enrico mattei

CHI HA UCCISO ENRICO MATTEI - L’AEREO SU CUI VIAGGIAVA IL PRESIDENTE DELL’ENI E CHE CADDE LA SERA DEL 27 OTTOBRE 1962 A BASCAPÉ, ALLE PORTE DI MILANO, FU SABOTATO. FINORA L’IPOTESI PIÙ ACCREDITATA METTEVA ALLA SBARRA LE GRANDI COMPAGNIE PETROLIFERE AMERICANE. MA IL NUOVO LIBRO DI GIACOMO PACINI, “LA SPIA INTOCCABILE”, SVELA CHE L’ATTENTATO FU OPERA DEI TERRORISTI FRANCESI DELL'OAS, ORGANIZZAZIONE ULTRANAZIONALISTA DI ESTREMA DESTRA, A CAUSA DEL SUPPORTO CHE MATTEI STAVA FORNENDO AGLI INDIPENDENTISTI ALGERINI

GIACOMO PACINI - LA SPIA INTOCCABILE

L'Oas e l'omicidio Mattei.

Estratto da “La spia innocente. Federico Umberto D’Amato e l’Ufficio Affari Riservati”, di Giacomo Pacini (Einaudi editore)

 

Sull'operato dell'Uar (Ufficio Affari Riservati, Viminale) nei primi anni Sessanta disponiamo di un consistente gruppo di note confidenziali inerenti le attività di quei militanti dell'Oas (Organisation de l'armée secrète) che, ricercati dai servizi segreti francesi, avevano trovato riparo in Italia, grazie anche ai loro collegamenti con esponenti politici del nostro Paese.

 

Tra i principali elementi dell'Oas presenti sul suolo italiano l'Uar indicava soprattutto Georges Bidault, Jacques Soustelle, Jean Susini e Philip De Massey (nei cui confronti venne disposto un capillare servizio di pedinamento), mentre tra i politici più legati al movimento ultranazionalista francese erano segnalati i missini Giorgio Almirante, Tullio Abelli, Giuseppe Romualdi, Filippo Anfuso ed Egidio Sterpa.

 

enrico mattei der spiegel 1958

L'arrivo degli uomini dell'Oas in Italia sarebbe stato facilitato dall’esistenza a Roma dell'organizzazione: Peregrinatio Romana che mensilmente predisponeva viaggi nella Capitale per le comunità cattoliche di Beglio e Francia. Gli agenti dell'Oas, sfruttando il fatto che la Peregrinatio provvedeva in proprio al disbrigo delle pratiche doganali dei suoi fedeli, riuscivano a confondersi tra i «pacifici pellegrini cattolici» e a entrare in Italia evitando sistematicamente i controlli alla frontiera.

 

«Non si è in grado di precisare, - si legge in una informativa, - se vi è o meno una cosciente complicità da parte della Peregrinatio Romana con l'Oas», anche se nel suo organico vi sarebbero stati dei funzionari in contatto con «elementi dell'estrema destra, sia degli ambienti cattolici, che del Movimento Sociale».

Enrico Mattei

 

In un'ulteriore nota si sosteneva che il principale centro organizzativo italiano al quale avrebbero fatto capo gli uomini dell'Oas era «l'Istituto San Pio V per la difesa ed il rafforzamento dei valori cristiani», fondato a fine dicembre 1960 dal cardinale Alfredo Ottaviani (capo della Congregazione del Sant'Uffizio) e da monsignor Gilberto Agustoni (prefetto emerito del Supremo tribunale della Segnatura apostolica). Attraverso quest'ultimo «gli agenti dell'Oas troverebbero protezione in Vaticano».

 

Oas

Secondo le informazioni in possesso dell'Uar, i militanti dell'Oas stavano progettando un attentato contro l'allora presidente dell'Eni Enrico Mattei, nemico giurato dell'organizzazione terrorista francese a causa del supporto che stava fornendo agli indipendentisti algerini.

 

Da una nota dell'agosto 1961, per esempio, veniamo a Roma sapere che era appena giunto a Roma il colonnello Jean Goddard, braccio destro del generale Raoul-Albin Salan (uno dei fondatori dell’Oas, in passato stretto collaboratore del generale Charles De Gaulle), il quale avrebbe incontrato «alcune delle personalità politiche e religiose maggiormente implicate nell'attività oltranzista nel nostro Paese [. .]. Non si esclude che il viaggio sia pure collegato con le minacce epistolari dirette [nei mesi precedenti] al presidente Mattei».

