renzi al thani qatar

CHI HA APERTO LE PORTE DELL'ITALIA AL QATAR? MATTEO RENZI! – FU LUI, NEL 2014 DA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, IL PRIMO FAUTORE DELL’AMICIZIA CON DOHA – A GIUGNO 2016 FU SOFFIATO ALLA FRANCIA IL CONTRATTO PER COSTRUIRE DA ZERO LA FLOTTA MILITARE DEL QATAR, CON ORDINI PER CIRCA 6 MILIARDI DI EURO (POI ALTRI, PER LEONARDO) - INSIEME A RENZI AVEVA GESTITO DIRETTAMENTE LA COMMESSA GIUSEPPE BONO, PATRON DI FINCANTIERI DA POCO SCOMPARSO - GIORNI FA D'ALEMA È SPUNTATO COME CONSULENTE DEL MAGNATE QATARINO GHANIM BIN SAAD AL SAAD, LA CUI CONGLOMERATA È IN CORSA PER RILEVARE DA LUKOIL LA RAFFINERIA ISAB DI PRIOLO…

Andrea Greco e Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

ITALIA E QATAR - I FACILITATORI

La tela qatarina. Tessuta con relazioni e attività ai massimi livelli, con politici come Matteo Renzi e Massimo D'Alema, funzionari come l'ambasciatore Pasquale Salzano, i manager Giuseppe Bono, Franco Carraro, Giuseppe Giordo.

 

Tenuta stretta con investimenti miliardari, diretti o sollecitati, tanto di soldi ce n'è a iosa. Così tanti che, qualche volta, prendono le strade sbagliate, come emerge dalle indagini su Antonio Panzeri e gli altri facilitatori pro-Qatar in Europa.

 

RENZI SALZANO PRIMO MINISTRO QATAR

Ma sarebbe riduttivo e grossolano ridurre l'avanzata del Qatar in Italia a qualche valigia di banconote. Si deve partire da una visione geopolitica, dalla proiezione del piccolo Paese nel mondo, decisa lo scorso decennio e avviata in nazioni strategiche come Francia e Gran Bretagna, poi estesa all'Italia dal 2012 in avanti. Una scelta di Stato, per evitare l'isolamento mentre l'Arabia Saudita e altre nazioni sunnite rompevano le relazioni con il Qatar, accusato di destabilizzare la regione con il sostegno - politico e finanziario - al radicalismo musulmano e al terrorismo coperto dai nemici che ruotano attorno alla galassia sciita, Iran in testa.

militari italiani in qatar 4

 

La sterzata italiana sul Qatar ha per mentore Matteo Renzi, presidente del consiglio per tre anni dal febbraio 2014. Il leader di Italia Viva (allora nel Pd) fu fautore della nuova amicizia tra i due Paesi, che ha vissuto un magic moment negli anni a cavallo del suo mandato. Riuscendo a soffiare alla Francia, nel giugno 2016, il contratto per costruire da zero la flotta militare del Qatar.

 

Una marina da guerra istantanea, con ordini per circa 6 miliardi di euro (poi altri, per Leonardo) per la vendita di sette unità, una mini- portaerei, quattro fregate portamissili, due pattugliatori, altri due mini-sottomarini per incursioni, più tanta formazione agli ufficiali da parte della Marina militare. Insieme a Renzi aveva gestito direttamente la commessa Giuseppe Bono, patron di Fincantieri da poco scomparso.

renzi sceicca mouza qatar

 

Dopo la firma la commessa fu portata avanti da Giuseppe Giordo, dg di Fincantieri che ha poi lasciato il gruppo sei mesi fa per il ruolo avuto nella tentata mediazione in una fornitura di navi alla Colombia.

 

Quell'affare, pasticciato e poi sfumato, aveva coinvolto come consulente anche Massimo D'Alema, ex presidente del consiglio e ministro degli Esteri per il Pd. Fino al 2017, quando fu tra i fondatori di Articolo 1, partito in cui è confluito anche Panzeri. Giorni fa D'Alema è spuntato come consulente del magnate qatarino Ghanim Bin Saad Al Saad, la cui conglomerata è in corsa per rilevare da Lukoil la raffineria Isab di Priolo.

 

Sugli idrocarburi il Qatar, terzo Paese per riserve di gas e primo esportatore via nave, ha costruito le sue ricchezze. E l'Eni vi ha consolidati rapporti, che nel 2022 l'hanno fatta scegliere come partner al 25% di QatarEnergy nel progetto di 27 anni North Field East, il più grande terminale Gnl al mondo. Accordo trattato direttamente dall'ad dell'Eni, Claudio Descalzi, con i vertici dell'emirato.

RENZI TAMIN AL THANI QATAR

 

Nell'Eni si è fatto le ossa Pasquale Salzano, distaccato nel 2011 dalla Farnesina come capo dei rapporti istituzionali internazionali e dell'ufficio della major negli Usa; e che dall'aprile 2017 al dicembre 2019 è stato ambasciatore italiano in Qatar. La scelta di Salzano fu fortemente voluta da Renzi (anche se il suo amico e collaboratore Marco Carrai avrebbe preferito Salzano a Tel Aviv), che lo caldeggiò a Paolo Gentiloni malgrado ambasciatori più esperti e di pieno rango puntassero al ruolo. Salzano ha cementato così bene l'amicizia tra i due Paesi da far decollare l'interscambio commerciale. Una missione compiuta per lui, passato oggi a presiedere la pubblica Simest.

 

giuseppe giordo

Quasi in sincrono, tra il 2012 e il 2015 i capitali del Qia, il fondo sovrano locale da 450 miliardi di dollari, planarono sul mercato immobiliare italiano, tra la Sardegna e Milano. Il passaggio di alberghi e terreni della Costa Smeralda avvenne grazie ai contatti tra l'emiro e Tom Barrack, l'americano amico di Trump proprietario del fondo Colony Capital che poco prima gli aveva ceduto anche il Paris Saint Germain.

 

 Mentre il trait d'union italiano è stato Franco Carraro, ex ministro, ex sindaco di Roma, già presidente del Coni e della Figc e molto vicino alla Capitalia di Cesare Geronzi, in sella alla Costa Smeralda Holding dal 2006 e anche con la nuova gestione qatarina.

 

giuseppe bono 1

La bandierina milanese viene invece piantata in due tappe, acquistando per circa 2 miliardi i 25 palazzi del complesso di Porta Nuova che comprende il famoso Bosco Verticale e la torre Unicredit di Pella. L'affare è facilitato dai rapporti già esistenti tra la struttura del Qia e quella del fondo americano Hines, allora gestito in Italia da Manfredi Catella che, in seguito, si avvalse della consulenza del banchiere d'affari Luigi De Vecchi, ora al vertice di Citi.

MASSIMO DALEMA

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...