giovanni salvi francesco greco

"LOGGIA UNGHERIA", L'AFFARE SI INGROSSA - NELLE DEPOSIZIONI A BRESCIA, IL PG DELLA CASSAZIONE, GIOVANNI SALVI, SOSTIENE DI AVER CONTATTATO FRANCESCO GRECO DOPO AVER SAPUTO DA DAVIGO DELL'INERZIA INVESTIGATIVA DELLA PROCURA DI MILANO: "HO SOLLECITATO CHE LE INDAGINI VENISSERO CONDOTTE CON UN CERTO RITMO. È POSSIBILE IO ABBIA FATTO RIFERIMENTO A DAVIGO COME FONTE DELLE MIE INFORMAZIONI MA NON SONO SICURO" - GRECO SMENTISCE: "NON HA SOLLECITATO NULLA E MAI MI HA PARLATO DI DAVIGO. ERA INTERESSATO AD AVERE ULTERIORI DOCUMENTI SUL CONSIGLIERE CSM, MANCINETTI DICENDO CHE…"

david ermini

Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

 

Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini, il 4 maggio 2020 riferì al Quirinale, non tramite lo staff ma direttamente in un colloquio serale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quanto l'allora consigliere Csm Piercamillo Davigo gli aveva confidato circa i verbali segreti dell'ex avvocato esterno Eni Piero Amara sulla presunta associazione segreta «Ungheria».

giovanni salvi foto di bacco (2)

 

Ermini lo testimonia alla Procura di Brescia, rimarcando d'aver non voluto leggere, e subito distrutto, i verbali di Amara poi lasciatigli da Davigo. E a ruota delle confidenze di Davigo pure a Giovanni Salvi, procuratore generale della Cassazione e membro del Comitato di presidenza Csm, divergono i ricordi negli interrogatori del teste Salvi e dell'indagato procuratore milanese Francesco Greco (poi con richiesta di archiviazione) sia sulla data sia sul contenuto della telefonata di Salvi a Greco nel maggio 2020 a ridosso della prima iscrizione milanese (12 maggio) per i verbali resi da Amara a dicembre 2019.

 

francesco greco e piercamillo davigo

Alla fine del lockdown, racconta il vicepresidente Csm, «Davigo mi invitò giù in cortile, lasciando i telefoni in stanza. Data la complessità del quadro mi suggerì di informare il presidente della Repubblica, perché riteneva giusto che sapesse. In serata, avendo già in mente di andare dal presidente che non vedevo ormai da un paio di mesi, mi recai al Quirinale, saltando il consigliere giuridico» Stefano Erbani. «Parlai personalmente al presidente di varie questioni e lo informai anche di quanto Davigo mi aveva raccontato.

il procuratore generale giovanni salvi foto di bacco (2)

 

Il presidente mi ascoltò senza fare commenti». E nessun commento anche ieri dal Quirinale, dove sono caratterizzati da riserbo i colloqui con il capo dello Stato, che peraltro su indagini in corso non può interferire. «Qualche giorno dopo o il giorno dopo», prosegue Ermini, Davigo «aveva una cartellina arancione con fogli di carta. Mi disse: "Ti ho portato le carte perché vorrei che leggessi le dichiarazioni di Amara".

 

Ero molto in difficoltà, averle depositate sulla mia scrivania mi poneva il problema di cosa farne, posto che non intendevo veicolarle al Comitato di presidenza senza una qualunque base di ricevibilità e utilizzabilità, come un esposto o una richiesta. Appena uscito Davigo, cestinai la cartellina. Quei verbali non li ho mai voluti leggere e li buttai senza aver preso conoscenza del loro contenuto». I tabulati del telefono di Greco, tra i molti contatti con il pg di Cassazione Salvi, mostrano un lungo sms il 7 maggio e 10 minuti al telefono il 9 maggio.

francesco greco

 

Davigo, dice Salvi, «senza alcun materiale cartaceo mi disse che a suo avviso era necessario che io, quale pg della Cassazione, avessi un chiarimento con il procuratore di Milano, essendosi lì determinato uno stallo dovuto al fatto che, secondo lui, Greco non assumeva alcuna iniziativa che desse impulso alle indagini», e «la Procura, pur a distanza di mesi, neppure aveva iscritto la notizia di reato. Io gli dissi: "Speriamo non ci vadano di mezzo persone per bene.

giovanni salvi foto di bacco (1)

 

Comunque farò quello che devo fare"». Cioè «chiamai Greco per avere chiarimenti. Mi si chiede se la mia prima telefonata a Greco si collochi tra l'incontro con Davigo» (tra il 4 e 6 maggio) «e il 12 maggio» (prima iscrizione a Milano), e «la cosa è verosimile, ma non posso darne certezza non avendo più quel cellulare». Salvi ricorda «d'avere più che altro sollecitato che le indagini venissero condotte con un certo ritmo. Abbiamo parlato delle iscrizioni e Greco, sia al telefono sia in un incontro nel mio ufficio il 16 giugno 2020, mi spiegò che in realtà non vi era stata da parte loro alcuna inerzia. È possibile io abbia fatto riferimento a Davigo come fonte delle mie informazioni ma non sono sicuro e non ho un ricordo preciso».

 

«Se Salvi ha detto che mi ha chiesto di accelerare l'indagine, di fare le iscrizioni, che Davigo compulsava o Storari si lamentava, se ne assumerà la responsabilità... ma non credo», sbotta Greco nell'interrogatorio trasmesso, come altri atti, agli ispettori del Ministero, a Csm e Cassazione. «Sia nella eventuale telefonata sia nell'incontro il 16 giugno, mai mi ha parlato di Davigo e Storari, e tantomeno di contrasti o indagini».

piercamillo davigo al tg2 1

 

Salvi, sostiene a sorpresa Greco, «era interessato ad avere ulteriori documenti su Mancinetti (consigliere Csm, ndr ), affermando genericamente che circolava voce di una indagine delicata a Milano su diversi magistrati; colpito, ne parlai con Pedio (sua vice, ndr ) esprimendo la preoccupazione della tenuta del segreto».

 

francesco greco

Per Greco non è vero che la telefonata di Salvi sollecitasse indagini e coordinamento con altre Procure: «Io questo lo contesto proprio decisamente, anzi mi meraviglio che abbia detto una cosa del genere. La prima cosa che avrebbe dovuto fare era avvisare che c'era stata una fuga di notizie (...), «mi sono stufato di persone che affermano cose giocando sulla pelle della Procura di Milano e mia, va bene? Va bene? Perché se no qui ognuno che passa dice quello che gli pare, compreso il pg della Cassazione». Per Greco, se l'iscrizione è del 12 maggio, «la maturazione delle scelte avviene tra il 22 ed il 24 aprile, e il 29 aprile convoco una riunione che per motivi non dipendenti dalla mia volontà si tiene l'8 maggio».

PIERO AMARA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”