fabio de pasquale piercamillo davigo francesco greco paolo storari

PROCURA GUAI - INTERROGATI DAL CSM, IL GIUDICE MARCO TREMOLADA E IL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE, ROBERTO BICHI, HANNO CONFERMATO LE PRESSIONI DELLA PROCURA DI MILANO PER CONDIZIONARE L'ESITO DEL PROCESSO ENI - LE LORO RIVELAZIONI CONDIZIONERANNO LA SCELTA CHE ATTENDE IL CSM VENERDÌ, QUANDO IL CONSIGLIO DOVRÀ DECIDERE LA SORTE DEL PM PAOLO STORARI, DI CUI IL PROCURATORE GENERALE DELLA CASSAZIONE GIOVANNI SALVI HA CHIESTO LA RIMOZIONE IMMEDIATA DA MILANO…

francesco greco

Luca Fazzo per "il Giornale"

 

Corridoi deserti. Porte chiuse. Musi lunghi. Bocche cucite. La sensazione palpabile che si sia consumato qualcosa di irreparabile, e che nulla possa riportare la serenità nell'ufficio giudiziario che per decenni ha svolto un ruolo cruciale nella vita del Paese. Il «day after» della Procura della Repubblica di Milano, dopo la ribellione di quasi tutti i pubblici ministeri contro il capo Francesco Greco e in difesa del collega Paolo Storari, racconta anche visivamente come si sia toccato il punto di non ritorno.

 

FABIO DE PASQUALE

L'ufficio del procuratore Greco è chiuso e buio, buie le stanze dei pochi magistrati che gli sono rimasti vicini, quelli del «cerchio magico» contro cui durava da mesi il mugugno che il «caso Storari» ha scatenato. La partita, ieri e oggi, si gioca 500 chilometri più a sud, nella sede del Consiglio superiore della magistratura, investito in pieno dal ciclone dei verbali del «caso Amara» e dai veleni della Procura milanese. Davanti al Csm oggi sfileranno una lunga serie di toghe milanesi: compresi i leader della protesta, il capo dell'Antiterrorismo Alberto Nobili e la giovane pm Francesca Crupi.

 

francesco greco

Ma già ieri è stato sentito il magistrato che di questa vicenda è incolpevolmente al centro: Marco Tremolada, il giudice del caso Eni che il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale (con la benedizione o almeno la tolleranza di Greco) ha cercato di infangare usando i verbali di Amara, per impedirgli di assolvere gli imputati. È stato quello il primo errore del «cerchio magico». L'interrogatorio di Tremolada dura poco più di mezz' ora. Avviene a porte chiuse, i verbali sono secretati.

 

Ma si apprende che sia Tremolada che il suo superiore diretto, il presidente del tribunale Roberto Bichi, hanno confermato il dato cruciale, quello da cui nasce tutto: le pressioni della Procura per condizionare l'esito del processo Eni. Hanno risposto alle domande dei membri del Csm, hanno fornito carte.

 

FABIO DE PASQUALE

E le loro rivelazioni condizioneranno inevitabilmente la scelta delicata che attende il Csm venerdì, quando il Consiglio dovrà decidere la sorte di Storari, di cui il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi ha chiesto la rimozione immediata da Milano in quanto nocivo alla «serenità» dell'ufficio. Il documento firmato da oltre cento magistrati dimostra che se qualcuno a Milano turba la serenità del palazzo di giustizia non è certo Storari. Ieri Tremolada e Bichi indicano che i problemi erano ben altri.

PAOLO STORARI

 

E se Nobili e gli altri confermeranno il contenuto della lettera, per il Csm cacciare Storari diverrà impossibile. Ma a questo punto è chiaro che se Storari viene lasciato a Milano a uscire sconfitto dal caso è, insieme agli attuali vertici della Procura milanese, anche Giovanni Salvi, il pg della Cassazione, il magistrato più potente d'Italia. E c'è già chi sta affilando le armi contro il pg: ieri in difesa di Storari scende in campo Articolo 101, la agguerrita corrente di minoranza dell'Associazione nazionale magistrati.

 

giovanni salvi foto di bacco (1)

È possibile, dice in un comunicato, che della vicenda Amara «l'unico chiamato a risponderne sia Storari»? Ma soprattutto viene sollevato il problema della «credibilità del procuratore generale Giovanni Salvi»: «È noto che il procuratore generale appartiene alla corrente a cui per tradizione è affidata la guida della Procura di Milano, scena principale dello spettacolo in cui si inserisce la condotta contestata a Storari». Cioè Magistratura democratica.

PAOLO STORARI

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO