lucia azzolina

AZ...ZOLINA CHE CASINO - IL DIRETTORE DI ''LEGGO'' DAVIDE DESARIO METTE IN FILA TUTTI I GUAI DELLA SCUOLA, DALLA A DI ALUNNI, L'ANELLO DEBOLE DELLA CATENA ''ISTRUZIONE A DISTANZA'' ALLA Z DI ZAINO, CHE DOPO QUEST’ANNO NON POTRÀ PIÙ ESSERE PRIVO DI IPAD, TABLET

davide desario

Davide Desario per www.leggo.it

 

Alunni. Sono l’anello debole della catena “istruzione a distanza” fatto di decreti, diritti costituzionalmente garantiti e doveri dei docenti. Pagano sulla loro pelle i disagi casalinghi, le difficoltà economiche e l’egoismo di certi prof. La Didattica a distanza è bella a dirsi ma, così com’è, nella pratica è un caos che non li aiuta. 

 

Bocciatura. Questa sconosciuta! L’anno si chiuderà con tutti promossi. A inizio settembre - chissà come - l’eventuale recupero degli apprendimenti dalla primaria all’ultimo anno del liceo. Dibattito spalancato sull’inizio delle lezioni. Sarà la Conferenza Stato-Regioni a decidere, tra pressioni di famiglie che non sanno dove lasciare i figli e misure anti-contagio. 

 

Concorsi. Non si capisce bene se si faranno o no. L’ordinario per la secondaria di I e di II grado, quello per infanzia e primaria, fondamentali per acquisire una abilitazione all’insegnamento non si sa se slitteranno di mesi. Il rischio di continuare a far insegnare personale poco formato c’è. Eccome. 

 

LUCIA AZZOLINA

Didattica a Distanza. La chiamano DaD. Prima è stata «consigliata» poi «obbligata» dal ministero. Ma le norme e le direttive della ministra Azzolina sono vaghe per la gioia dei sindacati e di chi anche in questo momento di emergenza coronavirus pensa solo a se stesso. Quante ore minime devono seguire i ragazzi? Non si sa. Un caos senza precedenti tra scuole rimaste ai tempi della pietra, docenti che si appellano alla libertà di insegnamento (da quando la libertà di insegnamento decide l’organizzazione di una scuola?) e problemi di privacy. 

 

Esami. Per il primo ciclo, si ridurranno alla consegna di un elaborato del candidato (senza discussione orale?), e per la maturità a un unico colloquio interdisciplinare. Parole chiave sono la completezza e la congruità della valutazione nonché chiarezza per l’attribuzione del voto. Ma come si fa ad avere omogeneità? 

 

SABINA GUZZANTI E LUCIA AZZOLINA

Famiglia. Sul web gira una battuta: «Maestre iniziate a raccogliere i soldi perché alla fine di quest’anno sarete voi a fare il regalo ai genitori». Ed è vero. Famiglie stipate in case troppo piccole, dove ci si contende pc e tablet, tra smart working dei genitori e DaD dei figli. Se sono fortunate, trovano una scuola che li aiuta. Quando va male, sono loro a dovere supplire ai docenti.

 

Graduatorie. È uno dei nodi fondamentali: i famosi punteggi che ogni tre anni - quelle di istituto - arrivano come Messia sceso in terra per ottenere il ruolo o una cattedra succulenta fino al 31 agosto. Nessun aggiornamento per il 2020/21. Si dovrà aspettare l’anno ancora dopo. Insomma, nonostante i proclami della Azzolina, sarà un altro anno con docenti non formati nelle classi. 

 

lucia azzolina 2

Handicap e disabilità. Sono gli alunni più fragili, quelli per cui si prevedono specifiche misure con il piano educativo individualizzato, il sostegno e l’assistenza. Con bravi docenti, l’inclusione è garantita anche a distanza. Altrimenti, sono più isolati che mai. E non è giusto.

