pensione pensionati

CORSA PER LA PENSIONE: PER USARE QUOTA 100 GLI STATALI HANNO 15 GIORNI A GENNAIO - E IL SOTTOSEGRETARIO DURIGON PROPONE ALLE BANCHE ITALIANE DI ANTICIPARE IL TFR A CHI LASCIA IL LAVORO, VISTO CHE NEL DECRETO POTREBBE ASPETTARE FINO A 8 ANNI PER VEDERE LA LIQUIDAZIONE: ''GLI INTERESSI SARANNO A CARICO DEI BENEFICIARI, MA BASSISSIMI. C'È LO STATO A GARANTIRE LE BANCHE''. AH BEH, ALLORA…

1. STATALI, TEMPI STRETTI PER USARE QUOTA 100 DOMANDE A GENNAIO

Andrea Bassi per ''Il Messaggero''

 

 

pensionati in piazza contro la manovra 12

Rischia di diventare una corsa contro il tempo quella dei dipendenti statali che decideranno di utilizzare lo scivolo di Quota 100 per anticipare la pensione. Chi ha maturato o maturerà i 62 anni di età e 38 di contributi entro il prossimo 31 marzo, se vorrà approfittare della prima finestra, fissata al primo luglio, per lasciare il lavoro, dovrà presentare domanda all' Inps entro la fine del mese.

 

È una delle ultimissime novità contenute nella bozza di decreto che conterrà le due misure bandiera del governo, la riforma Quota 100 e il Reddito di cittadinanza, e che dovrebbe essere approvato nei prossimi giorni, probabilmente già nel consiglio dei ministri dell' 11 gennaio prossimo. Il provvedimento prevede, come detto, che tutti i dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre dello scorso anno, e quelli che li matureranno entro il 31 marzo di quest' anno, potranno lasciare il lavoro dal prossimo primo luglio.

 

LE DIFFERENZE

 Ma, aggiunge, un comma del provvedimento, la domanda di collocamento a riposo dovrà essere presentata con un preavviso di sei mesi all' amministrazione di appartenenza.

 

gabanelli pensioni 5

Dunque, dalla pubblicazione in Gazzetta del decreto, che dovrebbe arrivare entro la metà di gennaio, rimarranno sì e no quindici giorni per chiedere il pensionamento. La ragione di questa differenza con i dipendenti privati, starebbe nella necessità di garantire la continuità e il buon andamento dell' azione amministrativa.

 

Statali a parte, chi ha maturato i 62 anni di età e i 38 di contributi entro lo scorso 31 dicembre, potrà lasciare il lavoro il primo aprile. Per chi non ha ancora maturato i requisiti, invece, ci saranno delle finestre mobili di tre mesi. Significa che dal momento in cui si hanno i 62 anni e 38 di contributi, bisognerà attendere 90 giorni prima di poter lasciare il lavoro.

 

LA FINESTRA DI SEI MESI

BOERI BY CARLI - STRATEGIA DELLA PENSIONE

L' età anagrafica, ossia i 62 anni, saranno adeguati all' aspettativa di vita e, dunque, cresceranno con il tempo. Per i dipendenti pubblici che matureranno i requisiti a partire da aprile 2019, la finestra sarà invece di sei mesi (sempre tenendo presente che la domanda di collocamento a riposo dovrà essere presentata con sei mesi di anticipo all' amministrazione di appartenenza).

 

Ieri invece si sono scatenate le polemiche su un' altra norma inserita nella bozza che riguarda gli statali: lo slittamento del pagamento delle buonuscite fino a 8 anni per coloro che scelgono l' uscita anticipata con Quota 100 (come anticipato dal Messaggero del 4 gennaio). La Cisl ha chiesto al Governo di convocare i sindacati sul decreto che dovrebbe introdurre le norme per l' anticipo della pensione e di non penalizzare i lavoratori pubblici con il rinvio dell' erogazione della liquidazione solo al momento della maturazione dei requisiti attuali (67 anni di età per la vecchiaia e 43 anni e 3 mesi di contributi per quella anticipata).

 

tito boeri

«Chiediamo - ha affermato il segretario confederale Ignazio Ganga - che il sindacato venga convocato al più presto per un confronto specifico sulle pensioni». I dipendenti pubblici, gli ha fatto eco Antonio Foccillo della Uil, «devono scontare fino in fondo il fatto di essere tali, con continue differenze di trattamento rispetto a chi, invece, lavora nel settore privato. Pertanto la risposta sarà immediata».

