COSI’ TI STOPPO UN PRODINO - IL MORTADELLONE SI RESE CONTO DI ESSER STATO TROMBATO PER IL QUIRINALE QUANDO RICEVETTE LA TELEFONATA DEL MAGO DALEMIX

Alan Friedman per Corriere.it

È il giorno più lungo di Romano Prodi. Quel venerdì 19 aprile del 2013, il Professore si sveglia intorno alle 7 nella sua camera dell'hotel Laico L'Amitié a Bamako, capitale del Mali, e ancor prima di prendere un caffè legge un sms della sua portavoce, l'onorevole Sandra Zampa, che riporta un momento «commovente» al teatro Capranica di Roma, in cui si sono alzati in piedi quasi tutti per «una standing ovation» alla sua nomina per il Quirinale, appena lanciata da Pierluigi Bersani.

È il giorno del quarto scrutinio nella tormentata votazione. Il giorno in cui il Pd si è spaccato, facendo perdere a Prodi la Presidenza della Repubblica per una mancanza di 101 voti. Ed è anche il giorno delle recriminazioni, delle dimissioni di Pierluigi Bersani e delle forti smentite da parte di Massimo D'Alema, accusato di aver ispirato i franchi tiratori all'interno del Pd ad affondare Prodi.

D'Alema ha sempre smentito qualsiasi complotto. Ma stando alla testimonianza di Prodi, intervistato per un mio nuovo libro («Ammazziamo il Gattopardo», che uscirà con Rizzoli all'inizio del 2014) non c'è più bisogno di cercare i franchi tiratori, di interrogarsi su quanti dalemiani abbiano votato contro Prodi. Perché per Prodi la situazione era palese nel momento in cui ha parlato al telefono con Massimo D'Alema, da Bamako, intorno all'ora di pranzo di quel fatidico 19 aprile.

A Roma, Bersani ha già annunciato verso le 9 di mattina la nomina di Prodi ai grandi elettori del Pd. A Bamako Prodi è in missione, nella veste di Inviato Speciale per il Sahel del Segretario-Generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Quella mattina Prodi telefona ai suoi collaboratori storici, Arturo Parisi e Sandra Zampa, per capire cosa è successo. «Mi hanno confermato la standing ovation, poi però abbiamo riflettuto che era opportuno fare alcune telefonate», ricorda Prodi.

La prima telefonata che Prodi fa da Bamako («Perché i rapporti personali») è a Stefano Rodotà. E poi chiama D'Alema. È l'intervallo del convegno a Bamako, e quindi Prodi si allontana dall'aula del Palazzo dei Congressi per parlare con Roma. E sente una sensazione quasi surreale, nell'oscillazione di temi e circostanze tra Bamako e Roma.

A Bamako, ricorda Prodi «stavamo parlando proprio dei problemi molto forti che vi erano in quel momento, quindi per una ragione importante anzi molto importante. Tutto questo è avvenuto nell'intervallo, se ben ricordo erano le 11 e mezzo a Bamako quindi un paio d'ore prima, l'una e mezzo dell'Italia, insomma... ora di pranzo in Italia. Ho telefonato a Marini, mi ha detto "tutto bene, tutto tranquillo"». Marini fa gli auguri a Prodi.

Poi c'è la telefonata con Massimo D'Alema. Prodi ricorda senza esitazione la telefonata: «Mi ha detto: "Benissimo, tuttavia queste decisioni così importanti dovrebbero essere prese coinvolgendo i massimi dirigenti". Cioè facendone, come si fa sempre in questi casi, una questione di metodo e non di merito. E quando ho ascoltato questo ho messo giù il telefono, ho chiamato mia moglie e le ho detto "Flavia vai pure alla tua riunione perché di sicuro Presidente della Repubblica non divento"».

Da Bologna, al telefono con suo marito, Flavia Prodi capisce subito e accantona l'idea di partire per Roma. Invece va alla sua riunione scientifica alla Biblioteca dell'istituto linguistico di Bologna. Dopo la telefonata con D'Alema, Prodi non ha dubbi. Per lui tutto è chiaro nel momento in cui Massimo D'Alema ne fa un problema di metodo.

D'Alema, anche lui intervistato per questo libro, conferma la sostanza della telefonata, anche se reagisce male quando gli si fa notare come sia stato accusato di aver ispirato un voto contro Prodi da parte dei suoi. In effetti D'Alema, quando viene interpellato su questo tema, reagisce con una faccia che mi ricorda la reazione sconvolta del Capitano Louis Renault nel film Casablanca, scioccato nello scoprire l'esistenza di giochi d'azzardo dentro il bar di Humphrey Bogart, il Rick's Café Américain.

Così, quando chiedo a Massimo D'Alema se ha fatto fallire Prodi nella corsa per il Quirinale, D'Alema mette le mani avanti. Taglia corto, con fermezza, e risponde: «Io non ho ispirato niente!».

Poi aggiunge che forse era anche all'estero quel giorno, forse a Bruxelles, e racconta: «Lui mi ha telefonato, credo che fosse nel Mali, e ha detto "ma tu cosa pensi?" e io ho detto "io penso che il modo come ti hanno candidato è una follia». Prodi non ricorda che D'Alema abbia usato la parola «follia» e racconta una conversazione più formale, ma D'Alema lo racconta così.

Chiedo a D'Alema perché in un momento drammatico per il Paese abbia voluto insistere così sul metodo e lui risponde che «il nostro gruppo esce dalla vicenda Marini, naturalmente con tutti i rancori, immagino che gli amici di Marini non saranno stati contenti del fatto che Marini è stato candidato e poi fucilato».

Poi D'Alema ricorda di aver detto a Prodi che la sua nomina era «un'imprudenza» e che «questa vicenda rischia di finire male» e dice che ha dato a Prodi un suo consiglio. «Il mio consiglio è che tu puoi essere candidato, però adesso li farei votare scheda bianca e aprire un confronto per vedere se almeno Monti, Scelta Civica eccetera convergono sul tuo nome». Così ricorda D'Alema. Ma Prodi di una discussione sulla tattica di un voto con la scheda bianca non ricorda nemmeno una parola. Lui ricorda soltanto di aver capito che D'Alema fosse contrario, e di aver telefonato a Flavia.

 

prodi romano ROMANO PRODI jpegGIULIANO AMATO ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE prodi dalema 2006 2 lapirl33 romano prodi massimo dalemaSANDRA ZAMPA Sandra ZampaROMANO PRODI E MOGLIE FLAVIA zrif90 flavia prodi beppe pisanuFLAVIA E ROMANO PRODI

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…