di maio conte renzi

CONTE NELLA TENAGLIA DI RENZI E DI MAIO - “GIUSEPPI” È SOTTO ATTACCO PER QUOTA 100, LE MISURE SUL CONTANTE E L’USO DEL POS - LUIGINO INVOCA UN “VERTICE DI MAGGIORANZA” PER RIVEDERE LE MISURE MA NEL M5S IN MOLTI HANNO SCRITTO MESSAGGINI PRIVATI DI SOLIDARIETÀ A CONTE: “NON ERAVAMO NOI QUELLI DELLA BATTAGLIA AL CONTANTE?” - PARE CHE NON SIANO PIÙ DI 40 I DEPUTATI CHE CONDIVIDONO LE POSIZIONI DI DI MAIO…

1 - LA CARICA DI DI MAIO E RENZI CONTE FINISCE SOTTO ATTACCO

Alessandro Trocino per il “Corriere della sera”

 

di maio conte

Da una parte Matteo Renzi che attacca su quota 100: «Voteremo l'emendamento per sopprimerla». Dall' altra Luigi Di Maio che contesta le misure su contante e pos: «Se passassero, sarebbe un segnale devastante». Il viaggio di ritorno di Giuseppe Conte da Bruxelles è pieno di turbolenze e all' atterraggio a Roma l' umore non è buono.

Quello che sembrava già deciso, con l' ultimo Consiglio dei ministri, non lo è affatto e si traballa anche una volta scesi a terra.

 

renzi di maio

Renzi avverte alla Leopolda: «Spiegheremo perché secondo noi quella misura, che investe 20 miliardi in tre anni guardando solo ai pensionandi, è ingiusta: quei soldi dovrebbero andare ai giovani, alle coppie, alle famiglie, agli stipendi e ai servizi». Il leader di Italia viva sa che quella su quota 100 «sarà una battaglia di testimonianza, visti i numeri», ma non ha nessuna intenzione di rinunciarci. E ha altri fronti aperti: «Sui microbalzelli come la sugar tax o le imposte sulla casa o sul desiderio di complicare la vita alle partite Iva ci faremo sentire.

 

Sono certo che anche altre forze della maggioranza bloccheranno questi micro balzelli».

Sponda lanciata non certo al Pd ma ai 5 Stelle. Che sono l' altro fronte di attacco, il più sorprendente per il premier. Di Maio, dopo giorni di scontri sottotraccia, lancia un siluro e invoca un «vertice di maggioranza».

 

luigi di maio giuseppe conte e la card per il reddito di cittadinanza

Conte aveva fatto filtrare una sua irritazione per un' eccessiva cautela sulla lotta all' evasione. Di Maio mette nero su bianco la sua visione. Che prevede una lotta spietata ai grandi evasori, per i quali chiede il carcere e la confisca per chi evade più di 100 mila euro. Ma anche una difesa a spada tratta di una parte rilevante della sua constituency elettorale: «In passato - scrive - abbiamo assistito a uno Stato che preferiva accanirsi su commercianti, artigiani, parrucchieri, elettricisti, invece di rompere le scatole a multinazionali e grandi evasori».

 

Sbagliatissimo, dice Di Maio. Abbassare il tetto del contante e obbligare ai pos i commercianti vuole dire «lanciare un messaggio culturale devastante». Di Maio attacca anche la riduzione del cuneo: «D'accordissimo sulla misura, ma che senso ha farla, dando 40 o 50 euro in più al mese ai lavoratori dipendenti, togliendoli alle partite Iva che si spezzano la schiena giorno e notte, senza garanzie, malattia e welfare?».

 

roberto gualtieri

Alla fine, c' è anche quella che sembra a molti una minaccia: «Bene Conte, ma siamo una repubblica parlamentare. Il Movimento è l'ago della bilancia e senza di noi non si va da nessuna parte». Messaggio che si cerca poi di stemperare, con una nota successiva: «Non si tratta di ultimatum o minacce. Il presidente Conte ha tutta la nostra fiducia». Vincenzo Spadafora conferma: «Zero ultimatum, anzi vogliamo più dialogo». Nel frattempo il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri mette un punto: «L'impianto della manovra non cambierà, anche se i contrasti in un governo di coalizione sono fisiologici».

