"NON VOGLIAMO ESSERE MANDATI A MORIRE IN TRINCEA" - IN RUSSIA I GIOVANI CERCANO DI FUGGIRE DOPO LA MOBILITAZIONE DEI VENTENNI ANNUNCIATA DA PUTIN - PER I RENITENTI SONO ORA PREVISTI ANNI DI CARCERE. AD ESULTARE È INVECE LA COMPAGINE DEI NAZIONALISTI CHE CHE PER MESI HANNO INVOCATO LA "GUERRA TOTALE" ALL'UCRAINA…

-

Condividi questo articolo


Giovanni Pigni per “la Stampa”

 

GIOVANE SOLDATO RUSSO GIOVANE SOLDATO RUSSO

«Sinceramente ho abbastanza paura», ammette Vasily, uno studente della facoltà di Storia all'Università di San Pietroburgo. Pur non essendo un sostenitore dell'"operazione speciale" in Ucraina, Vasily non ha intenzione di sottrarsi nel caso venga chiamato a combattere. Mesi prima si era persino comprato un kit del pronto soccorso nel caso di chiamata alle armi. «Si tratta del mio Paese e come cittadino è mio dovere andare». Concorda il suo amico, Anton, 22 anni, caporale in riserva. In caso di mobilitazione, potrebbe essere tra i primi a finire al fronte. «Se mi chiamano vado, ma sinceramente preferirei evitare», aggiunge il giovane con tono fatalista.

 

Fino a ieri, per la maggior parte dei Russi il conflitto in Ucraina sembrava qualcosa di lontano. La maggior parte si era infatti scontrata solo con i suoi effetti collaterali: i viaggi per l'Europa cancellati, i marchi occidentali che scompaiono dai negozi e la necessità di scaricare un Vpn per usare Instagram e Facebook.

 

SOLDATI RUSSI SOLDATI RUSSI

D'altro canto, per molti non si trattava neppure di una vera guerra, ma di un'"operazione militare speciale", che fino ad oggi ha coinvolto qualche decine di migliaia di militari professionisti e volontari. La situazione ora potrebbe cambiare drasticamente: sembra solo questione di giorni prima che la Russia annetta i territori occupati dell'Ucraina tramite referendum, portando formalmente il conflitto sul proprio territorio, con tutte le drammatiche conseguenze.

 

In quel caso, la guerra vera potrebbe irrompere nelle vite di milioni di cittadini russi.

 

Le parole "mobilitazione" e "leggi marziale", fino a ieri poco più che spauracchi per il russo comune, sono state incluse ieri nel codice penale dai parlamentari della Duma, assumendo una connotazione ben più reale. È comunque ancora presto per dire se e in che modalità verrà attuata la mobilitazione. Secondo la legge russa, una mobilitazione parziale potrebbe riguardare solo alcune regioni del Paese.

GIOVANE SOLDATO RUSSO GIOVANE SOLDATO RUSSO

 

«Bisogna prepararsi al peggio», dice Pavel, 30 anni, video editor di San Pietroburgo. Fortemente contrario alla guerra, Pavel sta ora cercando biglietti aerei a buon mercato per la Turchia e per l'Armenia. Non ha nessuna intenzione di combattere in Ucraina. In caso di mobilitazione, giovani russi come lui potrebbero non poter lasciare il Paese e per i renitenti sono ora previsti anni di carcere. Ad esultare è invece la compagine dei nazionalisti, che per mesi hanno invocato la mobilitazione e la "guerra totale" all'Ucraina. Dopo i recenti insuccessi incassati dall'esercito russi durante la recente controffensiva ucraina, le loro voci si erano fatte sempre più frustrate. Alla fine, sembra che il Cremlino li abbia ascoltati.

 

soldato russo sotto accusa da kiev soldato russo sotto accusa da kiev

«Meglio tardi che mai», si legge in un post sul canale Telegram di nazionalisti radicali Govorit Topaz. «L'inizio dello scannamento totale e spietato dei maiali è qualcosa di fantastico», si legge in un altro post. Una sete di sangue, quella dei nazionalisti, ben lontana dal riflettere l'umore della maggioranza dei russi, in gran parte indifferenti alla politica. Nei prossimi giorni la Russia potrebbe entrare in terra incognita. Il regime di Vladimir Putin si è infatti sempre fondato su un patto tacito tra i cittadini e lo Stato: i primi non si immischiano nella politica, mentre il secondo non interferisce nelle loro vite private. Nel caso di una mobilitazione della società, totale o parziale, il patto potrebbe incrinarsi con conseguenze imprevedibili per il sistema. 

putin putin

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…