marta cartabia alfonso bonafede

LA CARTABIA ARCHIVIERÀ LA RIFORMA DELLA PRESCRIZIONE? – L’EX PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE UN ANNO FA CRITICAVA I PROCESSI TROPPO LUNGHI CHE “SI TRASFORMANO IN UN ANTICIPO DI PENA”. MA ORA DOVRÀ PARZIALMENTE CAMBIARE IDEA, O QUANTOMENO FARE L’EQUILIBRISTA TRA IL GARANTISMO DI “FORZA ITALIA” E L’ALA MANETTARA DEI 5 STELLE (E DI PARTE DEL PD)

Massimo Malpica per "il Giornale"

 

marta cartabia

Quella casella, la poltrona di via Arenula, era tra le più delicate del «governo dei migliori». Difficile immaginarsi Alfonso Bonafede o un profilo simile all' ultimo Guardasigilli che andasse bene a una compagine di governo così variegata e diversa.

 

Così la scelta di Draghi è caduta su Marta Cartabia, primo presidente donna della Corte Costituzionale, cattolica, da sempre attenta a un tema delicato e centrale del sistema giustizia come le carceri.

 

E, nell' agenda del governo dell' ex presidente Bce, il ruolo della Cartabia è forse il più acrobatico, dovendo riuscire a declinare le istanze di partiti che vanno dai garantisti di Forza Italia ai giustizialisti spinti a Cinque stelle.

ALFONSO BONAFEDE

 

Il tutto con una serie di riforme all' orizzonte, dal processo civile arenato in commissione Giustizia al Senato da più di un anno al Csm scosso come più non si potrebbe dalle rivelazioni di Palamara, dal processo penale alla separazione delle carriere in magistratura fino, appunto, alle carceri. Temi poco divisivi come il processo civile, appunto o invece ad altissimo rischio di lite nella eterogenea compagnia portata a Palazzo Chigi da Mario Draghi.

 

luigi di maio alfonso bonafede flash mob del movimento 5 stelle per l'approvazione della spazzacorrotti 13 4

Un tema spinoso è già tra i denti del pettine: la prescrizione. Che vedrà insieme al governo quelli che un tempo appoggiavano la riforma firmata dal fu ministro Bonafede M5s, appunto, con Pd e Leu e quelli che, al governo (Italia Viva) o all' opposizione (Lega, che pure nel Conte I l' aveva votata, e Fi) la osteggiavano, invocando semmai un ritorno al ddl Orlando approvato nel 2017.

 

ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE

Si prospetta una grana non da poco, con i 5S che mettono le mani avanti, considerando la conferma di quella riforma un requisito essenziale per la presenza nella maggioranza. Intanto, come gesto di «cortesia istituzionale» verso il neoministro, il deputato di Azione Enrico Costa, già con Fi e con Renzi e in prima linea per la «controriforma», ha annunciato, intervistato da Repubblica, di voler congelare «temporaneamente gli emendamenti sulla prescrizione nel decreto Milleproroghe che avrebbero potuto dividere il governo per la prima volta». Un riconoscimento, spiega Costa, dei segnali di «discontinuità» già arrivati dalla Cartabia. Per la quale parlano il curriculum e le esternazioni anche del passato.

 

marta cartabia sergio mattarella

Un anno fa, l' allora numero uno della Consulta in un' intervista a Repubblica (in cui difendeva la scelta della Corte Costituzionale di bocciare la retroattività della «spazzacorrotti», altro precedente sgradito ai grillini) toccava anche il tema della prescrizione, ricordando che «la giustizia deve avere sempre un volto umano», criticando «i processi troppo lunghi» che «si trasformano in un anticipo di pena anche se l' imputato non è in carcere», e sostenendo che la ragionevole durata del processo «è un principio di civiltà giuridica scritto nelle norme internazionali ed esplicitato nella Costituzione dal 99». Lampante.

 

marta cartabia

E se non fosse abbastanza il nuovo Guardasigilli, nell' occasione, commentava anche nel merito un aspetto della riforma Bonafede che avrebbe dovuto abbreviare i tempi del processo, ossia il ridimensionamento e l' irrigidimento dei tempi delle indagini.

 

Un punto che la Cartabia evidentemente non approvava, ritenendo che fosse in contrasto con la «necessità di accuratezza delle prove» e con le «garanzie per l' imputato». Insomma, la «discontinuità» citata da Costa sembra esserci, rispetto all' era Bonafede. Ma, anche per questo, con i numeri in ballo in una maggioranza di governo dominata da profonde divisioni genetiche, trovare una sintesi per lavorare insieme anche sul fronte della giustizia sarà tutt' altro che facile.

luigi di maio alfonso bonafede flash mob del movimento 5 stelle per l'approvazione della spazzacorrotti 13 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…