1. IL 15 NOVEMBRE DI 14 ANNI FA, EDOARDO AGNELLI - L’UNICO FIGLIO MASCHIO DI GIANNI E MARELLA - VENNE RINVENUTO AI PIEDI DI UN VIADOTTO DELL’AUTOSTRADA TORINO-SAVONA. L’UNICA COSA CERTA È CHE EDOARDO È MORTO E NESSUNO SI E' DEGNATO DI UN NECROLOGIO 2. MONCALVO: “NON SAREBBE CORRETTO DIRE NÉ CHE SI SIA SUICIDATO, NÉ CHE SIA STATO SUICIDATO E BUTTATO GIÙ DAL VIADOTTO. NEL MIO LIBRO “AGNELLI SEGRETI” SONO PUBBLICATI GLI ATTI DELLA MANCATA “INCHIESTA”: NON È STATA FATTA L’AUTOPSIA, NÉ PRELEVATO UN CAMPIONE DI SANGUE O DI TESSUTO ORGANICO, IL MEDICO LEGALE HA SBAGLIATO L’ALTEZZA E IL PESO (20 CM E 40 KG. IN MENO), NON SONO STATE SEQUESTRATE LE REGISTRAZIONI DELLE TELECAMERE DI SORVEGLIANZA DELLA SUA VILLA A TORINO, GLI UOMINI DELLA SCORTA NON HANNO SAPUTO SPIEGARE PERCHÉ PER QUATTRO GIORNI NON LO HANNO SEGUITO E PROTETTO 3. ECCO PERCHÉ OGGI SI PUÒ PARLARE SOLO DI “MORTE” E NON DI SUICIDIO O OMICIDIO O ALTRO

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Edoardo e Gianni Agnelli Edoardo e Gianni Agnelli

Gigi Moncalvo (www.gigimoncalvo.com)

 

Il 15 novembre di quattordici anni fa, Edoardo Agnelli – l’unico figlio maschio di Gianni e Marella – moriva tragicamente. Il suo corpo venne rinvenuto ai piedi di un viadotto dell’autostrada Torino-Savona, nei pressi di Fossano. Settantasei metri più in alto era parcheggiata la Croma di Edoardo, l’unico bene materiale che egli possedeva e che aveva faticato non poco a farsi intestare convincendo il padre a cedergliela. L’unica cosa certa di quella vicenda è che Edoardo è morto.

edoardo agnelli edoardo agnelli

 

edoardo gianni agnelli edoardo gianni agnelli

Non sarebbe corretto dire né che si sia suicidato, né che sia stato suicidato, né che sia volato, né che si sia lanciato, né che sia stato ucciso e il suo corpo sia stato buttato giù dal viadotto. Nel mio libro “Agnelli Segreti” sono pubblicati otto capitoli con gli atti della mancata “inchiesta” e delle misteriose e assurde dimenticanze del Procuratore della Repubblica di Mondovì, degli inquirenti, della Digos di Torino.

 

edoardo agnelli edoardo agnelli 3 dado ruspoli 06 edoardo agnelli 3 dado ruspoli 06 edoardo agnelli

Tanto per fare alcuni esempi non è stata fatta l’autopsia, né prelevato un campione di sangue o di tessuto organico, né un capello, il medico legale ha sbagliato l’altezza e il peso (20 cm e 40 kg. In meno), non sono state sequestrate le registrazioni delle telecamere di sorveglianza della sua villa a Torino, gli uomini della scorta non hanno saputo spiegare perché per quattro giorni non lo hanno protetto, seguito, controllato come avevano avuto l’ordine di fare dalla madre di Edoardo.

 

Giovanni Agnelli e famiglia Giovanni Agnelli e famiglia

Nessuno si è nemmeno insospettito di un particolare inquietante rivelato dalla Scientifica: all’interno dell’auto di Edoardo (equipaggiata con un motore Peugeot!) non sono state trovate impronte digitali né all’interno né all’esterno. Ecco perché oggi si può parlare con certezza solo di “morte” e non di suicidio o omicidio o altro.

 

Dopo 14 anni l’inchiesta è ancora secretata – anche se io l’ho pubblicata lo stesso, anzi l’ho voluto fare proprio per questo -, e nessun necrologio ha ricordato la morte del figlio di Gianni Agnelli. Nella cosiddetta “Royal Family” i personaggi scomodi o “contro” vengono emarginati, dimenticati, cancellati. Basta guardare che cosa è successo alla figlia Margherita, “colpevole” di aver portato in tribunale i consiglieri e gli amministratori del patrimonio del padre: Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Siegfried Maron (il capo del “family office” di Zurigo che amministrava il patrimonio personale di Gianni Agnelli nascosto all’estero).

