COMMISSIONE ORLANDI CONVOCA MARITO NATALINA
(ANSA) - E' stata calendarizzata per il 5 dicembre prossimo l'audizione in Commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi, di Andrea Mario Ferraris, marito di Natalina Orlandi. La convocazione è maturata dopo l'ultimo ufficio di presidenza di martedì scorso.
CASO EMANUELA ORLANDI: L'OMBRA DI DE PEDIS E LE ALTRE PISTE NEL DOSSIER SEGRETO DEL VATICANO
Fabrizio Peronaci per il “Corriere della Sera” - Estratti
Nel quarantennale intrigo sulla scomparsa di Emanuela Orlandi irrompe dunque il dossier segreto del Vaticano. È stato il promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, titolare dell’inchiesta aperta un paio d’anni fa, a rompere il silenzio: «Il dossier al quale allude Pietro Orlandi, quello di cui parlò Paolo Gabriele, esiste, lo abbiamo trovato. Abbiamo cercato di capirne la genesi. Il problema è depurare i documenti veri da quelli che non lo sono», ha detto il magistrato mercoledì.
Colpo di scena, dunque. Nel bailamme di voci su una presunta «trattativa» Italia-Santa Sede che si rincorrono dal 2012, a partire da un incontro a lungo negato tra il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, e i vertici della Gendarmeria, per la prima volta una fonte ufficiale ammette che nelle sacre mura è custodito un fascicolo con il nome della figlia del messo pontificio mai più tornata a casa da quel lontano 22 giugno 1983 .
Ma cosa conterrebbe di «sensibile» e rilevante a fini istruttori il controverso dossier? «Il contenuto è riservato», taglia corto Diddi. Il combinato disposto tra indiscrezioni e analisi delle carte, tuttavia, consente alcune ipotesi: di certo all’attenzione del Vaticano c’è stata la questione della estumulazione della salma del boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis, dalla cripta della basilica di Sant’Apollinare, decisa proprio nel 2012, dopo che una telefonata anonima a Chi l’ha visto? aveva collegato il giallo Orlandi a «Renatino»; niente di più facile, quindi, che il Vaticano abbia archiviato tutti gli atti, interrogatori compresi, relativi all’«indegna sepoltura».
Inoltre, sono state a più riprese oggetto di approfondimenti le tre rogatorie presentate negli anni Novanta dalla Procura di Roma, con richiesta di collaborazione della Santa Sede nelle indagini, istanza secondo gli inquirenti italiani lasciata sistematicamente cadere. E ancora: due posizioni controverse che coinvolgono ambienti ecclesiastici hanno forse trovato qualche riscontro nel dossier? Si tratta di quelle di monsignor Pietro Vergari, indagato nel 2008 assieme a tre elementi della banda della Magliana, e di un alto gendarme vaticano anch’egli sospettato e poi prosciolto, che la mamma di Mirella Gregori credette di riconoscere come «contatto» al momento dell’adescamento della figlia, la cui scomparsa è stata «inglobata» nel mistero Orlandi.
Emanuela Orlandi, un intrigo internazionale - COPERTINA
Immediata, con una «storia» sui social, la replica di Pietro Orlandi: «Facciamo finta di credere che il dossier l’abbiano trovato ora e che non stava già in Segreteria di Stato dal 2012, ma va bene... L’importante è che hanno ammesso di averlo, anche se dicono che “il contenuto è riservato”... Naturalmente speriamo non modificato».
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Lo stesso Diddi ha rilevato che sul caso Orlandi esistono almeno 5 piste e «se non tutte sono false, certamente non tutte possono essere vere.
Stiamo cercando di eliminare quelle non attendibili». Le piste riepilogate, tra loro «alternative», sono quella relativa «alle problematiche in ambito familiare», «all’abuso in Vaticano, addirittura da ultimo con la vergognosa aggressione a Giovanni Paolo II», «c’è quella dell’intrigo internazionale», «quella del ricatto economico con coinvolti lo Ior e il Banco ambrosiano» e quella «della banda della Magliana».
PAPA RATZINGER E PIETRO VERGARI