vladimir putin

CRESCE IL DISSENSO A MOSCA E PUTIN INIZIA A PARLARE DI “TRADITORI” E “DIVISIONI”: “L'OCCIDENTE CON LE SANZIONI VUOLE DIVIDERE LA SOCIETÀ RUSSA E DISTRUGGERCI. MA IL POPOLO RUSSO SARÀ SEMPRE IN GRADO DI DISTINGUERE I VERI PATRIOTI DAI TRADITORI E SAPRÀ SPUTARE VIA QUESTI ULTIMI COME MOSCERINI FINITI ACCIDENTALMENTE NELLA BOCCA” - L’ATTACCO AGLI OLIGARCHI E AI CITTADINI “OCCIDENTALIZZATI”: “NON VOGLIO GIUDICARE I NOSTRI CONNAZIONALI CON LA VILLA A MIAMI O NELLA RIVIERA FRANCESE, E CHE MAGARI NON RIESCONO A VIVERE SENZA OSTRICHE, FOIE GRAS O LE COSIDDETTE LIBERTÀ DI GENERE, MA...” - VIDEO

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Torcha (@torcha)

1 - PUTIN, I RUSSI SAPRANNO DISTINGUERE I PATRIOTI DAI TRADITORI

(ANSA) - "L'Occidente con le sanzioni vuole dividere la società russa e distruggerci.

VLADIMIR PUTIN ATTACCA I TRADITORI

 

Ma il popolo russo sarà sempre in grado di distinguere i veri patrioti dai traditori e saprà sputare via questi ultimi come moscerini finiti accidentalmente nella bocca": è il tetro messaggio di Vladimir Putin nel suo ultimo intervento televisivo, rivolto stavolta a chi attorno allo zar del Cremlino comincia a prendere le distanze dalla guerra in Ucraina.

 

"Le sanzioni hanno un solo obiettivo, la distruzione della Russia", ha affermato Putin secondo quanto riportano diversi media internazionali, accusando l'Occidente di aver "gettato la maschera".

 

teatro mariupol distrutto

2 - IL DISCORSO DI PUTIN: «LA RUSSIA DISTINGUA I PATRIOTI DAI TRADITORI. QUESTA PULIZIA CI RENDERÀ PIÙ FORTI»

Marco Imarisio per www.corriere.it

 

Che paura. Quasi come il discorso con il quale annunciò l’inizio della guerra. Questa volta, Vladimir Putin ha attaccato il «nemico interno», la definizione è sua, invitando il popolo russo a fare pulizia al suo interno. Con parole che hanno destato ovunque impressione, anche in Russia, dove il suo incontro con i membri del governo non sempre viene trasmesso in diretta. Mercoledì invece è stato così. Il presidente voleva mandare un messaggio. E lo ha fatto, in un modo che rende impossibile non evocare le purghe di staliniana memoria.

 

mariupol immagini satellitari teatro con scritta bambini

«Non voglio giudicare i nostri connazionali con la villa a Miami o nella riviera francese, e che magari non riescono a vivere senza ostriche, foie gras o le cosiddette libertà di genere». Fino a qui poteva sembrare un semplice ultimatum alla folta tribù degli oligarchi, categoria già poco amata in patria, che non sanno più come prendere le distanze in modo più o meno diretto da quello che sta accadendo.

 

Ma il continuo riferimento alla società russa ha fatto anche sorgere l’impressione che si tratti di una minaccia estesa alle molte persone del mondo culturale che in questi giorni hanno deciso di andarsene, e ai semplici cittadini che stanno cercando un modo per fuggire dal loro Paese, non importa se in treno, in auto o in aereo.

 

«L’Occidente sta cercando di mandare in pezzi la nostra società speculando sulle perdite russe in combattimento e sulle conseguenze socioeconomiche delle sanzioni, nella speranza di provocare così un ammutinamento della popolazione. E so che sta usando la cosiddetta quinta colonna, i nostri traditori, per raggiungere il suo obiettivo finale, che è la distruzione della Russia». È la prima volta che il Cremlino riconosce l’esistenza di un dissenso strisciante nella società russa.

 

putin judo

Ma quel che più conta è la reazione di Putin davanti a questa presa d’atto della realtà. Perché è di una violenza verbale che rende superfluo ogni commento. Basta la traduzione letterale. «Comunque, ogni nazione, soprattutto quella russa, è sempre capace di distinguere i veri patrioti dai bastardi e dai traditori, e sputare fuori questi ultimi come moscerini finiti per sbaglio in gola».

 

kharkiv

L’invettiva si conclude con un appello, che in altri tempi avrebbe avuto il valore di un invito alla delazione. «Sputiamoli per terra», conclude Putin. «Sono convinto che questa naturale ed essenziale opera di pulizia della nostra società finirà per rendere più forte il nostro Paese, la nostra unità e la nostra capacità di rispondere alle sfide».

 

Sono parole poco tranquillizzanti, rivolte non solo agli oligarchi, ma a chi sogna di andare via. Forse, è proprio questo l’obiettivo ultimo di Putin. Dall’inizio della guerra, almeno duecentomila russi hanno lasciato il loro Paese.

kharkiv 2bombe sul teatro di mariupol 5

putin e la minaccia nucleare 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”