conte cartabia

CONTE MENTE SAPENDO DI MENTIRE - PER CONTRASTARE LA RIFORMA CARTABIA VA RIPETENDO: "NON ACCETTEREMO MAI CHE IL PROCESSO PENALE PER IL CROLLO DEL PONTE MORANDI POSSA RISCHIARE L'ESTINZIONE" - E' UNA BALLA GIA' SMENTITA DALLO STESSO MINISTRO DELLA GIUSTIZIA - "IL FOGLIO": "LA RIFORMA NON GLI PIACE E PER AVERE RAGIONE PROVA A MISTIFICARE UNA FERITA CHE ACCOMUNA" - MATTIA FELTRI: "LA RIFORMA CARTABIA SI APPLICA AI REATI COMMESSI DAL PRIMO GENNAIO 2020, E IL MORANDI È CROLLATO NELL'AGOSTO DEL 2018..."

1 - IN NOME DEL POPOLO

Mattia Feltri per "la Stampa"

 

mario draghi giuseppe conte

C'è una storiella di Woody Allen che fa più o meno così: domattina alle sei sarò giustiziato da innocente; dovevo essere giustiziato alle cinque ma ho un avvocato in gamba. Non so se la storiella si applichi all'Avvocato dei nostri tempi, quello del popolo, ma sentite qua: a Giuseppe Conte la riforma della giustizia di Marta Cartabia non va giù, in particolare che si reintroduca la prescrizione dei reati già cancellata dal suo primo governo, quello pentaleghista (un minuto di silenzio per Salvini passato dalla riforma più giustizialista di sempre ai referendum più garantisti di tutti i tempi).

 

cartabia

Per Conte i processi possono durare in eterno altrimenti i suoi colleghi avvocati, quelli bravi, dei colletti bianchi, la tirano in lungo e salvano i colpevoli: altro che il patibolo di Woody Allen rinviato di un'ora. Poi le carceri sono piene di poveri cristi in attesa di giudizio ma vabbè. Per illustrare il concetto, l'Avvocato del popolo ha preso l'esempio del Ponte Morandi: non accetteremo mai che il processo rischi di estinguersi.

 

Diciamo così, un colletto bianco non ingaggerebbe mai Conte, perché la riforma Cartabia si applica ai reati commessi dal primo gennaio 2020, e il Morandi è crollato nell'agosto del 2018. E sapete perché dal gennaio 2020? Perché sostituisce la riforma di Conte che nel gennaio 2020 è entrata in vigore, sebbene Conte non se lo ricordi. Quindi il Morandi non c'entrava prima né c'entra adesso, e la storiella di Woody Allen va aggiornata: domattina alle quattro sarò giustiziato da innocente; dovevo essere giustiziato alle cinque ma il mio avvocato è quello del popolo.

 

crollo ponte morandi

2 - LA BUGIA DI CONTE

Carmelo Caruso per "il Foglio"

 

Sta dicendo una cosa non vera e la sta dicendo sapendo che è un'impostura. Un consiglio a Giuseppe Conte: prima di vigilare sulle presunte "sacche d'impunità" (che genererebbe la riforma Cartabia) cominci a fare manutenzione delle (sue) parole. Sta ripetendo infatti qualcosa di pericoloso. E' qualcosa che è già stata smentita dal ministro della Giustizia. Si tratta dell'ultima strage italiana. Ripete: "Non accetteremo mai che il processo penale per il crollo del Ponte Morandi possa rischiare l'estinzione". Non è vero.

 

Massimo Ceresa Gastaldo

Lo spiega un giurista, un professore di procedura penale come Massimo Ceresa- Gastaldo. Il processo non si estingue e la riforma non incide su quel procedimento. Perché Conte lo dice? Perché la riforma non gli piace e perché sa che c'è un modo per avere ragione: mistificare una ferita che accomuna. Sta facendo politica ma fa torto alla sua storia. Un uomo di diritto, come si vanta di essere, avrebbe suggerito: "Aiutiamo la procura di Genova, facciamo di quel processo un esempio di processo".

 

draghi e cartabia a santa maria capua vetere 7

E invece cosa fa? Nel suo messaggio da leader (quasi) incaricato ha agitato ( e continua) un fantasma che non esiste. E' la stessa operazione che da premier ha compiuto subito dopo il crollo. Per intercettare meglio il dolore di quel giorno aveva anticipato: "Non possiamo aspettare i tempi della giustizia".

 

Faceva finta di non ricordare che non è così che funziona nei paesi di diritto e che quella frase è ancora buona per le tribù. E sarebbe il caso di smetterla di raccontare che Conte, ieri, a Palazzo Chigi, di fronte a Mario Draghi, si è presentato senza minacce e nessun tono bellicoso. Ma cosa avrebbe dovuto minacciare? Sa benissimo pure lui che la riforma Cartabia si "applica per reati commessi dopo il 1° gennaio 2020".

 

draghi e cartabia a santa maria capua vetere 3

Significa che non ha nulla a che vedere con una sciagura avvenuta il 14 agosto del 2018. Dice Ceresa-Gastaldo - un genovese, un professore ordinario che insegna Procedura Penale alla Bocconi di Milano - che quanto si cerca di far passare non è altro che una menzogna: "Una cosa è dire la riforma Cartabia non mi piace, ma un'altra è prefigurare l'estinzione di quel processo.

 

E' un processo complesso che ha impegnato una procura e di cui si attende l'udienza preliminare. Dire che non si celebrerà non è altro che un'informazione falsa". Senza tenere conto che la prescrizione (come prevede la riforma) è bloccata fino alla sentenza di primo grado. A Genova si è superata la fase più difficile.

 

ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE

E' quella dell'incidente probatorio. Ci sono 59 indagati. E' stata già fissata la data dell'udienza preliminare: il 15 ottobre. Si confida che la prima sentenza possa arrivare nei primi mesi del 2022. Per velocizzare i tempi, il giudice ha fissato tre udienze a settimana. E' una procura che non si è risparmiata nello zelo. Assicura Gastaldo che "se c'è qualcosa di pacifico è che quella riforma non ostacolerà la ricerca della verità".

 

Qual è l'altra verità? Aggiunge il professore: "Che troppe volte, e rammarica, la politica si serve in maniera strumentale di processi simbolo. Si suscitano emozioni". Chi pensa che le vittime, tanto più quelle di Genova, non debbano avere giustizia? Dovrebbero avere anche la garanzia di non essere strattonati e soprattutto essere protetti dai "mercanti di pena", i neo leader "gliela facciamo vedere noi".

 

giuseppe conte alfonso bonafede

Anche nel secondo grado di giudizio, quello in cui scatterebbe la novità Cartabia, il famigerato pericolo "prescrizione" dipenderà dai reati contestati dai giudici e non dall'umore di Conte. Quando alla ministra hanno chiesto, e lo ha fatto il Corriere, se temesse l'impunità per la vicenda Morandi, ha ricordato che "la riforma prevede che i processi per reati gravi abbiano garanzie e tempi più lunghi per celebrare ogni grado". Se come ha promesso Conte "il M5s, sulla giustizia, avrà un atteggiamento costruttivo", la prima cosa che dovrebbe fare è smontare questo ponte di "paure".

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO