vincent bollore emmanuel macron eric zemmour

COSA AVRA' PROMESSO MACRON A VINCENT BOLLORE' PER FARGLI ORCHESTRARE LA CANDIDATURA DI ERIC ZEMMOUR, CHE LAVORA NELLE TV DI VIVENDI, IN CHIAVE ANTI-LE PEN? - L’OPINIONISTA E GIORNALISTA, ACCUSATO DI XENOFOBIA, OMOFOBIA E REVISIONISMO STORICO, ANNUNCIA LA SUA DISCESA IN CAMPO "PER SALVARE LA FRANCIA" CONTRO IL MONDIALISMO E L'IMMIGRAZIONISMO DI MACRON - VIDEO

 

Danilo Ceccarelli per https://www.huffingtonpost.it

 

vincent bollore emmanuel macron

Ormai è ufficiale: Eric Zemmour è candidato alle prossime elezioni presidenziali francesi. L’annuncio, nell’aria ormai da mesi, è arrivato con un video diffuso sui social, annunciato con largo anticipo dallo staff. Una non-notizia, utile più a rilanciare l’immagine di un outsider alla ricerca di legittimità in seguito al recente crollo nell’opinione pubblica.

 

L’opinionista e giornalista ultraconservatore appare seduto, mentre legge un testo, con un sottofondo di musica classica. Per assurdo nel suo discorso intriso di orgoglio nazionale, di restituzione della Francia ai francesi, nell’annuncio di una candidatura perché “non è più tempo di riformare la Francia ma di salvarla”, sceglie di farsi accompagnare la settima sinfonia del teutonico Ludwig van Beethoven. In meno di dieci minuti si ritrovano tutti i temi più cari al pantheon zemmouriano.

 

vincent bollore emmanuel macron

Al discorso di alternano immagini, prima in bianco e nero poi a colori. Zemmour ricorda la Francia di una volta, quella di Napoleone e del generale Charles de Gaulle, ma anche Brigitte Bardot e Alain Delon. “Un paese di cui i vostri figli hanno nostalgia senza neanche averlo conosciuto”, dice il candidato prima di passare ai giorni d’oggi: “Da decenni i nostri governi di destra e di sinistra ci hanno condotto sul cammino funesto del declino e della decadenza”. Intanto, le immagini cominciano a mostrare scontri durante manifestazioni, proteste delle Femen, immigrati e banlieue.

 

COPERTINA DI PARIS MATCH CON ERIC ZEMMOUR

Dopo la cavalcata nei sondaggi degli ultimi mesi, lanciata da un pompaggio mediatico che lo vedeva al secondo turno insieme al presidente Emmanuel Macron, il fenomeno Zemmour si è sgonfiato. Secondo un’inchiesta realizzata da Ifop per il settimanale Le Journal du Dimanche, l’ex editorialista del Figaro avrebbe perso due-tre punti, scivolando tra il 14 e il 15%, dietro a Marine Le Pen (19-20%) e il presidente Emmanuel Macron, stabile al primo posto tra il 25 e il 28%.

 

Zemmour paga la sovra-esposizione, ma anche le sparate che hanno accompagnato la sua onnipresenza sui piccoli schermi di Francia. Come quando ha affermato che avere “un appartamento da 100 metri quadrati a Parigi” non è da ricchi o quando ha puntato un fucile (ovviamente scarico) contro i giornalisti durante una visita al salone Milipol dedicato alla sicurezza esclamando “Non si scherza più, eh!”. Le accuse di xenofobia, omofobia e revisionismo storico (che in passato gli sono già valse due condanne per incitamento alla discriminazione razziale e all’odio religioso) cominciano a far scricchiolare l’impalcatura costruita per lanciare la corsa all’Eliseo.

 

eric zemmour

L’opinionista adesso appare nervoso, incapace di gestire le critiche e gli attacchi. Come quando alcuni giorni fa a Marsiglia ha risposto ad una manifestante che gli mostrava il dito medio con lo stesso gesto. La sbandata di troppo, interpretata da molti come la dimostrazione della mancata statura presidenziale di una figura ormai abituata a farsi strada a colpi di sensazionalismo. Il mea culpa è arrivato via social, dove Zemmour ha riconosciuto un gesto “inelegante” e fuori luogo. Intanto, i suoi rivali si sfregano le mani. Soprattutto a destra.

 

eric zemmour su cnews

“La trasformazione da polemista a candidato alla presidenziale non è avvenuta”, ha commentato Le Pen, che tira un sospiro di sollievo nel vedere il rivale mentre arranca lasciandogli spazio. Zemmour non riesce a togliersi di dosso le vesti di opinionista dalla polemica facile. Ma con l’annuncio di oggi si apre una nuova tappa, che porta il neo-candidato ufficialmente sulla pista della corsa all’Eliseo.

