luigi di maio mao cina

DITE A TRUMP CHE DI MAIO TZE TUNG SI TIENE IL COMMERCIO ESTERO! - IL MINISTRO DEGLI ESTERI SI APPRESTA A SCIPPARE AL MISE, CHE GUIDAVA FINO A UNA SETTIMANA FA, LE COMPETENZE SULL'EXPORT E SUGLI ACCORDI COMMERCIALI (TIPO VIA DELLA SETA), LA SUPERVISIONE SU ICE E SIMEST, LA CONTROLLATA DI CDP CHE AFFIANCA LE IMPRESE ITALIANE NELL'INTERNAZIONALIZZAZIONE - PATUANELLI POTREBBE OPPORSI MA...

 

Francesco Pacifico per www.ilmessaggero.it

 

conte di maio -33

Luigi Di Maio si appresta a scippare al Mise, al dicastero che guidava fino a qualche giorno fa, tutte le competenze sull'export. Cioè la gestione del commercio internazionale, la promozione del Made in Italy, la firma sui principali accordi di natura commerciale come quello che da ministro dello Sviluppo ha costruito con la Cina per far passare la Via della seta in Italia. Il tutto portandosi nel trasloco alla Farnesina anche 250 milioni di risorse finanziare, la piena gestione di strutture di potere nell'internazionalizzazione come Ice e Simest, e persino una struttura di via Veneto, la neonata Direzione generale per la politica commerciale internazionale, con parte del suo personale.

giuseppe conte stringe la mano a luigi di maio

 

Questo progetto, in verità, era stato messo nero su bianco nel gennaio dalla burocrazia della Farnesina, durante la gestione di Enzo Moavero Milanese. Ma a bloccarlo fu il predecessore di Di Maio, che nutriva seri dubbi sul trasferimento delle competenze. Soprattutto questo piano - che dovrebbe essere realizzato con un decreto legge per essere operativo dal 1 gennaio 2020 - non piace alla struttura del Mise, che in questi giorni sta metabolizzando una difficile riorganizzazione e in un colpo solo si vedrebbe depredato di poteri, fondi, personale e del potere di nominare suoi funzionari nelle delegazioni diplomatiche.

 

Senza contare che la riforma incide e trasferisce alla Farnesina anche pezzi della politica degli incentivi alle imprese che è il core business di via Veneto. A quanto pare il nuovo inquilino del Mise, il grillino Stefano Patuanelli - già costretto ad accettare da Di Maio di tenersi nelle posizioni apicali uomini del suo staff - avrebbe chiesto una mediazione che soddisfi tutte le parti.

Geraci, Di Maio, Sequi - Presentazione della Via della Seta

 

I DUBBI

Scettica poi la Confindustria, che di fatto designa il presidente dell'Ice e teme che il passaggio di poteri rallenti una macchina che pur con tanti limiti funziona. Attendista poi la posizione del Pd, dell'altro grande azionista del governo rossogiallo: dal Nazareno si fa sapere che il piano non è stato concordato negli accordi che hanno portato alla nascita del Conte bis, ma contemporaneamente nessuno vuole far saltare il tavolo per lo sgarbo. Il Pd si aspetta che Conte intervenga per limare la cosa, ma potrebbero anche incassare un viceministro al Commercio estero, che permetterebbe ai Cinquestelle di far mantenere la delega alla Cooperazione a Emanuela Del Re.

 

Stando a quanto circola, la Farnesina si appresta ad acquisire dal Mise tutte le competenze sulla definizione delle strategie della politica commerciale e promozionale con l'estero, quelle sull'internazionalizzazione, sulla vigilanza e sull'indirizzo sull'Ice, l'istituto per il commercio estero, e su Simest, la controllata di Cassa depositi e prestiti che affianca le imprese italiane nelle attività di internazionalizzazione.

 

Ettore Sequi

Soprattutto il ministero degli Esteri gestirebbe in proprio il piano per la promozione Made in Italy , il Fondo Rotativo per crediti a imprese esportatrici e comitato agevolazioni, la nomina delle Camere di commercio italiane all'estero e anche le autorizzazioni sulla produzione e l'esportazione delle armi chimiche e sui cosiddetti beni a duplice uso, cioè quelli con uso militare e civile. Senza contare che dal Mise agli Esteri saranno anche trasferiti un centinaio tra dirigenti e dipendenti e soprattutto circa 250 milioni di euro di risorse ora in bilancio a via Veneto: 140 milioni per le attività di promozione e 75 milioni destinati al funzionamento dell'Ice.

 

Come detto, al ministero dello Sviluppo il neotitolare Patuanelli starebbe lavorando dietro le quinte per trovare una mediazione, anche se ha margini di manovra molto stretti visto che quest'operazione avvantaggia il leader del suo partito.

 

Mentre la prima linea del Mise spera di attutire i colpi, facendo presente che le direttrici del piano finiscono per incorporare anche il sistema degli incentivi alle imprese che è materia di stretta competenza del dicastero. Racconta un ex ministro degli Esteri: «Sono almeno 20 anni che la burocrazia della Farnesina prova ad attribuirsi le competenze sull'internazionalizzazione. Adesso ci è riuscita perché Di Maio, con questa operazione, dà un segnale al mondo delle imprese, dimostrando la sua centralità nel suo progetto grillino di governo ».

il presidente cinese xi jinping, il ministro degli esteri wang yi, il vicepremier di maio e il premier conte

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...