silvio berlusconi giorgia meloni

UN CAVALIERE POCO SERVENTE PER LA MELONI – NELL’INCONTRO AD ARCORE, DIETRO I TONI CORDIALI, BERLUSCONI HA RICORDATO ALLA FUTURA PREMIER CHE, CON I SUOI PARLAMENTARI, FORZA ITALIA PUÒ DECRETARE LA VITA O LA MORTE DEL FUTURO GOVERNO – IL BANANA HA POI MESSO I PALETTI E CHIARITO CHE NON GRADISCE UN TECNICO COME LA BELLONI AGLI ESTERI, MA VORREBBE TAJANI. L’ALTERNATIVA “POLITICA” ALLA FARNESINA POTREBBE ESSERE URSO

Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

GIORGIA MELONI E SILVIO BERLUSCONI

Come solo lui sa fare, miscelando l'avvertimento con il massimo del garbo, Silvio Berlusconi ha ricordato a Giorgia Meloni che Forza Italia è «decisiva» per la maggioranza «sia alla Camera che al Senato». Per una regola della politica che in Italia è sempre valida, i partiti minori di una coalizione sono quelli che possono avere potere di vita e di morte su un governo. Vale per gli azzurri del patriarca di Arcore, come per Matteo Salvini. Ed è chiaro che in un'alleanza a tre, il primo passo di chi guida non deve essere imprudente verso nessuno degli altri due soci.

 

Meloni ha capito il messaggio ben prima di mettere piedi nella villa brianzola. Si era preparata all'incontro leggendo l'intervista de La Stampa in cui Berlusconi ieri ha precisato quali siano gli elementi utili per una buona convivenza. Due paletti, su tutti. Il fondatore di Fi è furioso per come sono stati spartiti i collegi uninominali prima del voto. L'effetto indubbiamente distorsivo ha premiato la Lega, che con quasi gli stessi voti dei forzisti ha incassato più parlamentari.

giorgia meloni mario draghi

 

Un'ingiustizia agli occhi dell'ex premier che va sanata concedendo a Fi lo stesso numero di ministri del Carroccio, e almeno uno di prima fascia. Come Salvini, poi, Berlusconi non vuole un governo sbilanciato sulla parte tecnica. Va bene avere un tecnico all'Economia, perché l'ombra di un disastro sociale sconsiglia di azzardare profili che non siano rassicuranti per Bruxelles; va bene, al limite, farlo per l'Interno, perché il caso Salvini, dopo un anno e mezzo al Viminale al tempo del governo gialloverde, non tranquillizza nessuno, dal Quirinale in giù. Ma sul resto, sostiene il leader, «servono figure politiche».

 

BERLUSCONI MELONI

Lo schema dei due vicepremier politici - in teoria: Salvini e Antonio Tajani per Fi - regge, ma non basta. Per esempio, Berlusconi pensa che agli Esteri non debba andare un esperto esterno ai partiti, un ambasciatore, o Elisabetta Belloni, ex segretario generale della Farnesina, e attuale capo del Dis, il Dipartimento che coordina i servizi segreti. Non è questione di stima, perché Belloni è stimatissima tra gli azzurri. Ma di forma.

 

BERLUSCONI MELONI SALVINI

I berlusconiani credono che se in un governo come quello di Draghi ci sia stato spazio per un leader politico come Luigi Di Maio, a maggior ragione con Meloni premier quella poltrona potrà andare ai rappresentanti di vertice di uno dei tre principali partiti della maggioranza. Per Berlusconi il più adatto sarebbe Tajani. L'argomento è stato toccato durante il confronto di ieri. L'ex presidente dell'Europarlamento, è la tesi del Cavaliere, «darebbe una garanzia in Europa» alla futura presidente del Consiglio, perché la coprirebbe con i popolari, ma anche grazie alle sue ottime relazioni trasversali.

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni cernobbio

 

In generale, leghisti e forzisti pensano che, dopo aver raccolto consensi contro Draghi, rivendicando il primato della politica, Meloni cadrebbe in contraddizione se dovesse forzare sui tecnici, anche di altissimo livello.

 

L'alternativa – di partito - per la Farnesina potrebbe essere Adolfo Urso, presidente uscente del Copasir, tornato da due viaggi, negli Usa e in Ucraina, che sono serviti per dimostrare la fede atlantica del nuovo corso in Italia. Tra lui e Tajani è sfida a due per chi andrà alla Difesa e chi agli Esteri. Il prescelto potrebbe accompagnare la futura premier a Kiev.

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE

Ieri Meloni ha ricevuto l'invito del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e dentro FdI non escludono che potrebbe essere uno dei primi viaggi che farà dopo l'ingresso a Palazzo Chigi. Sarà interessante, anche per il rapporto non semplice dei sovranisti italiani con l'asse franco-tedesco, quali tappe iniziali sceglierà per il suo tour nelle cancellerie europee e tra i Paesi alleati.

 

GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINI

Nella nota congiunta rilasciata al termine dell'incontro Berlusconi-Meloni, i due fanno riferimento alle prossime tappe. L'impressione, dentro FI, è che la leader non riesca a far quadrare le caselle, perché non è facile trovare un posto adatto per Salvini: «Ma su Economia, Interno e Difesa, come sai, non possiamo decidere da soli, senza il Quirinale» è il ragionamento condiviso con Berlusconi. Bisogna comunque fare in fretta - concordano - a partire dai presidenti di Camera e Senato, e far partire il governo. La piaga energetica non permette di perdere tempo. La leader di Fdi assicura di essere già al lavoro per definire la cornice di un nuovo decreto contro il caro bollette. Resta contraria allo scostamento. Gli alleati sono un po' più possibilisti.

GIORGIA MELONI giorgia meloniGIORGIA MELONI GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."