emma bonino enrico letta carlo calenda

CALENDA, STAI BONINO - LA LEADER RADICALE, CHE HA IL SIMBOLO DI +EUROPA SOTTO CUI CORRE AZIONE, APRE AL PD: “UN ACCORDO E’ POSSIBILE. BISOGNA CAPIRE L'IMPORTANZA DELLE ELEZIONI E RAFFREDDARE IL CERVELLO - CERTO, LETTA PER PIÙ DI TRE ANNI NON CI HA FILATO, ERA PRESO DA UN'ATTRAZIONE TOTALIZZANTE PER I CINQUE STELLE. NON HA MAI VOLUTO AVERE RAPPORTI CON NOI, CI HA DATO PER SCONTATI - RENZI? NON SEMPRE SIAMO IN SINTONIA, DICIAMO. E NON LO VORREI NELLA COALIZIONE"

EMMA BONINO

1 - «L'ACCORDO È POSSIBILE, FERMIAMO LA DESTRA PUTINIANA RENZI IN COALIZIONE? NO»

Alessandra Arachi per il “Corriere della Sera”

 

Emma Bonino, secondo lei è ancora possibile un'alleanza della sua +Europa e di Azione di Carlo Calenda con il Partito democratico?

«Sì, è ancora possibile».

 

In base a cosa lo dice?

«Perché hanno deciso di rivedersi. E poi le nostre richieste mi sembrano super ragionevoli».

 

Pensa che il segretario dem Enrico Letta le ascolterà?

«Letta per più di tre anni non ci ha filato, era preso da un'attrazione totalizzante per i Cinque Stelle. Non ha mai voluto avere rapporti con noi, ci ha dato per scontati».

 

E quando vi siete risentiti?

«Giovedì scorso, ma è stato Franceschini che ha chiamato Benedetto Della Vedova».

 

letta calenda

E come pensa che dopo tutto questo si possa raggiungere un accordo?

«Perché la vita è lunga e a me non piace guardarmi indietro. Guardo sempre avanti.

E poi...».

 

Poi cosa?

«È inaccettabile dare un voto in più alla destra putiniana, meglio fare accordi. Bisogna capire l'importanza che queste elezioni hanno per il Paese e riflettere. Farsi una bella doccia fredda. Raffreddare il cervello. Compreso il mio. Dobbiamo pensare agli elettori».

benedetto della vedova carlo calenda

 

In che modo?

«Penso che gli elettori siano stufi marci di questi retroscena, di cose che lui ha detto e l'altro ha ripetuto. Mi annoio io, figuriamoci loro».

 

È vero che ci sono molti mal di pancia all'interno della vostra federazione per un'alleanza con il Pd?

«Che ci siano tentennamenti e polemiche, lo posso confermare».

 

carlo calenda emma bonino

Nella lettera al Pd avete scritto che i punti di divergenza sono su infrastrutture energetiche, reddito di cittadinanza, politiche fiscali e di bilancio: su cosa siete disposti a trattare?

«Ci si richiama a Draghi e alla sua agenda di governo, giustissimo. Per noi l'agenda Draghi non era per i prossimi 5 mesi ma per i prossimi 5 anni. Se ci si richiama all'agenda Draghi, per fare esempi concreti, non si può osteggiare l'installazione di due rigassificatori galleggianti, perché è un tema di sicurezza energetica nazionale. Così sul termovalorizzatore a Roma: la Capitale è in condizioni inaccettabili per quanto riguarda i rifiuti. Anche sul reddito di cittadinanza stiamo con Draghi: non cancellarlo ma riformarlo. Non un programma, ma poche cose chiare».

L ARMATA BRANCALEONE DI LETTA

 

Non accettate chi non ha votato la fiducia a Draghi come Fratoianni e Bonelli, né partiti «improvvisati» come il nuovo progetto di Di Maio che invece sono ben accetti dal Pd. Quale può essere il punto di caduta per accettare la loro presenza?

«Chiariamo, non poniamo veti ai partiti. Abbiamo posto un tema politico: leader che hanno fatto un'opposizione dura a Draghi e alla sua agenda fin dall'inizio sarebbero difficili da votare come candidati comuni nei collegi uninominali. Sul proporzionale può essere diverso, una mediazione».

 

Calenda ha detto più volte che è disposto a non candidare nei collegi uninominali Mara Carfagna e Mariastella Gelmini che sono appena confluite in Azione. Ci sono altri nomi che potrebbero essere «sacrificati» per favorire un'alleanza?

«Non è una questione di sacrifici, ma di criteri politici. Sennò si torna a mettersi insieme solo "contro" e non funziona».

 

MARIASTELLA GELMINI - CARLO CALENDA - MARA CARFAGNA

Di Renzi cosa pensa?

«Un buon premier. Abile nel gioco politico. Non sempre siamo in sintonia, diciamo».

 

Lo vorrebbe in coalizione?

«No».