 

Insegnanti. Qui si vede davvero chi è bravo e chi no. Chi lo fa con passione e con la voglia di formarsi sempre, e chi no. Il bravo docente non si tira indietro e fa di tutto per mantenere insieme classe, alunni e apprendimenti. Al di là di ciò che dice il contratto. Perché il momento storico lo impone. 

 

Licenziamento. È quello che si sono visti arrivare i supplenti quando il titolare della cattedra che era in malattia, aspettativa o permesso, dopo le vacanze pasquali è tornato miracolosamente in classe perché con la Dad può riprendersi lo stipendio pieno. Non aspettando il 30 aprile, data che permetterebbe comunque di mantenere la continuità didattica agli alunni con il supplente che li segue da mesi. 

 

Ministero dell’Istruzione. Si è messo in rete per aiutare la DaD. Ha fatto decreti spesso confusi, che non sciolgono i nodi. Si è reso (si spera!) conto che alle Scuole va dato molto più supporto e finanziamenti di quelli stanziati negli ultimi 30anni. 

 

Norme di comportamento online. Quelle che le scuole più efficienti hanno diffuso a famiglie e alunni, attingendo dal regolamento di Istituto e dal patto educativo. Norme che richiamano a decenza, educazione e ai principi di privacy. Per gli altri cyberbullismo a go-go a danni di insegnanti e compagni.

 

CONTE AZZOLINA

Orari. Sono lasciati all’organizzazione della scuola e ancora peggio, quando il dirigente non controlla, alla libertà del docente. Questo significa che ci sono alunni che fanno lezioni online e altri a cui vengono solo dati materiali da studiare e compiti. 

 

Presidi. Sono il perno su cui gira tutta l’organizzazione della DaD. Più autorevole sono, più la scuola funziona. Ma sono schiacciati tra il diritto allo studio degli alunni, le richieste delle famiglie, le lamentele di quei docenti che non hanno capito che devono lavorare visto che prendono un regolare stipendio e il personale Ata da governare. 

 

Quadrimestre. Un quadrimestre anomalo e inusuale. Si chiuderà come da calendario che è stato stabilito da ogni singola scuola.

 

Reclutamento. Non si sa come avverrà. Come inizierà la giostra delle supplenze il prossimo anno, tra graduatorie e Messe a disposizione (MAD). Se le graduatorie sono bloccate, potrebbero essere riconfermati i docenti in carica, almeno nelle prime settimane di scuola. Tradotto? Si salvi chi può. 

 

Specificità dell’apprendimento. Gli alunni con DSA, per intenderci. Garantiti i loro diritti, gli apprendimenti terranno conto del Piano Didattico Personalizzato, delle misure dispensative e degli strumenti compensativi. Ma anche qui, il diritto è pari alla bravura dei docenti. Altroché! 

 

lezioni virtuali

Tutele. La miopia dei sindacati non è mai emersa come in questo periodo di emergenza per tutto il Paese. Puntano più allo stato di diritto che a quello dei doveri , per la gioia dei furbetti della cattedra. Illudendo e confondendo docenti più su quello che non sono tenuti a fare che su quello che devono fare. 

 

Url e il caos delle piattaforme. Registro elettronico, G Suite, Weschool, Zoom, Meet… una marea di app sono spuntate come funghi tra il divertimento degli alunni, il panico dei docenti e le imprecazioni delle famiglie. Servono programmi certi e uguali per tutti. 

 

Voti. Bella gatta da pelare. Soprattutto per i ricorsi che penderanno sulla testa delle scuole per eventuali voti che non piacciono. Perché sulla valutazione è tutto poco chiaro. Gli scrutini, considerato che la ministra ha detto che non si rientrerà quasi certamente a scuola, si faranno in via telematica. Ma a distanza come vanno valutate partecipazione e apprendimento?

 

Zaino. Dopo quest’anno non potrà più essere privo di ipad, tablet e tutto quello che di digitale ci possa essere. Speriamo che al ministero lo abbiano capito. E che lo abbiano capito pure i docenti. Senza se e senza ma.

 

didattica online

davide.desario@leggo.it

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…