salvini toninelli

AGGIUNGI UN POSTO A TAV – “L’ALTA VELOCITA’ SI DEVE FARE. BLOCCARLA ORA PUÒ COSTARE 24 MILIARDI” ECCO IL DOSSIER DELLA LEGA CHE SMONTA LE TESI DELLA COMMISSIONE DI TONINELLI (E RINFOCOLA LE POLEMICHE TRA IL CARROCCIO E IL M5s) – IL CAPITOLO DELLA RESCISSIONE DEI CONTRATTI E’ QUELLO PIU’ SPINOSO

Umberto Mancini per “il Messaggero”

 

SALVINI CON IL CASCO DEI VIGILI DEL FUOCO

La Tav si deve fare. Bloccarsi ora può costare all' Italia 4,2 miliardi di euro (tra penali, sanzioni, ripristino degli scavi già effettuati) e danni per la perdita dei ricavi e dei benefici socio economici per 20,3 miliardi. Un conto di oltre 24 miliardi difficile da digerire per le casse dello Stato e, soprattutto, dagli uomini di Matteo Salvini. Il verdetto del dossier della Lega sulla Torino-Lione è inequivocabile.

toninelli tav

 

Oltre trenta pagine con grafici, tabelle e comparazioni con le altre grandi opere, che dimostrano come sia pura follia economica fare marcia indietro. E farlo adesso. Una analisi dettagliata, frutto del lavoro di docenti dell' università di Milano e di un pool di avvocati, che spiega a chiare lettere come sia più logico e conveniente completarla. Una indagine parallela che va in rotta di collisione con le conclusioni degli esperti del Mit insediata dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli.

 

toninelli salvini

E che smonta punto per punto le tesi del presidente no Tav Marco Ponti, che proprio Toninelli ha voluto alla guida della commissione ministeriale. A cominciare dal fatto che realizzare la Tav farebbe venire meno il gettito delle accise derivanti da pedaggi e gasolio usato dai Tir sulla attuale linea ferroviaria. La nuova tratta ferroviaria avrebbe infatti un impatto positivo sull' ambiente, trasportando sul ferro i commerci via gomma. Risibile anche in termini economici la perdita di gettito. Nella relazione, che è ovviamente destinata a rinfocolare le polemiche tra Lega e 5Stelle, c' è scritto nero su bianco che la Torino-Lione costa meno delle altre opere strategiche messe in cantiere dal nostro Paese: a fronte dei 4,6 miliardi previsti per la Tav, la tratta Verona-Innsbruck-Monaco, che contiene il nuovo tunnel del Brennero, costerà circa 7,8 miliardi, la tratta Napoli-Bari 6,2 miliardi, quella Treviglio-Brescia-Verona 4,9 miliardi. Non solo. La rinuncia unilaterale alla realizzazione della nuova linea getterebbe alle ortiche gli oltre 1,2 miliardi già spesi fino ad oggi da Italia, Francia e Ue. Con Roma chiamata a risarcire per una quota parte rilevante. Solo la messa in sicurezza delle gallerie e la rinaturalizzazione dei siti costerebbe circa 347 milioni, al netto delle eventuali penali.

salvini con giacca della polizia

 

toninelli tav

Il capitolo della rescissione dei contratti è tra i più spinosi. Quelli sottoscritti per la realizzazione della sezione transfrontaliera ammontano a 1,3 miliardi, di questi quasi 800 milioni sono relativi ai lavori all' imbocco del tunnel di base in Francia. Stoppare i lavori dal versante italiano scatenerebbe immediati contenziosi, il cui esito è difficilmente stimabile. Il dossier della Lega ipotizza che stracciare i contratti per i servizi d' ingegneria e lavori già avviati avrebbe un impatto tra i 135 e i 675 milioni, mentre la penalità da pagare alla Ue sull' accordo di sovvenzione europea sfiorerebbe gli 82 milioni, mentre i risarcimenti a Francia e Comunità europea toccherebbero i 904 milioni. Al promotore pubblico (per 5 anni di lavori) andrebbero invece 105 milioni. L' alternativa non c' è. I costi della realizzazione della seconda canna del Frejus storico, l' attuale linea obsoleta risalente al 1871, in caso di non realizzazione del moderno tunnel di base si aggira infatti su 1,7 miliardi. Decisamente troppi.

beppe grillo no tav

 

I DETTAGLI Insomma, tra sanzioni, risarcimenti, penali, il costo del non fare tocca 4,2 miliardi nella stima più alta. Cifre in linea con quanto già affermato dal commissario straordinario del governo Paolo Foietta, defenestrato dall' attuale esecutivo. La Lega, nella tabella riassuntiva costi-benefici, fa propria anche una valutazione della Bocconi, che parla di oltre 20 miliardi di «perdite di ricavi e benefici socio economici» in caso di retromarcia. Una eventualità, dicono dal Carroccio, che a fronte di questi numeri appare davvero improbabile. Mentre è possibile, con piccoli correttivi, ottenere risparmi significati mantenendo la struttura portante dell' opera.

TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAVTORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAVTORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAVTORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAVTORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV salvini toninelli

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…