 

Ha consultato sondaggi per un'eventuale alleanza con il Pd? Oppure per una corsa di +Europa e Azione da soli come terzo polo centrista?

«No».

 

Come mai?

«Perché io, noi di +Europa non abbiamo un euro per commissionare sondaggi».

 

EMMA BONINO

Lei ha posto il tema del voto ai fuorisede...

«Sono 5 milioni di persone, giovani, lavoratori, studenti lontani da casa bloccati per impegni vari: non possiamo lamentarci della scarsa partecipazione dei giovani alla politica e non permettergli di votare dove vivono. Con il presidente di +Europa Magi abbiamo presentato un'interrogazione al ministro Lamorgese perché intervenga con urgenza per sanare questo vulnus democratico».

 

2 - BONINO "NON VOGLIO DARE NEANCHE UN VOTO IN PIÙ A QUESTA DESTRA PUTINIANA"

Stefano Baldolini per “la Repubblica”

 

carlo calenda 3

La senatrice di +Europa, Emma Bonino, è intervenuta a Metropolis, il format tv di Gedi condotto da Gerardo Greco, intervistata, tra gli altri, dal direttore di Repubblica Maurizio Molinari. L'aria è pesante, l'accordo sembra difficile. Gli spiragli di un accordo tra Calenda e Letta sembrano venire dal fronte radicale ed europeista di +Europa piuttosto che da Azione di Calenda.

 

È così?

«Premesso che questa legge elettorale è inspiegabile, e che domattina i due si incontreranno, viene difficile pensare all'agenda Draghi con Fratoianni che ha votato 55 volte no la fiducia a Draghi. Di cosa stiamo parlando? Non posso pensare ai no-tav, ai no-rigassificatori ai no-termovalorizzatori. Rispetto a Fratoianni e gli altri, ho una posizione diversa su queste cose.

 

emma bonino 3

Ma non c'è nessun aut aut, si può ancora trovare una soluzione. Ma il solo sospetto che, volenti o nolenti, in base alla legge elettorale, diamo un voto di più alla destra putiniana è una cosa che non voglio portarmi dietro come eredità politica. Perché è evidente, basta fare l'analisi dei collegi, che così sarebbe.E non è accettabile. Vediamo tutti di far una doccia, raffreddare il cervello che deve essere andato in ebollizione. Perché il problema è il dopo 25 settembre».

 

giuseppe conte enrico letta 2

In palio c'è la posizione dell'Italia in Europa. Bisogna evitare che dalle elezioni esca fuori un governo sovranista, interlocutore di Orbán, per smantellare l'Ue dall'interno?

«È fondamentale evitarlo, ma io non riesco più a convincere nessuno a guardare oltre il Grande raccordo anulare, che il nostro caos non è il centro del mondo, che siamo inseriti in un contesto internazionale di grande pericolosità e di grande fragilità».

 

Se i punti di vicinanza non si trovano? Se sul rigassificatore, per esempio, persistono ostacoli dirimenti, che si fa, si va ognuno per conto suo? Qual è lo scenario alternativo?

VIKTOR ORBAN GIORGIA MELONI

«Io sono abbastanza dibattuta. Letta non ci ha filato per tre anni, alla rincorsa dell'amore perpetuo con i 5 stelle. Tre giorni fa si è svegliato, e Franceschini ci ha telefonato.

Insomma, anche Letta si deve rendere conto che la base del mio partito è completamente contraria.

Hanno fatto il taglio dei parlamentari e ci hanno promesso una nuova legge elettorale che non è mai arrivata. Per non parlare della riforma della giustizia. D'altra parte, c'è poi tutta la questione dei diritti civili, dello Ius soli, degli immigrati che sembrano essere spariti».

 

Avete un accordo con Renzi?

«Che c'entra Renzi con noi? Io normalmente non giro attorno alle domande. La risposta è: No!».

 

È evidente che c'è un problema di fattura delle liste.

MATTEO SALVINI E PUTIN

«Preferirei un'alleanza più chiara anche con il Pd, ma non abbiamo posto nessun veto, abbiamo fatto delle richieste all'ultimo minuto perché solo ora ci hanno filato. Non mi piacciono i minestroni, anche se capisco bene cos' è un'alleanza elettorale. Però noi non mettiamo Gelmini o Carfagna negli uninominali, non capisco perché debba ingoiare Bonelli o Fratoianni. Degnissime persone, ma che la pensano in modo opposto al mio su sviluppo, lavoro, economia, Europa io non sono per la decrescita felice. È bene che ci chiariamo».

 

Quindi il problema non sarebbe il non candidarli, ma non candidarli negli uninominali?

emma bonino 1

«Esatto. È questo che sto dicendo».

riccardo magi benedetto della vedova carlo calenda emma bonino matteo richetti carlo calenda 2CARLO CALENDA CON EMMA BONINOEMMA BONINO CARLO CALENDACONSULTAZIONI - MATTEO RICHETTI EMMA BONINO RICCARDO MAGI DA MATTARELLAEMMA BONINO

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...