppo sembra che i giovani dei bei tempi andati invecchiando siano diventati vecchi davvero. E che vogliano impedire ai loro figli di divertirsi».

 

Prosegua. «Negli anni 90 inventai Acquafan, portai a Riccione il Disco per l'Estate e i microfoni di Radio Dj. In viale Ceccarini c'era la fila per entrare al Disco Doc 70. E poi inaugurammo "Balcone per l'estate". Eravamo al primo piano, ogni sera facevo affacciare ed esibire un cantante». Immagini sbiadite. «Se non c'era casino, lo chiedevano. Oggi lasciamo i giovani con un drink nella mano sinistra e il cellulare nella destra».

movida rimini 10

 

Spesso aperto sull'applicazione Tinder. «È comoda e veloce - ammette Lando, che intanto s' è cambiato e indossa una camicia in stile hawaiano su un pantalone di lino verde pistacchio -. Ti descrivi e cerchi. Magari fai dieci metri e trovi subito la tipa o il tipo che fa per te».

 

Era molto diversa la tecnica del più grande play boy della costa, Maurizio Zanfanti in arte Zanza (perché ti pizzicava e poi volava via, come - appunto - una zanzara) morto, in servizio, la notte del 26 settembre 2018. Personaggio mitico o «avventuriero», come lo descrive con severità Wikipedia.

 

discoteche riccione

Anche la Bild gli aveva dedicato un grosso articolo: «Italienischer Papagallo machte amore mit 6.000 fraulen». Seimila donne, aveva avuto. Anche se non era troppo alto: ma ti arrivava davanti con il chiodo aperto sul petto villoso, le catene al collo, i capelli lunghi ossigenati. «Mai entrato in palestra - raccontò al Resto del Carlino -. Mi sono fatto bastare l'attività fisica nei letti».

 

cocoricò

 

La stagione record fu quella del 1985: 207 conquiste. «In giugno e luglio arrivi, senza fatica, a due al giorno. Ad agosto, una al pomeriggio e tre la sera». Zanza non sarebbe piaciuto a Salvini: poco sovranista. «Preferisco svedesi e norvegesi. Le italiane? Le lascio a mio fratello».

 

rimini rimini

Gli domandavano: qual è il segreto? «La gentilezza. Prima i fiori, subito dopo l'invito a cena. La fai sentire la tua regina, e poi la porti a vedere la luna». Come quella notte. In via Pradella, a Rimini. La ragazza ventitreenne che era con lui: «In macchina, quando abbiamo finito, un attimo prima che gli prendesse il coccolone, Zanza mi ha chiesto: ti è piaciuto?». Quella domanda che ormai gli uomini non fanno quasi più. Aveva 63 anni. Lando, gonfio di rimpianto: «Il Zanza ha avuto la fortuna di attraversare i meravigliosi Ottanta».

 

movida rimini 11

Stagione pazzesca anche in Riviera: al cinema raccontata solo nell'efferato «Rimini Rimini» (1987, Sergio Corbucci), frullatone di pedalò e topless, corna e terribili doppi sensi. Il testo sacro resta «Rimini» di Pier Vittorio Tondelli, storia di un giornalista che viene catapultato nella Romagna di quel periodo.

 

rimini rimini 4

Il lancio del libro avvenne al Grand Hotel (torna sempre): incaricato di presentare l'evento era un giovane Roberto D'Agostino. Che ricorda: «Quel giorno del 5 luglio 1985 durò qualche giorno. Eravamo tutti fatti e strafatti e bevuti. Ma anche felici e incoscienti. La presentazione di un romanzo, con Tondelli che aveva magnetizzato tutti i gay d'Italia, si trasformò in un orgasmo di lunga durata, con gruppi di svalvolati su e giù ad ammucchiarsi nelle stanze e lungo i piani del Grand Hotel. Ciò che vidi a Rimini quel giorno resta per me il quadro vivente di quella stagione, bellissima e terribile».

Rai News - Cecchetto sindaco di Rimini e Riccione

 

Ancora Lando: «Bottarella?». No, grazie.

