forte dei marmi

LA PACE DELLA BATTIGIA A FORTE DEI MARMI RUSSI E UCRAINI CONVIVONO DA VICINI DA OMBRELLONE COME SE LA GUERRA NON CI FOSSE: NELLA CITTADINA DELLA VERSILIA SI ERA TEMUTO CHE IL CONFLITTO AVREBBE AZZERATO LA PRESENZA DEI BIG SPENDER DELL’EST E, INVECE, SI È TORNATI A LIVELLI PRE-PANDEMIA. NON SOLO: GIÀ DALLA PRIMAVERA C’È STATO UN FERMENTO CHE HA FATTO SFREGARE LE MANI AGLI ESERCENTI. MA COME È POSSIBILE? MOLTI RUSSI NON SONO STATI TOCCATI VISTO CHE…

Silvia Pieraccini per www.ilsole24ore.com

 

FORTE DEI MARMI RUSSE

Sei mesi fa, allo scoppio della guerra in Ucraina, a Forte dei Marmi si erano addensate le nubi: la preoccupazione per il conflitto si sommava a quella per l’andamento dell’economia locale, trainata dal turismo e, in particolare, dai big spender russi e ucraini che nella cittadina della Versilia, diventata una delle mete internazionali del lusso, hanno messo radici da più di vent’anni.

PUTIN ZELENSKY

 

Sei mesi dopo

La previsione di un’estate senza russi, tenuti lontano dalla guerra e dalle sanzioni economiche, faceva paura, soprattutto dopo due anni in cui (tutte) le presenze straniere erano crollate a causa della pandemia: in Versilia i russi nel 2019 valevano 15mila arrivi e 74mila pernottamenti (cui si aggiungevano 2.450 ucraini con 9.285 pernottamenti); nel 2021 sono precipitati a poco più di tremila arrivi e 13.500 pernottamenti, con un calo vicino all’80%. Ma adesso, ad agosto inoltrato, gran parte di quei timori sull’estate 2022 si sono dissolti. I russi e gli ucraini al Forte ci sono. Contro ogni previsione. Hanno affittato ville, comprano moda di lusso, frequentano ristoranti, passeggiano per il centro, giocano a tennis.

forte dei marmi 2

 

Alcuni, proprietari di ville, sono arrivati addirittura in primavera, per sfuggire agli echi di una guerra che qui arriva ovattata e lontana. «Già da febbraio si è visto un fermento che non c’era mai stato – conferma Marco Vaiani, titolare con la famiglia di cinque ristoranti sul lungomare del Forte, tra cui l’elegante Bistrot, Fratellini’s e Pesce Baracca – un fermento che è figlio degli eventi geopolitici. Nei mesi successivi gli arrivi sono cresciuti. Ora che siamo nel pieno della stagione, le presenze di russi e ucraini sono tornate sui livelli del 2018-2019, cioè prima della pandemia. Non vedo differenze».

forte dei marmi,

 

Russi con casa a Londra e Roma

Vaiani ha una spiegazione per questa dinamica sorprendente: «L’80-90% dei nostri clienti vive a Ginevra o a Lugano, oppure ha casa a Londra o a Roma, dunque è ’occidentalizzato’ e ha facilità di movimento – spiega – non mi sembra che i loro usi e consumi siano stati toccati più di tanto dal conflitto. Diverso è per chi vive in Ucraina, che inevitabilmente ha visto cambiare molte cose». Anche un indicatore infallibile di presenze, com’è quello degli affitti di ville “da russi”, indica ’tutto esaurito’: “Non ci sono segnali di residenze prestigiose rimaste sul mercato – spiega Gianfranco Lorenzo del Centro studi turistici di Firenze – la stagione al Forte sta andando bene, anche se probabilmente il segmento russo si è ridimensionato nella componente rappresentata dalla classe media e dalle famiglie”.

FORTE DEI MARMI 1

 

L’assenza di famiglie russe si è in parte avvertita all’hotel Augustus, storico cinque stelle della cittadina toscana (per 40 anni, fino alla fine degli anni Sessanta, è stato il buen retiro estivo degli Agnelli) che prima del Covid, nei mesi di luglio e agosto, arrivava ad avere il 35% di clienti russi, con punte del 40%. «Alcune famiglie che vivono in Russia quest’estate non sono potute venire – spiega Giacomo Maschietto, amministratore delegato e proprietario del resort – e per noi è stato un grande dispiacere, visto che erano clienti storici. Per fortuna fin dallo scoppio della pandemia abbiamo deciso di diversificare i mercati e oggi, grazie al forte aumento di americani e arabi, stiamo tornando ai livelli pre-Covid».

FORTE DEI MARMI 2

 

All’Augustus nel mese di giugno la clientela russa si è fermata al 2%, in luglio è passata al 12%, in agosto toccherà il 15%. «La risalita è avviata – aggiunge Maschietto – e noi speriamo che i clienti russi, che restano un target importante, tornino presto ai livelli pre-Covid. Nella contrazione di quest’anno va anche considerato il fatto che chi si è mosso in ritardo non ha trovato posto, perchè dal 1 luglio al 20 agosto siamo al completo».

FORTE DEI MARMI

 

Discrezione degli esercenti

Non tutti gli alberghi e i negozi di lusso, al Forte, sono disponibili a rispondere a domande sulla presenza di russi. Molti preferiscono «non fornire dettagli su questo argomento così delicato» oppure si nascondono dietro frasi tipo «abbiamo pochi clienti russi». Il terreno scivoloso è quello dei pagamenti (e dei conti correnti e circuiti bancari da cui provengono), che sta facendo precipitare, tra l’altro, le richieste di rimborsi Iva attraverso gli operatori tax free. Global Blue, ad esempio, nel giugno scorso ha rilevato a Forte dei Marmi uno scontrino medio dei compratori russi pari a 578 euro, in calo del 61% rispetto al giugno 2019, e una spesa complessiva crollata rispetto al pre-pandemia.

 

Forte dei Marmi

Ma la flessione, come spiegano gli addetti ai lavori, è legata in gran parte alla volontà di non essere tracciati, e dunque al mancato ricorso dei russi al tax free, più che ai mancati acquisti. Di contro, volano le transazioni di arabi e americani, mai tanto presenti come quest’anno.«I russi e gli ucraini? Qui ci sono sempre state famiglie miste – spiega Umberto Buratti, ex sindaco di Forte dei Marmi e parlamentare nella legislatura che sta chiudendosi – e ci sono anche quest’anno.

 

HOTEL VILLA ROMA IMPERIALE DI FORTE DEI MARMI

Certo, mancano gli oligarchi vicini a Putin, ma per il resto le presenze russe contribuiscono a rendere buoni i dati sul turismo». Ora Forte dei Marmi, ormai entrata nell’elite delle destinazioni internazionali, spinta da valori immobiliari che continuano a crescere fino a sfiorare i 12-14mila euro al metro quadrato, sogna un’estate ai livelli pre-Covid: risalire dalle 300mila presenze del 2021 (dati Istat senza le locazioni turistiche) alle 412mila del 2019 non è un tabù, anche grazie ai russi.

putin zelenskyvladimir putin volodymyr zelenskyLA VIGNETTA DI VAURO SU ZELENSKY E PUTINMEME ZELENSKY PUTINforte dei marmi 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…