Giovannino AGNELLI Giovannino AGNELLI

 

GIANLUIGI GABETTI ALLA MESSA PER AGNELLI FOTO ANSA GIANLUIGI GABETTI ALLA MESSA PER AGNELLI FOTO ANSA

Margherita, quando ci sono dei lutti in famiglia, viene persino umiliata mettendo il suo necrologio in fondo a una lunga lista, anziché al secondo posto in alto, subito dopo sua madre, come imporrebbe la buona creanza. Per l’anniversario della morte di Edoardo nessun necrologio su “la Stampa” né sul “Corriere” – i due giornali di proprietà di Jaky -, né poche righe di ricordo, nemmeno la notizia di una Messa celebrativa.

 

Edoardo, dunque, cancellato, come sua madre, come Giorgio Agnelli, uno dei fratelli di Gianni, rimosso dalla memoria per il fatto di essere morto tragicamente in un ospedale svizzero. E cancellato perfino come Virginia Bourbon del Monte, la mamma di Gianni e dei suoi fratelli: Umberto, Clara, Cristiana, Maria Sole, Susanna, Giorgio. Gianni non andò nemmeno ai funerali di sua madre nel novembre 1945.

jpar10 gigi moncalvo jpar10 gigi moncalvo

 

Giovanni Spadolini, marella e Susanna Agnelli, Marco Benedetto, Cesare Romiti Giovanni Spadolini, marella e Susanna Agnelli, Marco Benedetto, Cesare Romiti

Tornando a oggi Edoardo è stato ricordato da un paio di mazzi di fiori fatti arrivare all’esterno della tomba di famiglia di Villar Perosa (qualcuno ha forse negato l’autorizzazione che venissero collocati all’interno?) da Allaman, in Svizzera, da sua sorella Margherita e dai cinque nipoti nati dal secondo matrimonio della signora con il conte Serge de Pahlen (si chiamano Pietro, Sofia, Maria, Anna, Tatiana). Margherita ha fatto celebrare una Messa privata a Villar Perosa, così come a Torino ha fatto l’amico di sempre, Marco Bava.

FRANZO GRANDE STEVENS E ALAIN ELKANN- Copyright Pizzi FRANZO GRANDE STEVENS E ALAIN ELKANN- Copyright Pizzi

 

Tutto qui. I due nipoti di Edoardo, Jaky e Lapo, hanno dimenticato l’anniversario. Lapo ha trascorso la giornata a inondare agenzie e social network di stupidaggini puerili su Diego Della Valle. Invece di contestare in modo convincente e solido i rilievi del creatore di Hogan, Fay e Tod’s (“L’Italia cambierà quando capirà quanto male ha fatto questa famiglia al Paese”), il fratello minore di Jaky, a corto di argomentazioni, ha detto tra l’altro: “Una macchina può far sognare più di un paio di scarpe”. Evidentemente Sergio Marchionne non gli ha ancora comunicato che la sua più strepitosa invenzione è stata quella della “fabbrica di auto che non fa le auto”.

AGNELLI SEGRETI DI GIGI MONCALVO AGNELLI SEGRETI DI GIGI MONCALVO

 

agnelli nipoti lapo john elkann agnelli nipoti lapo john elkann

E al tempo stesso, evidentemente il fratello di Lapo non gli ha ancora spiegato che la FIAT (anzi la FCA) ha smesso da tempo di produrre auto in Italia, eccezion fatta per pochi modelli di “Ducato” in Val di Sangro o qualche “Punto” a Pomigliano d’Arco con un terzo di occupati in meno, o poche “Maserati Ghibli” e “Maserati 4 porte” a Grugliasco (negli ex-stabilimenti Bertone ottenuti in regalo, anziché creare linee di montaggio per questi modelli negli stabilimenti Fiat chiusi da tempo: a Mirafiori lavorano un paio di giorni al mese 500 operai in cassa integrazione a rotazione su 2.770). Oggi FCA produce la Panda e piccoli SUV in Serbia, altri modelli in Messico, Brasile, Polonia (Tichy), Spagna (Valladolid e Madrid), Francia.

Lapo John Elkann e Lavinia Borromeo Lapo John Elkann e Lavinia Borromeo

 

Eppure Lapo una volta davanti alle telecamere disse di suo zio Edoardo: «Era una persona bella dentro e bella fuori. Molto più intelligente di quanto molti l’hanno descritto, un insofferente che soffriva, che alternava momenti di riflessività e momenti istintivi: due cose che non collimano l’una con l’altra, ma in realtà era così». A Villar Perosa “ci sono state tante gioie ma anche tanti dolori”.

