follia social tidepots challenge
Michela Allegri per il Messaggero
Si chiamano sfide coraggio, challenge. Sono competizioni sui social, battaglie fino all'ultimo hashtag, condotte a colpi di like. Spesso pericolosissime. L'ultima arriva dall'America e si sta diffondendo in tutta Europa: ragazzi che rischiano di avvelenarsi masticando le pastiglie che contengono il detersivo per la lavatrice. Il tutto, in diretta di fronte alla telecamera dello smatphone. Si tratta della Tide Pots Challenge che, dall'inizio dell'anno negli Stati Uniti, ha provocato una quarantina di intossicazioni. È l'ultima follia spuntata su Youtube, rimbalzata su Facebook e Instagram.
Negli Usa, le capsule sono prodotte appunto dalla Tide, un brand storico della Procter & Gamble. La sfida consiste nel fasi un video mentre si masticano le capsule. Il fenomeno era comparso l'anno scorso: nel 2017 l'Association of Poison Control aveva riportato 220 casi di intossicazione. I social sono già corsi ai ripari e i video sono stati progressivamente rimossi. La sfida è pericolosissima, visto che gli effetti collaterali vanno dalla tosse al soffocamento, fino al coma, dalle ustioni allo stomaco fino alla morte.
LE MODELa Tide Pots, per il momento, in Italia ha avuto una diffusione contenuta. È in coda a una lunga serie di assurde competizioni social. Quelle che vanno per la maggiore nel nostro Paese sono le challenge alcoliche. Ma anche il treno selfie, che nella Capitale ha come sfondo pure con i convogli della metro e gli autobus. Consiste nello scattarsi una fotografia mentre il mezzo è in arrivo, spostandosi all'ultimo secondo. Ma va di moda anche farsi video da rilanciare sul web mentre ci si sporge in bilico sui tetti dei palazzi. Ci sono poi le challenge autolesive: farsi letteralmente del male per mostrare coraggio, per superare amici e follower sconosciuti.
follia social tidepots challenge
Vince chi sopporta più a lungo il dolore, in diretta, di fronte all'obiettivo della webcam. Tra le competizioni più di tendenza, c'è la Eraser challenge, la sfida della cancellazione. Consiste nello sfregarsi una gomma sul braccio fino a provocarsi un'abrasione. C'è poi quella, nata in Inghilterra, che prevede di spruzzarsi a lungo il deodorante in alcune parti del corpo, con il getto ravvicinatissimo, fino a procurarsi vere e proprie ustioni. Una delle più pericolose, virale sul web, è la Salt and Ice Challenge, cioè la sfida del sale e del ghiaccio, che vengono messi a contatto con la pelle scatenando una reazione chimica che provoca bruciature, anche gravi. Instagram e Facebook sono pieni di video, esposti come trofei.
«Il problema è l'emulazione, la diffusione delle competizioni a macchia d'olio sul web - spiega Maura Manca, psicoterapeuta specializzata nelle problematiche emotive giovanili, docente e presidente dell'Osservatorio nazionale adolescenza - la cosa più grave è che spesso queste sfide si deformano, diventano ancora più estreme e pericolose, per andare oltre e guadagnare like. Non va sottovalutato l'effetto contagio, l'influenza esercitata da chi partecipa alla competizione: se non accetti il gioco paghi pegno o vieni considerato uno sfigato».
follia social tidepots challenge
SFIDE PATOLOGICHELe sfide spesso diventano patologiche. Come la bikini bridge, che si diffonde soprattutto in estate e che chiama in causa le ragazze. Consiste nel diventare talmente magre da permettere al costume da bagno di creare un ponte sospeso tra le ossa delle anche. O come la Blue Whale, nata nei gruppi web di adolescenti con tendenze al suicidio e diventata poi una sfida social.
«Le challenge più diffuse in Italia sono quelle alcoliche. Una moda diventata virale era la Neknominate - prosegue la Manca - che consiste nel filmarsi mentre si beve una pinta di birra». I dati sono allarmanti. Due adolescenti su dieci in Italia hanno partecipato ad una challenge sui social network e il 50 per cento è stato nominato, cioè invitato a partecipare. «Molte sfide hanno un momento di popolarità, poi progressivamente vengono dimenticate, ma possono sempre tornare in auge visto che sul web non esiste l'oblio. Un esempio classico è la Charlie challenge, che si era diffusa nel 2015 ed è tornata di moda negli ultimi mesi anche in Italia». Si tratta di una sorta di seduta spiritica in diretta web.