 

 

2. «BUONUSCITA CON IL PRESTITO PER I DIPENDENTI PUBBLICI»

Andrea Bassi per ''Il Messaggero''

 

Claudio Durigon, sottosegretario al lavoro, gli statali che vanno in pensione a 62 anni con quota 100 dovranno aspettare comunque 67 anni per vedersi pagata la buonuscita?

«Valgono le vecchie regole. Ci rendiamo conto del problema, ma troveremo una soluzione».

 

Che soluzione?

PENSIONATI IN FUGA DALL ITALIA

«I dipendenti pubblici che lasciano con Quota 100 potranno chiedere alle banche l' anticipo del loro trattamento di fine servizio. Stiamo valutando insieme all' Abi la stipula di una convenzione».

 

Servirà una norma?

«Nel decreto vorremmo inserire un riferimento».

 

Si tratta di un prestito, chi pagherà gli interessi?

«Saranno a carico dei beneficiari. Ma si tratterà di cifre bassissime. L' erogazione della liquidazione degli statali sarà garantita dallo Stato. L' operazione, vedrà, sarà conveniente per chi vuole avere in anticipo i soldi della liquidazione».

 

Quando andranno in pensione i primi statali, a luglio o ad ottobre?

«Chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre dell' anno scorso potrà fare domanda a gennaio e potrà lasciare a luglio».

 

Con il blocco delle assunzioni fino al 15 novembre non c' è il rischio che si crei un buco, una discrasia, tra pensionamenti e assunzioni?

pensioni

«Il rischio c' è, ma è minimo. Parliamo di due mesi. E poi siamo anche convinti che con il divieto di cumulo tra reddito e pensione fissato a 5 mila euro, non ci saranno fughe di massa dal pubblico impiego».

 

Una staffetta generazionale ci sarà?

«Ci sarà sia tra i dipendenti pubblici che tra quelli privati. Per questi ultimi diamo la possibilità alle aziende di anticipare il ritiro dei dipendenti fino a tre anni rispetto ai 62 fissati da Quota 100, attraverso il ricorso ai fondi bilaterali di solidarietà. Ma ad una condizione».

 

Quale?

«Che per ogni uscita ci sia una nuova assunzione».

 

Senta, dal primo gennaio è scattato l' aumento di cinque mesi anche dell' età contributiva per il pensionamento che voi volevate congelare a 42 anni e 10 mesi. Cosa accadrà ora?

«Semplice, nel decreto sarà scritto che dal primo gennaio del 2019 si potrà andare in pensione con 42 anni e 10 mesi a prescindere dall' età».

 

Ci sarà la riconferma di una opzione donna?

claudio durigon giuseppe conte

«Certo, le donne nate nel 1958 e 1959, a seconda che sono lavoratrici autonome o dipendenti, potranno lasciare il lavoro con 35 anni di contributi con il ricalcolo contributivo della pensione. Abbiamo rinnovato anche l' Ape sociale, lo scivolo verso l' uscita con i costi tutti a carico dello Stato per le categorie più vulnerabili».

 

Quando sarà varato il decreto legge?

«Forse potremmo fare in tempo già per il Consiglio dei ministri dell' 11 gennaio. Non credo che andremo comunque oltre metà mese».

 

Ci sarà anche il Reddito di cittadinanza?

«Sarà un decreto unico».

 

Il sussidio andrà anche agli stranieri?

«Solo a quelli che hanno almeno 10 anni di residenza in Italia e che in pratica, hanno i requisiti per fare domanda di cittadinanza».

 

Ce la farà l' Inps a gestire questa mole di lavoro aggiuntiva tra Reddito di cittadinanza e Quota 100. Non c' è il rischio che qualche misura slitti?

«Nessun rischio. Le finestre di tre mesi per i dipendenti privati e di sei mesi per i dipendenti pubblici permetteranno all' Inps di organizzarsi al meglio. Siamo in stretto contatto con loro, non ci saranno intoppi».

durigon salvini

 

C' è un ulteriore elemento che si aggiunge, l' avvicinarsi della scadenza del mandato del presidente Tito Boeri.

«Stiamo pensando ad un cambio della governance con una reintroduzione dei consigli di amministrazione. Io credo che in queste situazioni sia meglio accelerare il ricambio che ricorrere a delle proroghe».

 

 

 

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...