francesco boccia giuseppe conte enrico letta

ANNAMO BENE: ENRICO LETTA STA PENSANDO AL NOME DI FRANCESCO BOCCIA PER IL COPASIR. IN QUOTA PD O CINQUE STELLE? – IL NOME DELL’EX MINISTRO PIDDINO PER GLI AFFARI REGIONALI, GRANDE FAUTORE DELL’ALLEANZA CON IL MOVIMENTO, POTREBBE SERVIRE IN FUNZIONE DI UN ACCORDO QUADRO CON CONTE, CHE SPINGE PER PATUANELLI ALLA VIGILANZA RAI (E RENZI RIMARREBBE A BOCCA ASCIUTTA)

Emiliano Fittipaldi per www.editorialedomani.it

 

berlusconi meloni salvini alle consultazioni

La destra ha spartito le poltrone del sottogoverno senza le ambasce che qualcuno vaticinava. I posti per viceministri e sottosegretari erano abbondanti, e a parte qualche mal di pancia dei berlusconiani Giorgia Meloni è riuscita a chiudere la faccenda in tempi rapidi, e senza polemiche tra i leader della maggioranza di governo.

 

In attesa della divisione delle varie commissioni parlamentari (rilievo politico avrà soprattutto la scelta dei presidenti di quelle al Bilancio, dove alla Camera è dato favorito l’ex ministro Giulio Tremonti di FdI) nei prossimi giorni sarà anche il turno delle opposizioni. Pd, M5S e Terzo Polo dovranno proporre i loro prescelti per il Copasir, la commissione di vigilanza sulla Rai e le giunte parlamentari di garanzia.

 

SORPRESA BOCCIA

FRANCESCO BOCCIA SU INSTAGRAM

L’elezione del presidente dell’organismo per la sicurezza della Repubblica che esercita il controllo sull’intelligence è certamente quella più sensibile. Per via del momento storico, con una guerra in Europa a cui l’Italia partecipa seppur indirettamente. E per la particolare natura del governo Meloni, sostenuto da due leader – Matteo Salvini e Silvio Berlusconi – molto vicini ad alcune istanze della Russia di Vladimir Putin.

 

boccia conte

Il Copasir sorveglia il lavoro della nostra intelligence, e con ogni probabilità il futuro presidente sarà del Pd, perché partito dell’opposizione che ha preso più voti. Finora i nomi noti papabili alla sedia erano due: l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il senatore Enrico Borghi, membro uscente del Copasir. A Domani risulta però che a sorpresa Enrico Letta stia pensando seriamente anche a un terzo incomodo, cioè il senatore Francesco Boccia.

 

abbraccio tra guido crosetto e lorenzo guerini

Dal Nazareno non si registra ufficialmente nemmeno uno spiffero, ma è un fatto che lo spettro dell’ex ministro per gli Affari regionali del secondo governo Conte, agiti da qualche giorno sia Guerini, considerato da molti il candidato naturale a succedere ad Adolfo Urso, sia Borghi, che pure è stato scelto dal segretario uscente del Pd come responsabile per la sicurezza del partito.

 

I due speravano di giocarsi la presidenza una volta indicati dai rispettivi capogruppo di Montecitorio e di Palazzo Madama, ma adesso temono che Boccia possa prevalere al fotofinish. In virtù di un rapporto amicale con Letta che nessuno dei due può vantare (fu l’attuale segretario a cooptare il professore nel 2005 nel pensatoio lettiano intitolato “Vedrò”). E perché il nome di Boccia – da sempre considerato uno dei principali fautori di una liaison strutturata con i Cinque Stelle – può essere maggiormente spendibile in caso di un “accordo quadro” tra i due maggiori gruppi dell’opposizione.

 

enrico borghi

Non è un mistero che Giuseppe Conte (pugliese come Boccia, si stimano da tempo) voglia piazzare alla Vigilanza l’ex ministro Stefano Patuanelli, e che pezzi della segreteria del Pd spingano dopo la batosta elettorale a ricominciare anche in parlamento una strada comune con l’ex alleato. Una strategia che non contempla ovviamente la coppia Calenda-Renzi, che numeri alla mano rischia di doversi accontentare della giunta per le autorizzazioni a procedere.

