suarez ateneo perugia

OMBRE CINESI SULL’UNIVERSITA’ DI PERUGIA - ECCO DA DOVE NASCE L’INCHIESTA SULL’ESAME-TRUFFA DI SUAREZ: LA CONVENZIONE DELL’ATENEO CON UN’AGENZIA CINESE E UN “BUCO” DA 3 MILIONI - UNA "GESTIONE LACUNOSA E OMISSIVA" HA PORTATO AMMANCHI E CALO DI ISCRIZIONI. L’ATTUALE RETTRICE SI È SEMPRE DIFESA: «COLPA DELLA VECCHIA AMMINISTRAZIONE». MA LA GUARDIA DI FINANZA AVEVA GIÀ FATTO UN BLITZ A NOVEMBRE

Valentina Santarpia per corriere.it

 

SUAREZ ATENEO PERUGIA

L’esame di Suarez? L’università per Stranieri di Perugia si difende, e sottolinea «la correttezza e la trasparenza delle procedure seguite. L’Ateneo «confida che ciò emergerà con chiarezza al termine delle verifiche in corso». Ma le intercettazioni che hanno portato al blitz di oggi nascono da lontano: l’ateneo è nel mirino delle Fiamme Gialle da tempo. 

 

Risalgono a giugno dello scorso anno le notizie sugli ammanchi nelle casse dell’università per stranieri di Perugia, che a settembre aveva già subito un sequestro amministrativo con la Guardia di Finanza impegnata a verificare la presenza dei dipendenti negli uffici e il lavoro svolto.

 

suarez tweet

Nel mirino tre milioni e passa di euro che mancavano alle casse dell’università, e che hanno portato i revisori dei conti a non dare la loro approvazione al bilancio 2018-2019, lo scorso 6 settembre, con parole di biasimo nei confronti dell’amministrazione: «Il Collegio rileva che l’operazione di quantificazione dell’ammanco è avvenuta senza che l’amministrazione abbia preventivamente intrapreso le percorribili azioni di recupero dell’asserito credito - riscontrato già dal mese di aprile 2019 - nei confronti degli studenti limitandosi a richiedere agli stessi il saldo delle somme che residuano. Tale condotta integra ipotesi autonoma di danno erariale».

 

L’attuale amministrazione ha sempre parlato di «irregolarità» commesse dalla gestione precedente: la rettrice Giuliana Grego Bolli e il direttore generale Simone Olivieri, che ora sono indagati per la vicenda Suarez, hanno convocato una conferenza stampa a gennaio 2020 per spiegare la «gestione lacunosa e omissiva» della precedente amministrazione. Nel marzo 2019, raccontano, era stato scoperto che le entrate per tasse d’iscrizione erano inferiori al 2017 benché il numero degli studenti dei corsi Marco Polo Turandot fosse uguale. A quel punto era partita un’indagine interna che aveva fatto emergere «una situazione amministrativa grave e pesantemente confusa».

suarez

 

In più era venuto fuori che nel 2015 erano state firmate dall’Ateneo due convenzioni con un’Agenzia cinese, «delle quali la precedente governance non si era neppure accorta», che garantivano sconti «eccezionalmente elevati» (fra il 37 e il 39%). I tre milioni di «buco» sarebbero quelli che l’agenzia cinese avrebbe dovuto versare per le quote d’iscrizione degli studenti.

 

Nell’impossibilità di recuperare i crediti, l’ateneo li ha svalutati al 100% nell’attuale bilancio e intanto ha informato della vicenda, con un esposto, la Procura della Repubblica e quella della Corte dei conti. A chi aveva fatto notare alla rettrice che lei all’epoca era prorettrice, e poteva quindi segnalare la situazione irregolare, Grego Bolli rispondeva così: «Da noi il prorettore non partecipa neppure agli organismi e ha un ruolo di sostituto. Non sono mai stata messa al corrente della gestione amministrativa e non ho mai chiesto nulla».

 

 

suarez 11

Ma c’è altro: nonostante un calo di iscrizioni evidente, e una fuga degli studenti stranieri verso l’ateneo di Siena, l’università ha assunto sei professori ordinari nell’ultimo anno. I revisori hanno invitato alla prudenza, perché, pur rispettando le assunzioni i limiti del ministero, c’è il rischio di nuovi ammanchi contabili: ogni ordinario costa all’incirca 100 mila euro.

 

E intanto le immatricolazioni degli studenti ai corsi 2019-2020, al 31 dicembre scorso, sono state 494, 79 in meno rispetto all’anno prima. Gli iscritti complessivamente erano 1.080, il 10,8% in meno. E pure gli studenti cinesi erano passati da un media di 6-700 all’anno a poco meno di 250.

 

COSÌ SI È SVOLTO L'ESAME

 

Grego Bolli si era difesa anche su questo aspetto, parlando di pensionamenti (cinque) in arrivo da compensare, e spiegando che le assunzioni erano state assolutamente regolari, «quattro concorsi aperti a italiani e stranieri, all’insegna della massima competizione», come scrive Umbria 24.Infine, sono stati messi al setaccio anche i dipendenti, per una verifica su eventuali assenteismi sospetti.

 

Non è emersa alcuna contestazione, e la rettrice si è vantata di un «ateneo sano, dalle grandi potenzialità e dalle ottime competenze». Ma ormai l’università era stata messa sotto la lente di ingrandimento. E ora l’inchiesta della procura umbra chiama in causa proprio il rettore Giuliana Bolli Grego e il direttore generale dell’ateneo Simone Olivieri, oltre alla professoressa Stefania Spina e all’esaminatore Lorenzo Rocca, per reato di rivelazione del segreto d’ufficio.

 

suarez 12

 

«NON SPICCICA UNA PAROLA, MA DEVE PASSARE»

Per la procura di Perugia, avrebbero anticipato i contenuti della prova di esame orale di cinque giorni fa, «all’esito della quale veniva rilasciata in favore del calciatore del Barcellona l’attestazione della conoscenza della lingua italiana al livello B1 del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza della lingue (QCER) necessario per il conseguimento della cittadinanza italiana, al fine di procurargli i vantaggi patrimoniali connessi all’accesso alla procedura per la concessione della cittadinanza comunitaria».

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...