renzo piano ponte genova

ARCHITETTI IN RIVOLTA CONTRO IL PONTE DI RENZO PIANO - ''UNA ESERCITAZIONE DI STUDENTI DEL PRIMO ANNO''; ''DOPO IL GENIO DI MORANDI, UN MAUSOLEO FUNEBRE ZAMPILLANTE DI RETORICA'' - ANCHE ITALIA NOSTRA FA UNA CONTRO PROPOSTA DAVANTI ALLA BIZZARRA PROCEDURA DI ASSEGNAZIONE: PIANO HA PRESENTATO PRIMA ''UNA IDEA'', POI UN MODELLINO DI PONTE, SENZA GARA O CONCORSI. LA CRITICA DI LUIGI PRESTINENZA PUGLISI

incontro con renzo piano toti bucci castellucci 5incontro con renzo piano toti bucci castellucci 1

1. “PER PONTE MORANDI NON C’È SOLO RENZO PIANO”: LA CONTRO PROPOSTA DI ITALIA NOSTRA

Marco Preve per www.repubblica.it

 

Italia Nostra guida la fronda contro l’idea di progetto di Renzo Piano. Se fino ad oggi era soprattutto sui social che ingegneri ed architetti esprimevano perplessità non tanto sull’idea di nuovo ponte del grane architetto genovese quanto sulla procedura fin qui seguita a livello politico amministrativo, ora esce allo scoperto Italia Nostra con una nota critica ma al contempo propositiva del presidente Oreste Rutigliano.

 

“Si procede oggi sulla base della fretta alla forzatura di un’unica soluzione possibile - scrive Italia Nostra -. Dissentiamo. Il ponte Morandi è stato un ponte monumentale vissuto con orgoglio dalla città che identificava in quella struttura il suo “ Ponte di Brooklyn”.

renzo piano plastico

Il Comunicato prosegue:

 

“ Siamo nelle nostre competenze nel reclamare la norma che impone, con la Valutazione di Impatto Ambientale, la scelta tra varie soluzioni possibili. Resta poi evidente che sulla scelta dovrebbe intervenire anche quel potere dello Stato che tutela paesaggio e patrimonio storico, e cioè quella Soprintendenza che vediamo ancora silente.

 

È per questo che oggi chiediamo di valutare anche altre soluzioni che restituiscano a Genova il suo simbolo, la sua grandiosità, il suo orgoglio, rifacendosi al quello stesso modello di ponte, a quella stessa categoria, che tutti ci colpisce, che ogni cittadino del mondo riconosce laddove gli si nominino, oltre al ponte Morandi, il Golden Gate di San Francisco, il ponte di Brooklyn ed il ponte Da Verrrazzano di New York e, da ultimo, quel grande ponte sospeso in acciaio realizzato in Giappone, il ponte sullo stretto di Akashi Kaiky?”.

IL PROGETTO DI PONTE DI RENZO PIANO PER GENOVA

 

Quindi la proposta: “ Si valuti dunque, perlomeno, la soluzione tipologica che corrisponde all’ipotesi di un ponte in acciaio, formato da tre campate sospese, con tre piloni di altezza totale di oltre 100 metri, con il piano autostradale posto a 45 metri dal piano di campagna. I piloni sostengono la soletta su cui transitano i veicoli per mezzo di tiranti, detti stralli, costituiti da robusti cavi d’acciaio.

 

Rispetto alla lunghezza complessiva dell’attraversamento della Val Polcevera, pari a 1100, le tre campate centrali saranno concepite per una lunghezza complessiva di oltre 600 metri, evitando ogni interferenza idrogeologica. Anche questo ponte potrebbe essere realizzato adottando le più moderne tecnologie costruttive, con i massimi standard di sicurezza, di affidabilità, di manutenibilità e di vita nel tempo”. Infine una stoccata: “A Genova, oltre a Fincantieri, c’è anche una grande Scuola Politecnica e in Italia ci sono ancora grandi competenze. Noi ci contiamo”.

RENZO PIANO PONTE MORANDI GENOVA

 

 

2. L'ASSURDA STORIA DI RENZO PIANO

Luigi Prestinenza Puglisi per www.artribune.it del 31 agosto 2018

 

 

Se l’Italia fosse stata un Paese civile, una settimana dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova, una delegazione di ministri, sottosegretari e onorevoli si sarebbe recata alla sede del Renzo Piano Building Workshop, a Vesima, per chiedere all’illustre architetto di preparare nel più breve tempo possibile gli esecutivi per la costruzione di un nuovo ponte. Per due motivi. Primo: la scelta obbligata dell’affidamento diretto per l’impraticabilità di un concorso in tempi ristretti.

 

renzo piano in senato in una delle rarissime apparizioni

Secondo: la chiara fama. Nessun osservatorio degli appalti avrebbe mai messo in dubbio che si trattava del più importante architetto italiano, e oltretutto genovese, quindi in grado di risolvere nel migliore dei modi il problema postogli. Renzo Piano, in questo colloquio immaginario, avrebbe dovuto rispondere dicendo che avrebbe accettato con piacere nella sua veste di architetto, ma, per convincerlo nella sua veste di senatore, il Governo si sarebbe dovuto impegnare a emanare in tempi altrettanto brevi una Legge per l’architettura composta di soli due articoli.

