L’IRLANDA BOCCIA IL REFERENDUM PER RENDERE LA COSTITUZIONE “MENO SESSISTA” - IL POPOLO IRLANDESE DOVEVA DECIDERE SU DUE QUESITI: ALLARGARE IL CONCETTO DI "FAMIGLIA FONDATA SUL MATRIMONIO" A OGNI FORMA DI "RELAZIONE DURATURA" ED ELIMINARE L'ARTICOLO CHE FISSA COME UN DOVERE "LA CURA DOMESTICA" DA PARTE DELLA DONNA – ALLA FINE HA VINTO LA PARTE PIU’ TRADIZIONALISTA DELL’ISOLA, IN BARBA ALLE FEMMINISTE...

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irlanda: doppio referendum su matrimonio e donne al lavoro 7 irlanda: doppio referendum su matrimonio e donne al lavoro 7

1. IRLANDA BOCCIA REFERENDUM PER COSTITUZIONE 'MENO SESSISTA'

(ANSA-AFP) - In Irlanda è stato sconfitto il doppio referendum sulla ridefinizione del ruolo della famiglia e delle donne nella Costituzione. "Penso che sia chiaro - ha reso noto il primo ministro Leo Varadkar - che i due referendum sull'emendamento sulla famiglia e sull'emendamento sull'assistenza siano stati sconfitti".

 

Il primo quesito proponeva di allargare il concetto di "famiglia fondata sul matrimonio" inserito nella Costituzione del 1937 a ogni forma di "relazione duratura" e di "convivenza fra coppie o con i figli"; mentre il secondo puntava a eliminare l'articolo che fissa come un dovere "la cura domestica" da parte della donna.

 

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2. 8 MARZO: IRLANDA AL VOTO SU UNA COSTITUZIONE 'MENO SESSISTA'

(ANSA) - Gli irlandesi tornano oggi al voto per un doppio referendum di liberalizzazione sul fronte dei diritti civili in una repubblica sempre più lontana dall'immagine tradizionale di Paese "cattolicissimo".

 

In ballo due quesiti, relativi al diritto di famiglia e al ruolo della donna, fissati in calendario proprio in occasione della Giornata Internazionale dell'8 marzo: il primo propone di allargare il concetto di "famiglia fondata sul matrimonio" inserito nella Costituzione del 1937 a ogni forma di "relazione duratura" e di "convivenza fra coppie o con i figli"; mentre il secondo punta a eliminare l'articolo che fissa come un dovere "la cura domestica" da parte della donna.

 

Le urne chiuderanno alle 22 e il risultato è atteso domani. Sulla carta appare scontato, tenuto conto dell'attuale contesto sociale dell'Irlanda - che negli anni scorsi ha tra l'altro liberalizzato a valanga per via referendaria l'aborto - e del consenso unanime a favore del sì dei partiti rappresentati in Parlamento.

 

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Ma gli ultimi sondaggi indicano un malumore crescente alimentato da un lato dai settori più tradizionalisti dell'isola e dall'altro da elettori progressisti che giudicano vaghi e parziali i quesiti messi a punto dal governo a guida di centro-destra: frutto della necessità di "bilanciare gli equilibri" interni alla coalizione, come ammesso dallo stesso premier Leo Varadkar, primo capo del governo di Dublino gay e figlio di padre immigrato.

 

Dall'opposizione, i nazionalisti di sinistra radicale dello Sinn Fein, divenuti partito di maggioranza relativa alle ultime elezioni, ma tenuti fuori dal potere, hanno confermato intanto per bocca della loro leader, Mary Lou McDonald, di aderire al sì, liquidando tuttavia i due referendum alla stregua di "piccoli passi in avanti".

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Di "voto per l'uguaglianza" hanno comunque parlato varie associazioni femministe. Mentre organizzazioni per la tutela delle persone con handicap hanno denunciato al contrario il rischio che la cancellazione dell'articolo sulla "cura domestica" si traduca di fatto nella liquidazione dei disabili come un peso da scaricare privatamente sulle famiglie; e in un'abdicazione dello Stato a parte dei compiti di "assistenza pubblica".

 

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