 

2 - MA NEL MOVIMENTO MOLTI SI SCHIERANO CON IL CAPO DEL GOVERNO I MESSAGGI DI SOLIDARIETÀ

Alessandro Trocino per il “Corriere della sera”

 

claudia e manlio di stefano

La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le interviste uscite sui giornali. Le rivendicazioni a voce alta della lotta all'evasione. I post, le conferenze stampa. Luigi Di Maio non ce l' ha fatta più e ha fatto scrivere il comunicato di fuoco contro il premier Giuseppe Conte, che ha innescato il conflitto, già in atto da giorni. A sera, si prova a gettare acqua sul fuoco. Si spiega che Di Maio «dà massimo sostegno e massima fiducia al premier». E che quel comunicato uscito sul blog era anche «il frutto della condivisione dei malumori dei gruppi verso la linea del premier». Di Maio si starebbe dunque prestando in prima persona per placare i più facinorosi.

 

Francesco D Uva

Ma la versione che filtra dall' interno del Movimento, dai parlamentari più addentro al cuore pulsante dei gruppi, è molto diversa. Da giorni ricevono richieste di fare quella che in gergo viene chiamata «una batteria» contro Conte: ovvero una raffica concordata di messaggi, tweet e comunicati a favore della linea di Di Maio. Ma sono in molti a ribellarsi. Diversi hanno persino scritto messaggini privati di solidarietà al premier. Si racconta che non siano più di 40 i deputati che condividono le posizioni del capo politico.

 

Con lui ci sono esponenti di peso come Francesco D' Uva e Manlio Di Stefano, come anche Alessio Villarosa e Laura Castelli. Ma se una parte della commissione Bilancio è con lui, le Finanze, che vede tra i membri Carla Ruocco, è fortemente ostile alle sue posizioni.

 

laura castelli

Ieri c' è stata una riunione a Palazzo Chigi, presenti alcuni esponenti di peso come Riccardo Fraccaro, Vincenzo Spadafora, Laura Castelli e Alfonso Bonafede. Qualcuno ha raccontato a Di Maio che Conte nei consigli dei ministri fa spesso sponda con il ministro dem Dario Franceschini. Il ministro degli Esteri ha commentato gelido: «Peccato che Conte non sia stato messo in quel posto da Franceschini, ma da altri».

 

Si è creato in questi giorni un clima di gelo tra Palazzo Chigi e i vertici 5 Stelle. In parte si spiega con la volontà per Di Maio di far sentire la sua voce, di differenziarsi, proprio come fa Matteo Renzi. E in effetti la sfida è più tra i due leader di partito, che contro Conte. C' è anche la necessità di proseguire battaglie storiche del Movimento e non perdere elettori in zone chiave, per partite Iva ed evasione. Non a caso Alvise Maniero, veneziano, è fortemente a sostegno di Di Maio, come molti esponenti campani e siciliani. Ma non sono pochi quelli che contestano a Di Maio un difetto di coerenza.

 

alfonso bonafede.

«Ma come, non eravamo noi quelli della battaglia al contante? Noi quelli che dicevano che il contante poi si tramuta in mazzette, in lavoro nero, che è un regalo alle mafie?». In effetti sì, ma già dal 2018, si ricorda in ambienti lealisti, la linea era stata corretta, modificando posizioni espresse anche da Di Maio e Bonafede. Ora il capo politico fa mostra di difendere i giovani, di non volere guerre tra poveri. Non si dice contrario all' obbligo dei pos e anche al contante, ma a patto che contestualmente si intervenga sulle commissioni bancarie: «Prima si devono azzerare - dice ai suoi -, poi si può procedere. Non si può mettere il carro davanti ai buoi».

 

roberto fico

Viene chiamato in aiuto anche Roberto Fico, che in tv a Carta Bianca aveva negato che la lotta al contante fosse una priorità. Ma, parlando alla Camera, il presidente corregge il tiro: «Non volevo dire questo, sono stato frainteso».

 

Fatto sta che il clima si surriscalda. Martedì si va a votare per il nuovo capogruppo, dopo due fumate nere. Non è detto che non si azzerino le candidature precedenti e non si formi un listone. Per Di Maio c' è il pericolo concreto, a sentire diversi esponenti della Camera, che si ritrovi con una maggioranza fortemente ostile a Montecitorio. Con un gruppetto di deputati sempre più vicino alle posizioni e alla politica del premier Conte.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)