giuseppe conte luigi di maio nicola zingaretti

COME DAGO-ANTICIPATO, ANCHE IL PD DI ZINGARETTI SI PREPARA A DIRE SÌ ALLA REVOCA DELLA CONCESSIONE AUTOSTRADALE AI BENETTON - SECONDO ''IL FATTO'' LA FAMIGLIA È DIVISA TRA CHI VUOLE TRATTARE (I GIOVANI) E IL PATRIARCA LUCIANO BENETTON CON GIANNI MION CHE HANNO GIÀ SCELTO LA VIA DEL CONTENZIOSO DURISSIMO CONTRO LO STATO. FINO A IERI. OGGI, CAPITA L'ANTIFONA, SONO TUTTI D'ACCORDO A TRATTARE...

 

 

1. DAGO-ANTICIPAZIONE: CONTE PORTERÀ IN CDM LA REVOCA DELLA CONCESSIONE AI BENETTON

9 gennaio 2020

https://m.dagospia.com/boom-prima-delle-elezioni-conte-portera-in-cdm-la-revoca-della-concessione-ad-autostrade-223673

 

(…) E fin qui le dinamiche si capiscono. Ma come mail il Pd ha detto sì alla revoca? Avrebbe ottenuto in cambio l'accordo sulla legge elettorale. Che prevede il 5% come sbarramento, così da costringere tutti i cespugli di centrosinistra a tornare tra le braccia del partito di Zingaretti, pena lo schianto alle urne, e il Pd a tornare il partito di riferimento di un'area oggi in ordine sparso. (…)

 

 

giuseppe conte nicola zingaretti 1

 

2. IL PD SI È CONVINTO: TRATTATIVA IMPOSSIBILE, ASPI VA REVOCATA

Estratti dall'articolo di Marco Palombi per ''il Fatto Quotidiano''

 

Cosa fare con Autostrade per l' Italia è telenovela che va avanti da un anno e mezzo e due governi. Negli ultimi giorni, però, va registrata una novità di rilievo: anche il Pd - dal segretario Nicola Zingaretti alla ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli - si è convinto che la strada da prendere è la revoca della concessione alla società controllata dalla holding Atlantia, i cui azionisti di maggioranza sono i Benetton.

 

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

I ministri dem ne hanno discusso anche tra loro e, tolte le cautele del ministro dell' Economia Roberto Gualtieri sugli effetti finanziari della revoca, ormai la guerra nucleare è data per scontata: il provvedimento - corredato dalle analisi del ministero delle Infrastrutture sulle mancate manutenzioni di Autostrade e dai pareri tecnici di Avvocatura e Corte dei Conti - sarà pronto per il Consiglio dei ministri della prossima settimana, ma non è ancora stato deciso se procedere prima o dopo le Regionali di domenica 26 gennaio. Calcoli di bassa cucina politico-elettorale che non cambiano la situazione.

 

paola de micheli 1

Lo spostamento del Pd sulla posizione della revoca è anche frutto dei comportamenti dell' azienda. Trattare coi Benetton, ad esempio, è quasi impossibile, tanto più che la famiglia è divisa su quale comportamento tenere: la proposta di "cavarsela" con una maxi-multa e uno sconto a tempo sui pedaggi - spiegano fonti di governo - è arrivata dai "giovani" della famiglia, componente che ha però scarso potere decisionale.

 

Al contrario il patriarca Luciano Benetton e soprattutto il manager Gianni Mion - artefice nel passato della trasformazione finanziaria del gruppo e da giugno presidente di Atlantia - avrebbero già scelto la via del contenzioso, via annunciata dai rifiuti a qualunque revisione della (vantaggiosissima) concessione del 2007 e dalla letteraccia "legale" inviata al governo prima di Natale, quando il decreto Milleproroghe ha cambiato i termini con cui si calcolerebbe il risarcimento ai concessionari revocati (l' accordo in essere coprirebbe di miliardi gli azionisti di Autostrade persino in caso di revoca per inadempimento o colpa grave).

luciano benetton

 

(...) Siccome il Milleproroghe pubblicato il 30 dicembre in Gazzetta Ufficiale modifica in modo sostanziale la concessione in essere, Autostrade ha 30 giorni di tempo per decidere se accettare i nuovi termini o considerare il contratto decaduto. (...)

 

In Consiglio dei ministri, però, si dovrà scegliere la via giuridica per arrivare all' obiettivo. Ce ne sono molte: revoca, rescissione, risoluzione, recesso, la via della nullità contrattuale. Più complicato sarà, invece, organizzare la presa in carico pubblica dei tremila chilometri di autostrade di Aspi: il solito decreto Milleproroghe sancisce la possibilità che sia Anas a subentrare, ma la strada ipotizzata ad oggi è quella della creazione di una società ad hoc che assorba anche tutti i 7 mila dipendenti di Autostrade per il tempo necessario a mettere a gara il servizio (ovviamente con la "clausola sociale" in vigore per i contratti pubblici, che prevede l' assorbimento della manodopera).

GIANNI MION 1

 

Più preoccupanti, anche per il governo, gli effetti finanziari: Autostrade ha 11 miliardi di euro di debiti con le banche e Atlantia, senza più il bancomat dei caselli, probabilmente sceglierebbe di farla fallire con relative perdite per migliaia di azionisti e titolari di bond.

Ultimi Dagoreport

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?