 

CARTELLONI DI ERIC ZEMMOUR

Nei prossimi mesi l’opinionista continuerà a cavalcare i cavalli di battaglia che l’hanno reso noto al grande pubblico francese: l’immigrazione e l’anti-Islam. I punti cardinali del suo pensiero, sui quali orientare la bussola verso la presidenza. Sul primo, la linea è netta e chiara: “Bisogna bloccare l’immigrazione legale e illegale”, ha dichiarato dal palco di Lille a inizio ottobre.

 

La promessa è di espellere i due milioni di immigrati arrivati durante il mandato del presidente Emmanuel Macron (cifra contestata da diversi servizi di fact checking) per mettere fine a quella che definisce una “follia”. Ma il progetto guarda oltre e punta a “rifare i francesi” attraverso un processo di “assimilazione” necessario ad integrare gli stranieri presenti in Francia.

 

eric zemmour 6

“Significa diventare francesi, vestirsi come i francesi, dare un nome francesi ai proprio figli”, diceva il giornalista ad ottobre durante un dibattito con il leader della France Insoumise, Jean-Luc Melenchon su BfmTv. Per questo Zemmour propone di restaurare una legge del 1803 decisa all’epoca da Napoleone per vietare l’utilizzo di nomi stranieri. “Trovo triste che dopo tre generazioni un bambino venga chiamato ancora Mohammed”, spiegava a France 2.

 

La proposta strizza l’occhio alla destra identitaria abbracciando la teoria della “grande sostituzione” elaborata da Renaud Camus che vedrebbe il popolo europeo minacciato dai nuovi flussi migratori destinati a sostituirlo progressivamente. “La grande sostituzione non è né un mito né un complotto ma un processo implacabile” si legge nel suo ultimo libro, “La Francia non ha detto al sua ultima parola”, che ha venduto più di 250 mila copie.

 

CARTELLONI DI ERIC ZEMMOUR

Provocazione o programma politico? La domanda in Francia se la fanno in molti e la risposta potrebbe arrivare nelle prossime settimane, cruciali per convincere l’elettorato e colmare le tante lacune che restano in un programma ancora incompleto.

 

Il controverso opinionista ultraconservatore in queste ultime settimane ci ha provato a rafforzare la sua credibilità, lavorando soprattutto sulle proposte economiche, vero tallone d’Achille. L’attenzione è tutta sul potere d’acquisto, definito dal 45% cento dei francesi come il tema più importante della campagna elettorale secondo un sondaggio di Odoxa per Europe 1.

 

eric zemmour

Zemmour parla prima di tutto ai gilet gialli, cittadini di quella Francia periferica insorti nel 2018 contro i rincari della benzina. In caso di vittoria, l’ex giornalista del Figaro promette di togliere la patente a punti e di rivedere i limiti di velocità su alcuni tratti stradali del Paese. Alla classe imprenditoriale propone invece di tagliare radicalmente le imposte di produzione, con un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese. Sull’età pensionabile, invece, l’idea è di aumentare la soglia portandola a 64 anni, due in più rispetto a quella attuale, tra le più basse d’Europa. Niente di rivoluzionario al momento.

 

eric zemmour

L’Unione europea è un pretesto per tornare sui temi identitari, quelli di una Francia che rischia di “dissolversi” nella “chimera” di Macron. Il presidente è “l’uomo della mondializzazione felice, pensa che non bisogna mai chiudere le frontiere” diceva Zemmour a inizio ottobre intervenendo ai microfoni di Europe 1. Tuttavia, Parigi non deve più uscire dall’Euro, contrariamente a quanto sostenuto nel 2013 al quotidiano belga L’Echo. La strategia della Le Pen, che nel 2017 ha incentrato il suo programma sulla Frexit fallendo miseramente, è servita a Zemmour, che adesso mantiene un euroscetticismo di fondo senza spingersi troppo oltre.

 

eric zemmour e marine le pen

La crisi del coronavirus è invece un pretesto utilizzato da Macron per distogliere l’attenzione dai veri temi importanti. “Il Covid perette di cambiare mediaticamente l’agenda”, spiegava a France info qualche giorno fa. Per questo, il green pass verrà immediatamente soppresso in caso di vittoria.

 

Questa sera Zemmour interverrà ai microfoni del telegiornale di Tf1, dove sarà maggiori dettagli sul suo programma, prima del grande meeting parigino di domenica prossima, organizzato all’indomani del congresso dei Repubblicani durante il quale si sceglierà il candidato del centro-destra.

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…