flavio tosi stefania villanova

CHI CONTROLLA LA SANITÀ DEL VENETO? LA EX DI FLAVIO TOSI, STEFANIA VILLANOVA: E’ LEI, DAL 2005, A VIGILARE SULLA MONTAGNA DI SOLDI CHE LA REGIONE SPENDE PER OSPEDALI - SENZA LAUREA E SENZA CONCORSO, FA IL DIRIGENTE DA 90 MILA EURO L’ANNO

STEFANIA VILLANOVA E FLAVIO TOSISTEFANIA VILLANOVA E FLAVIO TOSI

 

Mariano Maugeri per il “Sole 24 Ore”

 

L'ingegnere elettronico veronese Sandro Sandri, una volta tosiano di ferro, ex presidente di Veneto Innovazione e per due anni assessore alla Sanità, si prende una pausa di riflessione prima di rispondere alla seguente domanda: da chi è stato nominato l'attuale assessore alla Sanità del Veneto, il geometra Luca Coletto da Isola della Scala, in provincia di Verona, ex assessore provinciale catapultato sulla poltrona più bollente della Regione?

 

Stefania Villanova in Tosirtosi Stefania Villanova in Tosirtosi

Le risposte potrebbero essere tre. Luca Zaia, governatore del Veneto e nemico giurato di Flavio Tosi, lo stesso Tosi, che dal 2005, da quando il Doge Galan lo nominò al vertice dell'ambitissimo assessorato, ha sempre preteso e ottenuto che dopo la sua dipartita alla volta di Palazzo Barbieri, la sede del Comune di Verona, quella poltrona fosse riservata soltanto a uomini (o donne) di provata fedeltà alla sua causa, infine Stefania Villanova, compagna di Tosi, capo della segreteria organizzativa prima del marito e di tutti i suoi successori in quel ruolo: Francesca Martini, poi diventata deputato, Sandro Sandri e infine Luca Coletto.

 

Stefania Villanova in Tosi gdv f resize Stefania Villanova in Tosi gdv f resize

Dopo qualche secondo, Sandri scoppia in una risata: «Bella domanda» dice con un esercizio neppure così scontato di autoironia. L'ex assessore tosiano aveva anche qualche pregio in più: sapeva far di conto. E quando legge nel bilancio regionale il valore della spesa sanitaria, che allora, nel 2008, ammontava a 7,5 miliardi (ora è di 8,5), scatta come un grillo. «Qui bisogna fare economia senza aspettare un secondo di più».

 

STEFANIA VILLANOVA E POVIA STEFANIA VILLANOVA E POVIA

Sandri monta sull'auto blu e macina, ricorda, 110mila chilometri all'anno. Spesso in compagnia della Villanova, che con i predecessori di Sandri non disdegnava di chiedere uno strappo, diciamo così, agli autisti delle auto in livrea. Racconta Sandri: «Viaggiare con me era un conto, l'auto è attribuita all'assessore per esclusivi impegni istituzionali».

 

Stefania non sempre lo ascolta. E del resto può pure permetterselo. È lei la gran cerimoniera che introduce Sandri nel sancta sanctorum della sanità veneta,lei che convoca i direttori generali di Ulss e i presidenti, ancora lei che organizza meeting, riunioni e vertici. Sandri, che alla scadenza della legislatura non fu più riconfermato in quel ruolo dalla coppia Villanova-Tosi, sorride: «Spesso era facile nutrire qualche dubbio su chi fosse l'assessore tra noi due».

 

FLAVIO TOSI E STEFANIA VILLANOVA FLAVIO TOSI E STEFANIA VILLANOVA

È un modo elegante di dirlo, ma a vigilare su quella montagna di miliardi dal 2005 in poi c'è sempre stata la compagna di Tosi, che più avanti molla il marito ma non è mai stata sfiorata dal desiderio di allontanarsi da uno dei quattro assessori regionali alla sanità, in qualche caso persino opzionandoli, visto il legame di amicizia che la unisce alla moglie dell'assessore Coletto.

FLAVIO TOSI E STEFANIA VILLANOVA FLAVIO TOSI E STEFANIA VILLANOVA

 

Uno dei risultati dello strapotere tosiano sulla sanità regionale l'ha tracciato una relazione della Corte dei conti di qualche anno fa. Scrivono i magistrati contabili nella loro relazione del gennaio 2011: «La rete ospedaliera di Verona è oggettivamente ridondante rispetto al panorama regionale e nazionale. L'effetto di un'offerta eccessiva di posti letto lo si riscontra nel tasso di ospedalizzazione e nei costi assistenziali».

 

Affermazione vera a metà, perché lo strangolamento dei conti provocato dalle rate sempre più alte del project ha costretto pure i veronesi a qualche limatura. Nulla di più. Del resto, a Venezia c'è sempre Stefania l'assessoressa a tutelare le buone ragioni dei veronesi con annessi e connessi, prima di tutto la poderosa macchina di consenso elettorale. La spregiudicatezza, insieme all'empatia, sono qualità innate dell'ex consorte del sindaco di Verona.

 

STEFANIA VILLANOVA E KATIA RICCIARELLI STEFANIA VILLANOVA E KATIA RICCIARELLI

Come sia arrivata a quell'incarico è cosa nota. Senza concorso e senza laurea, passa con una miracolosa delibera di giunta cucita su misura da un contratto di sesto livello da 30 mila euro all'anno a uno di dirigente "pro tempore" che ne vale il triplo. Franco Bonfante, il consigliere regionale del Pd, reo di aver fatto notare con tutta la delicatezza del caso quanto fosse inopportuno un ruolo ottenuto in forza di legami familiari, si becca una delle 70 querele, molte a spese del Municipio di Verona, sventagliate contro chiunque osasse criticare la coppia regale.

 

Ognuno cerca di arginare il potere della signora Tosi come può. Galan, per esempio, piazza dietro la scrivania di segretario generale della Sanità Giancarlo Ruscitti, ingaggiato poi da Giovanni Mazzacurati come sponsor istituzionale per convincere il sindaco di Padova Flavio Zanonato a sostenere la costruzione del nuovo ospedale di Padova. Zaia, dal canto suo, lo rimpiazzerà con Domenico Mantoan, un ex medico militare ed ex direttore generale della Ulss di Thiene, gradito sia al governatore sia a Flavio Tosi. Dieci anni di potere ininterrotto non sono un giro di giostra.

 

ZAIA E STEFANIA VILLANOVA ZAIA E STEFANIA VILLANOVA

Ma ora l'ex signora Tosi sente nell'aria le avvisaglie del crepuscolo. L'anno prossimo si vota per eleggere il nuovo governatore e il consiglio regionale. Nel dubbio, alla luce dell'avanzata poderosa del Pd, ha presentato domanda alla Ulss 4 di Thiene, il suo paese natale, per un posto di assistente amministrativo presso la direzione generale. I candidati sono 11 e l'assessoressa, prima della selezione finale per titoli, risulta in coda alla graduatoria. I sindacati di base fremono. E la buttano sulla massima evangelica: vuoi vedere che gli ultimi saranno i primi?

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...