 

GINEVRA JOHN LAPO ELKANN CON LAVINIA BORRONEO GINEVRA JOHN LAPO ELKANN CON LAVINIA BORRONEO

Dice Lapo: «Con tutto l’affetto e il rispetto che ho per lui e con le cose egregie che ha fatto nella vita, mio nonno era un padre non facile… Quel che si aspetta da un padre, dei gesti di tenerezza, non parlo di potere… i gesti normali di una famiglia normale, probabilmente mancavano». E poi riconosce quanto abbia pesato su Edoardo l’indicazione di far entrare Jaky nell’impero Fiat: «Credo che la parte difficile sia stata prima, la nomina di Giovanni Alberto. Poi, Jaky è stata come una seconda costola tolta. Ma Edoardo si rendeva conto che non era una posizione per lui».

LAPO E JOHN ELKANN LAPO E JOHN ELKANN

 

Questo è vero solo in parte. Certo, Edoardo annoverava tra gli episodi che probabilmente vennero utilizzati per stopparlo e rintuzzare eventuali sue ambizioni, pretese dinastiche o velleità successori, anche la virtuale “investitura” – attraverso un settimanale francese – con cui venne mediaticamente, ma solo mediaticamente e senza alcun fondamento reale, concreto, sincero, candidato suo cugino Giovanni Alberto alla successione in Fiat.

MARGHERITA AGNELLI MARGHERITA AGNELLI

 

In realtà non c’era nessuna intenzione seria dell’Avvocato di addivenire a questa scelta, nessuno ci aveva nemmeno mai pensato davvero, se non Cesare Romiti per spostare l’attenzione dai guai giudiziari e dalle buie prospettive che lo riguardavano ai tempi dell’inchiesta “Mani Pulite”.

Gianni e Margherita Agnelli il giorno delle nozze con John Elkann Gianni e Margherita Agnelli il giorno delle nozze con John Elkann

 

Il nome del povero Giovannino venne strumentalizzato e dato in pasto ai giornali, una beffa atroce, mentre le vere intenzioni erano ben altre e quel nome così pulito e presentabile veniva strumentalizzato con la tacita approvazione di suo zio Gianni (lo rivela documentalmente in un suo libro l’ex direttore generale Fiat, Giorgio Garuzzo).

 

Margherita e Marella Agnelli Margherita e Marella Agnelli

Edoardo non conosceva in profondità questi retroscena, aveva anch’egli creduto davvero che la scelta del delfino fosse stata fatta alle sue spalle, si era un poco indispettito, non per la cooptazione del cugino, o perché ambisse essere al posto suo, ma perché riteneva che non ci fosse alcun bisogno di anticipare i tempi in quel modo, tanto più che a quell’epoca Giovannino era un ragazzo non ancora trentenne.

 

C’era un altro punto che lo infastidiva: il fatto che Giovannino non lo avesse informato direttamente, i rapporti tra loro erano tali per cui Edoardo si aspettava che fosse proprio lui a dirglielo, prima che la notizia uscisse sui giornali. L’equivoco venne risolto in fretta. Giovannino non appena venne a conoscere l’irritazione di Edoardo per questo aspetto formale della vicenda, volle subito vederlo, si incontrarono, chiarirono tutto, il figlio di Umberto gli spiegò come stavano davvero le cose, e come stessero usando il suo nome senza che potesse farci nulla.

umberto agnelli MONTEZEMOLO umberto agnelli MONTEZEMOLO

 

Edoardo si indispettì ancora di più contro l’establishment della Fiat e si meravigliò che il padre di Giovannino non avessi reagito con maggiore durezza. Ma Umberto, francamente, che cosa avrebbe potuto fare? Stavano, per finta, designando suo figlio per il posto di comando e lui poteva permettersi di piantare grane?

 

Umberto e Gianni Agnelli Umberto e Gianni Agnelli

Poi Giovannino morì e al suo posto, pochi giorni dopo il funerale nel dicembre 1997, nel consiglio di amministrazione della Fiat venne nominato John Elkann, che di anni ne aveva appena ventidue e nemmeno era laureato. Edoardo, nella sua ultima illuminante intervista a Paolo Griseri de “il Manifesto” (15 gennaio 1998), dà una risposta netta sul suo, e di suo padre, “nipotino” Jaky: “Considero quella scelta uno sbaglio e una caduta di stile, decisa da una parte della mia famiglia, nonostante e contro le perplessità di mio padre, che infatti all’inizio non voleva dare il suo assenso. Non si nomina un ragazzo pochi giorni dopo la morte di Giovanni Alberto, per riempire un posto. Se quel posto fosse rimasto vacante per qualche mese, almeno il tempo del lutto, non sarebbe successo niente. Invece si è preferito farsi prendere dalla smania con un gesto che io considero offensivo anche per la memoria di mio cugino”.