 

Oas - Un frame tratto dal film “La battaglia di Algeri” di Gillo Pontecorvo (1966)

Il colonnello Goddard «si incontrerà con il professor Luigi Gedda ed altre personalità cattoliche, tra cui certamente il proprietario dell’Istituto San Pio V, monsignor Agustoni. Una parte degli incontri avrà luogo in un appartamento sito in via Piemonte n. 39, a Roma, ove è la sede centrale dell'organizzazione tambroniana nota come Centro per l'Ordine Civile».

 

Un successivo appunto riferiva della presenza in Italia di Bernard de La Rose, noto per le sue attività di «attentatore» per conto dei nazionalisti francesi. «Il La Rose» sarebbe giunto a Roma  «col preciso incarico di predisporre un attentato contro il presidente della Fivl [Federazione italiana volontari della libertà] Enrico Mattei».

Jean-Jacques Susini - Oas

 

«Ci rendiamo conto — scriveva l’anonimo autore del documento — della responsabilità che, indirettamente, assumiamo dando corpo a questa voce. Ci pare, tuttavia, che commetteremmo  un grave errore di valutazione se la prendessimo come una diceria». Per tale ragione «raccomanderemmo, in questi giorni, un più attento servizio di vigilanza intorno alla persona del Presidente Mattei».

 

Inquietante è un documento in cui si parlava di un attentato contro l'aereo di Mattei che sarebbe stato progettato da uomini dell'Oas. «L'aereo, — si legge, — avrebbe dovuto essere sabotato con una bomba ad orologeria, piazzata a Milano, che avrebbe dovuto scoppiare dopo la partenza da Roma, al di sopra del Mediterraneo, per impedire ogni inchiesta sulla caduta dell'apparecchio».

generale Raoul-Albin Salan - Oas

 

Il 23 marzo, in un'ennesima informativa, l'Uar ribadiva che «l'Oas non ha rinunciato al proposito di far la pelle ad Enrico Mattei» e ha «addirittura esaminato la possibilità di abbatter[ne] l'apparecchio nel caso questi si recasse in Algeria».

 

In un precedente documento, peraltro, sulla base di informazioni che sarebbero state fornite all'Uar da un familiare del militante missino Massimo Anderson (che in numerose note era descritto come figura vicina all'Oas) si sosteneva che «un attentato al presidente dell'Eni è sempre possibile» in quanto gli uomini dell'Oas «continuano a studiare le abitudini dell'uomo (il presidente Mattei)».

 

Tuttavia, la strategia seguita da Goddard e dai suoi è «attendere che l'opinione pubblica dimentichi la notizia delle già avanzate minacce a lui [Mattei] dirette», per poi colpirlo al momento opportuno. L'autore della nota concludeva sostenendo di avere «ampi e giustificati motivi per ritenere come sostanzialmente esatte e veritiere le considerazioni espresseci dal familiare di Massimo Anderson».

militante missino Massimo Anderson

 

Come noto, Enrico Mattei perse la vita il 23 ottobre 1962 proprio in un incidente aereo, di cui è oggi accertata la natura dolosa, sui cieli di Bascapè (Pavia). Nel 1997, in un'intervista al «Corriere della Sera», Jean Susini, dopo aver rievocato gli anni passati in Italia, ha sostenuto di non poter escludere che quell'attentato l'abbia organizzato la rete italiana dell'Oas, visto che, a suo dire, Ie ragioni per far fuori Mattei c'erano tutte.

GIORGIO ALMIRANTE E DONNA ASSUNTA

 

Egli infatti: «forniva armi ai ribelli algerini attraverso la Tunisia, era un gioco che rientrava negli interessi petroliferi dell'Italia [...]. I veri nemici di Enrico Mattei erano i francesi d'Algeria». Poche settimane dopo la morte di Mattei, peraltro, l’Uar reclutò tra i suoi informatori il giornalista Pasquale (detto «Lino») Ronga che del presidente dell'Eni era stato uno dei più stretti collaboratori e per conto del quale aveva avuto l'incarico di monitorare proprio le attività degli uomini dell'Oas".

 

Nei primi anni Sessanta, grazie alla mole di informazioni che era riuscito a raccogliere, l'Uar rintracciò e fece poi estradare in Francia diversi agenti dell'Oas presenti in Italia, riuscendo a riacquisire l'autorevolezza che aveva perduto dopo la caduta dei triestini. A guidare una gran parte di queste operazioni fu un funzionario da poco entrato agli Affari Riservati, ma destinato a una sfolgorante carriera: Federico Umberto D'Amato.

Enrico MatteiEnrico Mattei con moglieOasOasFederico Umberto D'Amato cardinale Alfredo Ottaviani Oasenrico mattei con aldo moroOas Algerian warEnrico Mattei

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO