servizi segreti

QUELLO CHE NON AVRESTE MAI OSATO CHIEDERE SULLE SPIE - PAOLO SALVATORI, EX DIRETTORE DEL CONTRO-TERRORISMO RIVELA: “PERCHÉ IN ITALIA NON CI SONO STATI ATTENTATI? PERCHÉ ABBIAMO POCHI MUSULMANI CON CITTADINANZA ITALIANA, QUINDI APPENA INDIVIDUIAMO UN SOGGETTO PERICOLOSO POSSIAMO ESPELLERLO. LO IUS SOLI PUÒ ESSERE CONSIDERATO DOVEROSO MA DAL PUNTO DI VISTA TECNICO SI RIVELEREBBE UN PROBLEMA”

Giulia Villoresi per “il Venerdì - la Repubblica”

 

SPIE - PAOLO SALVATORI

Accade che le spie in pensione scrivano romanzi. Ma che pubblichino un saggio sui servizi segreti è un' assoluta rarità. Come tale va considerato il libro di una piccola casa editrice romana, La Lepre edizioni, che «per una serie di fortuite coincidenze» si è trovata per le mani una vera chicca editoriale, Spie?, un contributo alla comprensione del "sistema intelligence" - con un occhio di riguardo alla prospettiva italiana - scritto da un insider di alto profilo, Paolo Salvatori, ex direttore del contro-terrorismo e della struttura per il contrasto alla proliferazione delle armi non convenzionali per conto dei servizi segreti italiani.

 

PAOLO SALVATORI

Si tratta di una pubblicazione "autorizzata", come attestano la prefazione di Robert Gorelick, capo della Cia in Italia durante l'amministrazione Bush jr, e la postfazione dell'attuale capo dell' intelligence italiana Alberto Manenti.

 

In questo libro, dunque, il lettore non troverà indiscrezioni, ma potrà soddisfare molte curiosità e rivedere alcuni stereotipi, non necessariamente in favore di scenari meno intriganti. Ci si potrebbe chiedere, innanzi tutto, che aspetto abbia una spia.

 

Salvatori risponderebbe: dipende dal tipo di spia. Ci sono le «fonti»; ci sono i cosiddetti walk in, cioè quelli che si presentano alle ambasciate dichiarando di voler rivelare informazioni sensibili; ci sono i «ricercatori di informazioni» e quelli che le analizzano chiusi in un ufficio. E poi ci sono quelli che gestiscono spie.

 

Tecnicamente, i veri agenti segreti. Salvatori apparteneva a quest'ultima categoria.

Sessantaquattro anni ben portati, una moglie e due figli, un'aria informale e addirittura ingenua che in altri contesti non desterebbe alcun sospetto.

 

Come si diventa agenti segreti?

alberto manenti

«È l'organizzazione che ti sceglie, non il contrario. Io mi occupavo di commercio internazionale all'interno della macchina statale, in particolare di armi e alta tecnologia. All'inizio degli anni 80 è stato individuato il mio profilo e ho cominciato a svolgere per il servizio lo stesso tipo di attività, solo con metodologie non amministrative. Poi sono entrato nel settore operativo, cioè ricerca e analisi di informazioni».

 

Che informazioni?

«Informazioni riservate di interesse nazionale. È di queste che si occupano i servizi. L'intelligence, a differenza del servizio di sicurezza interna, opera all'estero, in Stati nemici o più o meno amici».

 

In quanti Paesi opera l'Italia?

«Questo è il segreto dei segreti. Nessun servizio ammetterebbe di avere agenti all'estero».

 

A proposito di segreti: le hanno mai fatto la macchina della verità?

«Non posso rispondere a domande così precise».

 

Restiamo nella teoria. Che qualità deve avere una spia?

«Potrei dire le qualità dell' attore, se non fosse che l' attore è un estroverso, il suo piacere di comunicare è reale, mentre la spia deve sapersi estraniare emotivamente. Quindi direi l'empatia dell' attore e il distacco dell' entomologo».

 

In una parola, schizofrenico.

LO SPIONAGGIO DELLA CIA

«Esattamente».

 

Esistono tecniche per imparare a esserlo?

«Sì. L'addestramento è un percorso parallelo all' attività professionale».

 

E a cosa vi addestrano, nello specifico?