UMBERTO AGNELLI E ANTONELLA BECHI PIAGGIO AL BALLO SERRA DI CASSANO UMBERTO AGNELLI E ANTONELLA BECHI PIAGGIO AL BALLO SERRA DI CASSANO agnelli umberto e suni agnelli umberto e suni

 

Edoardo, e questo è un passaggio fondamentale, afferma che suo padre nutriva perplessità per quella scelta su Jaky. Sostiene che l’Avvocato “in un primo tempo non voleva dare il suo assenso”. Forse era davvero questa la realtà. Forse Gabetti e Grande Stevens già stavano tramando per mettere sul trono, dopo la morte dell’Avvocato, una persona debole, giovane, inesperta, fragile e quindi facilmente manovrabile e condizionabile.

 

I giovanissimi Andrea agnelli col padre Umberto e John Elkann col nonno Gianni I giovanissimi Andrea agnelli col padre Umberto e John Elkann col nonno Gianni

Le trame si erano concretizzate tra la fine dell’inverno e la primavera del 1996 e la vittoria di Gabetti e Grande Stevens era stata sancita nello studio del notaio Morone di Torino il 10 aprile. Fu quello il momento in cui Edoardo venne, formalmente, messo alla porta, escludendo il suo nome dall’elenco dei soci della “Dicembre”. Anche se, in base al diritto successorio italiano, al momento della morte di suo padre Edoardo sarebbe entrato di diritto, come erede legittimo, nella “Dicembre”.

UMBERTO E GIANNI AGNELLI UMBERTO E GIANNI AGNELLI

 

La società-cassaforte che ancor oggi controlla FCA, EXOR, Accomandita Giovanni Agnelli e tutto l’impero. Una società in cui Gabetti e Grande Stevens (insieme a sua figlia Cristina) e al commercialista Cesare Ferrero posseggono una azione da un euro ciascuno che conferisce poteri enormi e decisivi.

 

Al di là di questo, c’era un’immagine che dava un enorme fastidio a Edoardo: che suo padre si circondasse in molte occasioni pubbliche, e private, di Luca di Montezemolo. In quanti hanno detto, almeno una volta: “Ma Montezemolo, per caso, è figlio di Gianni Agnelli?”. Comunque sia, un figlio, un vero figlio, che cosa può provare nel vedere suo padre che passa più tempo con un estraneo (perché è certo: Luca non è figlio dell’Avvocato, anche se ha giocato a farlo credere) piuttosto che con lui, ad esempio in occasioni pubbliche come lo stadio, i box della formula 1 durante i Gran Premi, per le regate di Coppa America, in barca, sugli sci, in altre mille occasioni.

edoardo agnelli edoardo agnelli

 

AGNELLI EDOARDO E GIANNI AGNELLI EDOARDO E GIANNI

Un giorno di novembre del 2000 un signore di Roma era nell’ufficio di Gianni Agnelli a Torino per parlare d’affari. All’improvviso si aprì la porta, entrò Edoardo come una furia ed esclamò: “Sei stato capace di farmi anche questo! Hai fatto una cosa per Luca che per me non hai mai fatto in tutta la mia vita. E non saresti nemmeno mai stato capace di fare”. Sbattè la porta e se ne andò. Una settimana dopo è morto.

 

Comunque sia, ecco perché Jaky non ha voluto ricordare nemmeno quest’anno suo zio Edoardo.

Ma Lapo, che ha vissuto una vicenda per qualche aspetto analoga a quella dello zio e che per fortuna si è conclusa senza tragiche conseguenze (l’overdose a casa di Donato Brocco in arte “Patrizia”, la scorta che anche in questo caso “dimentica” di seguirlo, proteggerlo, soccorrerlo, e infine dopo l’uscita dal coma Lapo “costretto” a vendere le sue azioni per 168 milioni di euro), non avrebbe dovuto, non deve e non può dimenticarsi di zio Edoardo.

Famiglia Agnelli Famiglia Agnelli

 

E’ proprio vero: questi giovanotti, autonominatisi “rappresentanti” della Famiglia Agnelli” mentre invece sono solo degli “Usurpateurs”, non sanno nemmeno in certi casi che cosa voglia dire rispetto, rimembranza, memoria, dolore, culto dei propri parenti scomparsi.

 

agnelli figlio edoardo trapattoni agnelli figlio edoardo trapattoni

PS: Discorso analogo per la Juventus. Sul suo sito ufficiale ha “dimenticato” di ricordare sia Edoardo, che fu consigliere d’amministrazione, che l’indimenticato Vittorio Chiusano, ex presidente e vero avvocato dell’Avvocato (lo tolse dai guai ai tempi di “Mani Pulite”), scomparso nel luglio 2003, sei mesi dopo la morte di Gianni Agnelli (e da lì, aspettando che morisse anche Umberto, cosa che avvenne nel maggio 2004, qualcuno trovò il “coraggio”, anche all’interno della Royal Family, per attivare i meccanismi di “Calciopoli”).   Non una riga, per nessuno dei due. Quando si dice lo “stile Juventus”.

 

 

 

 

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