il recovery di mario draghi

C'È POCO DA SCIALACQUARE - PER CAPIRE QUANTO L'EUROPA CI STIA COL FIATO SUL COLLO BASTA PENSARE CHE NELLE 2.486 PAGINE DEL RECOVERY PLAN ITALIANO DA 205 MILIARDI DI EURO ABBIAMO DOVUTO SEGNALARE PURE 20 MILA EURO DI SPESE DI CANCELLERIA PER LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA - BRUXELLES VUOLE VEDERCI CHIARO ANCHE SUI MILLE ADDETTI CHE IL GOVERNO INTENDE ASSUMERE PER ASSISTERE GIUDICI E MAGISTRATI E SUI 300 MILIONI PER LE START UP: DA QUI AL 2026 I PALETTI SARANNO INFLESSIBILI...

Federico Fubini per il “Corriere della Sera

 

meme su Mario Draghi e il recovery plan

Il tipo di allenamento che aspetta i governi italiani di qui al 2026 è condensato in un aggettivo a pagina 540 delle 2.486 pagine del Recovery nella sua versione più vera. Quella estesa, mandata definitivamente a Bruxelles. L'aggettivo è «inevitabile» e si riferisce all'aumento dei costi di cancelleria legati alla riforma della giustizia per selezionare il nuovo personale da assumere.

 

La spesa per buste, risme di carta, spillatrici «di un totale stimato di 20 mila euro». È letteralmente lo 0,00001% dei 205 miliardi di euro di cui si compone il Recovery italiano. E il fatto che il piano esteso scenda a questo livello di dettaglio ha in sé un significato: la Commissione Ue sarà attenta a ogni euro di spesa e ai relativi ingranaggi; lo sarà con il governo di Mario Draghi e ancora di più con quelli che verranno dopo.

 

MARIO DRAGHI RECOVERY PLAN

Chiunque siederà a Palazzo Chigi fino al 2026 ha di fatto ha una strada segnata nei dettagli - anche dei tempi delle riforme, non solo nel merito - se vuole accedere ai fondi europei. Già ora la Commissione è molto attenta. Lo si intuisce dai commenti ancora inediti al piano che la task force di Bruxelles dedicata all'Italia ha già allegato alle 2.486 pagine.

 

Il Recovery con le cosiddette schede-progetto pesava mezzo migliaio di pagine, quando in gennaio è andato in crisi il governo di Giuseppe Conte. In due mesi con Draghi è cresciuto di cinque volte, continuando uno scambio con Bruxelles che era già partito in ottobre. Il risultato sembra soddisfacente per la Commissione, perché le osservazioni e le richieste di chiarimento non sono molte. Ma ci sono.

 

DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO

Dalle riforme della giustizia, ai sussidi per le imprese, fino ai poteri di decisione e controllo sulla spesa, il vaglio sull'Italia è (e resterà) minuziosissimo. Vediamo dunque cosa scrive la Commissione Ue.

 

Il 19 febbraio da Bruxelles sono arrivate a Roma quaranta domande a cui il governo ha già risposto con quaranta «sì». Probabile che siano state mandate anche agli Paesi europei. Certo ora la sfida per Draghi e per il ministro dell'Economia Daniele Franco sarà dare corpo ad alcuni dei «sì» con gli atti di legge che ancora mancano, perché la pressione è già altissima.

 

Giustizia

Chiede la Commissione: «È indicato il ministero guida incaricato del coordinamento e del monitoraggio complessivo? C'è una chiara indicazione che questo organismo ha un'autorità legale adeguata? Che ha la capacità amministrativa?».

 

In Italia questi compiti toccheranno al ministero dell'Economia (Mef), ma le domande di Bruxelles continuano: «Questo ministero è responsabile di verificare se il Paese ha effettivamente rispettato le scadenze e gli obiettivi? Ne ha la capacità? Sarà responsabile di presentare (alla Commissione Ue, ndr) le richieste di pagamento?».

 

GIUSTIZIA

Poi le domande si fanno ancora più incalzanti, rivelando il timore di dichiarazioni falsamente rassicuranti - un domani - pur di avere i fondi: «C'è una descrizione delle procedure e delle fonti di dati che questo organismo userà per verificare che le dichiarazioni di gestione, in particolare sugli obiettivi e le scadenze sono corrette e le azioni sottostanti prive di irregolarità? C'è un'indicazione su come sarà assicurato l'accesso della Commissione e dell'Olaf (ufficio antifrode europeo, ndr) a tutti i dati sottostanti?».

 

Von der Leyen Summit Porto

Infine una domanda da cui si capisce che Bruxelles si prepara a usare strumenti di intelligenza artificiale a caccia di possibili frodi: «Saranno forniti dati allo strumento di data-mining messo a disposizione dalla Commissione per rafforzare i controlli?».

 

Fra i commenti di Bruxelles non si trovano bocciature, ma sulla riforma della giustizia il confronto formalmente non è chiuso. Le tensioni nelle ultime ore prima del varo della versione breve del piano, a fine aprile, riguardavano un punto in particolare: per ogni azione di riforma (effetti inclusi) servivano tempi precisi.

 

ursula von der leyen

Così per esempio ora il governo è impegnato a pubblicare in Gazzetta Ufficiale entro fine anno la riforma del diritto fallimentare e entro la fine del 2022 quella della giustizia. Entro la fine del 2024 il 65% degli arretrati del processo civile vanno smaltiti. E così via.

 

Ma la task force europea ha delle osservazioni su parte del personale che il ministero della Giustizia intende assumere per rafforzare «uffici del processo» che assistano giudici e magistrati. «Mille addetti sembrano provvedere più a esigenze strutturali che allo smaltimento degli arretrati», scrive la Commissione.

 

mario draghi

E elenca «ingegneri edili, geometri e architetti, contabili e statistici» (per questi la paga lorda prevista è di 42.297,47 euro l'anno). Non a caso le uniche due componenti del piano italiano che ufficialmente risultano ancora «non validate» da Bruxelles riguardano proprio l'assunzione di personale per l'ufficio del processo.

 

In realtà il governo ha già risposto: quel personale serve per l'edilizia carceraria, un'altra delle emergenze del sistema; e solo ai funzionari dei tribunali verranno corrisposti incentivi per coordinare l'ingresso dei nuovi addetti degli uffici del processo. Questo chiarimento potrebbe sbloccare, mentre si aspetta una reazione da Bruxelles.

 

MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA

Poi ci sono varie osservazioni sui soldi alle imprese, puntute. Bruxelles chiede per esempio perché per le imprese medio-piccole e del turismo si offrano sussidi e prestiti agevolati invece di garanzie e vuole precisazioni su come verrebbe riusato il denaro eventualmente non speso.

 

mario draghi

Né sembra convinta di come e perché vengano calcolati 300 milioni al Fondo nazionale innovazione (finanzia start up) e a quale «fallimento di mercato» si voglia così rimediare.

 

Simili sui fondi da 1,6 miliardi per la costruzione di infrastrutture di ricerca e innovazione, inclusi «costi operativi» stimati al 10%. Il governo risponde quasi ovunque punto su punto. Ma è solo l'inizio di un viaggio che finirà (forse) nel 2026.

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”