 

TUTTI CONTRO TUTTI

nunzia de girolamo francesco boccia foto di bacco

Abbiamo provato a chiedere al marito di Nunzia De Girolamo se le indiscrezioni su una sua possibile corsa al Copasir siano vere oppure se volesse smentirle. Ha risposto: «Sulle commissioni di vigilanza non abbiamo ancora fatto valutazioni e non ho dato alcuna disponibilità. Appena affronteremo quei passaggi se ne riparlerà».

 

I maligni evidenziano come Boccia, un big che poteva ambire a ruoli di peso, non si è candidato né alle vicepresidenze del Senato, né a capogruppo né a questore. «Vuole tenersi le mani libere per il Copasir», spiega un dirigente del Pd.

 

A parte Guerini e Borghi, entrambi della corrente di Base riformista del Pd che ha posizioni politiche assai distanti da quelle del filogrillino Boccia, sono però altri a non vedere con favore una sua eventuale ascesa alla guida della commissione. Soprattutto nel mondo dell’intelligence.

 

conte boccia speranza

«Il senatore è persona capace, ma non sa nulla di servizi segreti. Le sue specializzazioni sono economiche. Ma al Copasir per essere incisivi serve una persona che conosca il comparto della sicurezza come le sue tasche» spiega un’autorevole fonte del Dis che non nega di tifare per «la competenza e l’atlantismo senza se e senza ma di Guerini».

 

Quest’ultimo ha comunque ottime chance. È vero che l’intesa umana e politica tra l’ex ministro della Difesa e Letta non è mai decollata. Pesa la circostanza che Guerini è stato il vice di Matteo Renzi quando guidava il Pd, e pure la recente decisione del segretario di silurare il numero due di Base riformista Luca Lotti, che non è stato nemmeno candidato alle elezioni. Dal Nazareno giurano però che non esiste alcuna proscrizione sul nome «di Lorenzo. È troppo presto per parlare del Copasir. Nulla è stato definito, ed Enrico non ha chiamato nessuno».

 

passaggio di consegne guerini crosetto

Guerini resta in pole anche perché assai apprezzato nel centrodestra («un democristiano equilibrato con cui si può parlare», il sintetico commento di un deputato leghista), è perché è benvisto da Guido Crosetto, con cui ha lavorato quando il co-fondatore di Fratelli d’Italia era presidente dell’associazione di armieri dell’Aiad.

 

VARIABILI

Il suo il ritorno in commissione non è invece sostenuto dai Cinque Stelle. Il piddino resta il ministro che più si è speso in merito al decreto sulle armi da inviare in Ucraina così inviso al M5S, e quello che ha detto sì alla decisione di Mario Draghi di aumentare la spesa militare nazionale.

 

Dimentichi, i critici grillini, che il fondo che accresceva gli investimenti della difesa era stato implementato proprio durante il secondo governo Conte, per decisione dell’avvocato di Volturara Appula. Anche il nome di Borghi, che dopo anni di servizio nel partito sul tema dell’intelligence in cuor suo è convinto che l’alto incarico spetti a lui, è meno spendibile di quello di Boccia di fronte a un patto con i Cinque Stelle.

 

berlusconi meloni salvini al quirinale

Il democrat è sempre stato durissimo contro i tentennamenti dei grillini sull’invio dei fucili italiani o sulle posizioni filo Mosca di alcuni M5S che sostenevano come dopo Zelensky in parlamento «doveva parlare anche Putin». Fossero vere le paure di molti e scendesse alla fine in campo anche Boccia con la benedizione di Letta, sarà comunque Borghi a dover giocare il primo tempo della partita: mentre alla Camera l’indicazione di Guerini come membro del Copasir è scontata, la capogruppo Pd al Senato Simona Malpezzi dovrà scegliere tra lui e Boccia. Chi vince, sfiderà poi l’ex ministro per la presidenza della commissione di garanzia più importante di questa legislatura.

enrico borghisilvio berlusconi e matteo salvini si guardano mentre giorgia meloni parla di unanimita' nella coalizione

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...