 

Il primo, secondo il quale tutti gli incarichi pubblici, tranne, appunto, quelli di somma urgenza, da quel momento in poi sarebbero stati assegnati attraverso un concorso in due fasi, alla francese. Il secondo, in base al quale chi fa il progetto è anche il direttore lavori che lo realizza, assumendone gli onori e, soprattutto, le responsabilità. Piano sarebbe stato ricordato da tutti gli architetti italiani con profonda riconoscenza e, a distanza di tempo, da tutti gli italiani, che grazie alla Legge per l’architettura avrebbero visto migliorare la qualità delle loro città. Sicuramente il ponte sarebbe stato dedicato a lui, grande costruttore genovese.

renzo piano

 

UN’IDEA CHE DIVIDE

L’Italia, però, non è propriamente un Paese civile. E infatti, dopo il crollo, è successo di tutto: incertezze, polemiche, ridda di voci le più disparate. Sino a che non è avvenuta una visita, diffusa ampiamente dalla stampa, di Renzo Piano al governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, durante la quale l’architetto genovese ha consegnato un progetto di un ponte, disegnato, ovviamente, a titolo gratuito. Un progetto? Un progetto in quindici giorni? Un progetto gratuito?

 

incontro con renzo piano toti bucci castellucci 3

Piano, per sviare ogni sospetto, ha subito ridimensionato il dono, facendolo passare come un’idea sulla quale costruire altre iniziative, coinvolgere gli ingegneri e bandire concorsi per la sistemazione dell’area. Ma tra gli architetti è scoppiato il putiferio. Molti hanno fatto notare che è immorale regalare prestazioni professionali, soprattutto se si genera il sospetto che il dono abbia come contropartita l’assegnazione dell’incarico. Altri che un elaborato in quindici giorni è indice di scarsa professionalità.

 

E, difatti, il progetto, a giudicare dalle foto del plastico che gli organi di stampa hanno subito diffuso, sembra, più che quello di un ponte - e ci eravamo abituati a quello bellissimo di Morandi [proprio all’ingegnere romano Artribune dedicherà un ritratto nel prossimo magazine, N.d.R.] -, un viadotto, quasi banale, fatto da fin troppi setti che hanno solo la qualità di essere…affusolati a punta di nave. Sopra il viadotto insistono 43 lampioni: ricordano gli scomparsi nella tragedia del crollo. Si caratterizzano perché generano luci a forma di vela. In modo che la notte il ponte sembri una nave sospinta dalle vite venute a mancare.

progetto nuovo ponte morandi

 

DAL RAMMENDO ALLE PERIFERIE, FINO A GENOVA

Sui social media il manufatto è stato stroncato: una esercitazione di studenti del primo anno; manca la poesia dell’arditezza strutturale; è una sequenza di piloni alcuni dei quali in zona alluvionale; dopo il genio di Morandi, un mausoleo funebre zampillante di retorica. Mentre Morandi guardava al futuro e osava, Piano guarda al passato e alla morte. Pensare, però, che Piano, re del marketing architettonico, abbia sbagliato mossa presentando un progetto ingenuo e poco pensato è fargli torto.

 

E, difatti, i commenti dell’opinione pubblica non sono stati severi come quelli dei suoi colleghi. Tutt’altro. Piano, come al suo solito, ha captato immediatamente il mood della maggioranza della popolazione che vuole cose semplici, anche a costo che siano banali; ha paura di tecnologie avventate e preferisce la rassicurante sequenza di piloni che sembrano lavorare senza sforzo a complessi cavalletti che si librano pericolosamente nell’aria; si innamora di immagini facili da captare e da ricordare, come quella dei lampioni che simbolizzano le vittime.

 

ponte morandi

L’idea, poi, che le vele di luce ricordino insieme una nave e un ponte strallato (senza però i pericoli percepiti di un ponte strallato) convince ancora di più. Come le immagini del rammendo e dell’architetto condotto nelle periferie che hanno trasformato l’architetto genovese nel più amato dispensatore di idilliche metafore architettoniche (se ci fosse un premio Mulino Bianco per l’architettura lo vincerebbe proprio lui, soprattutto se si considera che Piano, percepito come l’architetto dell’umanizzazione della tecnologia, è autore di opere gigantesche e di grattacieli di cui uno, lo Shard, è il più alto d’Europa). Bravo, bravissimo, dunque. Ma perché, ci chiediamo, ha portato con tanta fretta il progetto dal governatore della Regione? Non prevedeva che in questo modo lo avrebbero bruciato? Sembra una iniziativa incomprensibile.

 

IL POSSIBILE SCENARIO

ponte morandi

È possibile, invece, pensare che, sulla base della sua ipotesi di un ponte su semplici appoggi e con 43 lampioni, speri in una assegnazione, che potrebbe avvenire anche per concorso, a una società di ingegneria non troppo caratterizzata ma qualificata tecnicamente. In questo caso, anche per rispondere a una richiesta di qualità architettonica che sarebbero molti a porre, potrebbe rientrare in gioco limitandosi a fare la consulenza “artistica”.

 

Tutti in questo modo considererebbero il ponte come suo. A partire dall’idea iniziale, già depositata in gran fretta nell’ufficio del governatore, a scanso di possibili equivoci. Una mossa, se gli riesce, magistrale. Certo, in un Paese civile le cose sarebbero andate in modo molto diverso: Piano avrebbe l’incarico e noi la Legge sull’architettura.

 

vivere sotto una cupa minaccia il reportage di michele guyot borg sul ponte morandi di genova 8

Così, invece, se tutto andrà per il suo verso, e sempre che non sopraggiungano - come è prevedibile - altre sorprese, avremo solo un ponte disegnato con la consulenza artistica di un grande e astutissimo architetto. Inutile concludere che, comunque vadano le cose, aspettiamo che il senatore Piano si occupi più di politica della cultura e meno di progettazione (lasciando questa all’architetto Piano il cui ufficio non è a Roma ma a Genova, a Parigi e a New York) e si faccia promotore della Legge per l’architettura.

 

 

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)