 

«Ti sei offeso? Oh, un po' di Bamba ci aiuta ad arrivare alle 2». Ne gira molta? «Come ovunque». E pasticche? «Di qualsiasi tipo. Perché: ne vorresti una? Non mi sembri il tipo». Alain - «Si pronuncia alla francese» - è il direttore artistico del «Villa delle Rose», una delle discoteche più belle d'Italia. «È la prima stagione senza restrizioni, va alla grande».

Maurizio Zanfanti Zanza

 

C'è voglia di ballare. «Il sabato salgono anche da Napoli. Arriviamo a oltre 3 mila persone». Altri locali? «Il Musica, la Baia Imperiale, noi abbiamo una collaborazione con il Cocoricò». Al Cocoricò capitai sei anni fa, quando chiuse, dopo che un ragazzino di 16 anni era morto per un cocktail ecstasy-alcol. «Ora il filtro comincia prima dell'ingresso. Controlliamo chi arriva, e in che stato. La sicurezza vigila nei bagni».

 

movida rimini 1

Alain ha detto anche che «purtroppo sono spariti i russi»: all'aeroporto di Rimini, ad aprile, cancellati 50 voli settimanali da Mosca e da Kiev. «Intendiamoci, in Riviera non arrivava l'oligarca, quello andava a Capri o in Costa Smeralda: però, ecco, qui veniva un turista medio interessato al nostro stile di vita...» - questa è la voce di Marco Pasi, direttore Confesercenti Emilia Romagna: la notte è stata lunga e adesso siamo davanti a un caffè nel Bagno dell'ex allenatore Alberto Zaccheroni, il Maré di Cesenatico (voi che l'estate risalite il Mekong, prendetevi una pausa e fatevi un giro in questa cittadina incantevole). «In generale, la gente viene perché è vero che non abbiamo un gran mare, ma il livello dei servizi è, francamente, notevole. Lei però cercava i "Latin Lover", giusto?».

zanza

 

 

A Rimini, al Bagno 26, ho incontrato Gabriele Pagliarani, un sessantenne che si definisce il Bagnino d'Italia, un furbacchione che per finire sui giornali ha bevuto un po' d'acqua di mare infetta (poi miracolosamente tornata pulita dopo poche ore); m' ha detto: «Con la milf giusta, piazzo ancora la zampata».

 

«Dicono tutti così. A Torre Pedrera ci sarebbe anche Zizì, ma credo sia molto anziano». Un paio d'ore più tardi, in un bar sulla spiaggia, Zizì viene avanti incerto nel passo, con gli occhiali scuri e un libro di vecchie foto in mano. Un leone esausto. "Mi ricordo di quella volta che..."».

zanza

 

Chiudiamola qui. Prima di ripartire, però, per una bizzarra promessa, si va da Zanza. Il parroco della chiesa Regina Pacis si rifiutò di celebrare i suoi funerali, «Troppo clamore»: la cerimonia fu così organizzata al cimitero di Rimini. Poi l'hanno portato qui, in collina, a San Martino Monte l'Abate. Una bomboniera tra i cipressi, le cicale, la foto di quando era giovane. Ecco tre margherite di campo, Zanza. Da parte di un mio amico.

cocorico' 17serena grandi rimini rimini rimini rimini un anno dopo 1cocorico di riccione 3cocoricòsabrina ferilli rimini rimini un anno dopo

movida rimini 8movida rimini 7movida rimini 9pier vittorio tondelli 640bRimini: elisabetta sgarbi tondelli - moreno neri - barillimovida rimini 10

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? INNANZITUTTO L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO BLOCCA DI FATTO OGNI POSSIBILE ASSALTO DELL’ARMATA “CALTA-MELONI” AL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI – CERTO, I MANAGER DECADONO SOLO DOPO UNA SENTENZA DEFINITIVA, MA GIÀ DA ADESSO LOVAGLIO E E COMPAGNIA POTREBBERO ESSERE SOSPESI DAL CDA O DALLA VIGILANZA DI BANKITALIA - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DEI PM DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE FAVORITA DA PALAZZO CHIGI DELLA COMBRICCOLA ROMANA, SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO'') - OGGI IN BORSA MONTE PASCHI SIENA HA CHIUSO PERDENDO IL 2,12%, MEDIOBANCA -0,15% MENTRE, ALLONTANANDOSI CALTARICCONE, GENERALI GUADAGNA LO +0,47%...

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?