«Non posso essere specifico».

 

Vi insegnano a sparare?

«Saper sparare non è essenziale. Tanto per intenderci, James Bond racchiude in una sola figura tutte le tipologie di agente. In realtà le condizioni tipiche di questo lavoro sono la solitudine e l'attesa. Si può restare ore in una stanza d'albergo aspettando una telefonata che magari non arriverà mai. E la tensione viene soprattutto dalla coscienza di non poter commettere errori. Non è una vita semplice».

 

E infatti, come spiega nel libro, le intelligence attuano un costante monitoraggio sullo «stato di soddisfazione» dei dipendenti, per individuare eventuali malesseri che potrebbero renderli vulnerabili alle lusinghe di servizi avversari.

«È una prassi delle intelligence avanzate. Che a tratti può risultare intrusiva».

 

LO SPIONAGGIO DELLA CIA

Immagino non possa essere più specifico.

«Per esempio venendo sottoposti periodicamente alla macchina della verità».

 

Quindi gliel'hanno fatta, la macchina della verità.

«Mi sta chiedendo se siamo un'intelligence avanzata?».

 

Mettiamola così.

«La risposta attiene a uno dei motivi per cui ho scritto il libro. Nei servizi italiani è in corso un processo di sviluppo e oggi ci troviamo a metà del guado. Per la prima volta è stato nominato direttore dell'Aise (l'Agenzia informazioni e sicurezza esterna, che ha sostituito il Sismi con la riforma dei servizi del 2007) un professionista proveniente dall' intelligence (Alberto Manenti), invece che un ammiraglio della Marina o un generale dei Carabinieri. È una rivoluzione da cui potrebbe uscire un'intelligence davvero avanzata. Ma servono altre riforme. In questo senso, il mio libro si propone anche come spunto per gli addetti ai lavori».

LO SPIONAGGIO DELLA CIA

 

Si spieghi meglio.

«In Italia manca una cultura d'intelligence. E non mi riferisco solo ai cittadini, ma agli stessi membri dei servizi, ai politici e ai magistrati. Se si conoscesse meglio la materia, l'opinione pubblica potrebbe contribuire in modo significativo al dibattito su temi essenziali come la sicurezza o la privacy. E chi legifera, d' altro canto, potrebbe migliorare l'organizzazione dei servizi, rendendoli finalmente efficienti».

 

Qual è l'intelligence più efficiente?

«Quella inglese. Lavorano tutti nella stessa direzione. Uno Stato perfettamente coordinato che ha nel servizio la sua punta di diamante».

 

È possibile dire che ogni intelligence ha la sua personalità, un po' come ogni popolo?

«Assolutamente sì».

 

Allora le propongo un gioco: mi dia un aggettivo per i servizi italiani.

MOSSAD images

«Fantasiosi».

 

I francesi?

«Incomprensibili. Hanno linee di azione difficili da inquadrare».

 

I russi?

«Vecchi. Lavorano come se il mondo fosse ancora quello della Guerra Fredda».

 

I tedeschi?

«Ipertecnologici».

 

Gli israeliani?

«Diciamo determinati».

 

E ora la Cia.

«Sovrana. Oltre a condurre le proprie operazioni, presiede a quelle di quasi tutte le agenzie che condividono gli stessi valori».

 

Sede dell\'MI5 servizi segreti inglesi

Una domanda che molti si fanno: perché in Italia non ci sono stati attentati?

«La polizia risponderebbe: perché abbiamo pochi musulmani con cittadinanza italiana, quindi appena individuiamo un soggetto pericoloso possiamo espellerlo, e questo impedisce la formazione di cellule di ispirazione jihadista».

 

I musulmani italiani, e probabilmente non solo loro, non apprezzeranno questa risposta.

«La jihad si sta de-globalizzando: c'è una jihad belga, una francese, e così via.

Per questo, se dal punto vista politico lo ius soli può essere considerato un doveroso atto di civiltà, dal punto di vista tecnico si rivelerebbe un problema».

 

A «saper sparare non è essenziale. più importante è riuscire a sopportare la solitudine» italia tutto sotto controllo Paolo Salvatori è un agente dei servizi segreti, ora in pensione.

Ha raccolto la sua esperienza in un libro. Qui ci dà alcune dritte sul suo lavoro. Con vari omissis.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...