draghi lamorgese rifugiati profughi ucraini

DOPO ANNI A SBRAITARE SULL'INVASIONE, ORA ARRIVA IL VERO ESODO - L'ITALIA PROVA AD ATTREZZARSI DI FRONTE ALLA DIASPORA DEGLI UCRAINI: IN UN SOLO GIORNO GLI ARRIVI SONO STATI 4 MILA, IL TOTALE DALL'INIZIO DELLA GUERRA È 21 MILA. DRAGHI HA DECISO DI METTERE I PROFUGHI NEI COVID HOTEL, AFFIDANDO ALLE PREFETTURE UN PIANO PER IDENTIFICARE, CENSIRE, SOTTOPORRE ALLO SCREENING ANTI-CORONAVIRUS CHI SCAPPA DALLA GUERRA - PER ORA LE STRUTTURE REGGONO, MA L'ONDATA PEGGIORE DEVE ANCORA ARRIVARE...

Alberto Gentili per “Il Messaggero

 

rifugiati ucraini 9

«Non abbiamo di fronte un'emergenza di breve periodo, questo esodo avrà dimensioni imponenti». Così la ministra Maria Stella Gelmini, a nome del governo, ha illustrato a presidenti regionali e sindaci riuniti nella Conferenza Stato-Regioni la diaspora degli ucraini dalla loro terra invasa dai russi.

 

rifugiati ucraini 7

Per fronteggiare l'emergenza, l'esecutivo di Mario Draghi ha deciso di autorizzare gli Enti locali a utilizzare i Covid hotel e di «superare lo spontaneismo», affidando alle Prefetture un piano per identificare, censire, sottoporre allo screening anti-Covid i profughi ucraini.

 

LUCIANA LAMORGESE MARIO DRAGHI

Alle frontiere italiane il flusso di chi scappa dalla guerra aumenta di giorno in giorno: nelle ultime ventiquattr'ore sono stati circa quattromila i rifugiati, mille in più del giorno prima, che portano il totale nel nostro Paese a 21mila, nella stragrande maggioranza donne e bambini.

 

La gran parte è stata finora assorbita da parenti e conoscenti già residenti - soprattutto a Roma, Milano, Napoli e Bologna - e solo 420 sono stati presi in carico dalle strutture di accoglienza del Viminale, come Cas e Sai, a fronte di ottomila posti del sistema di accoglienza deliberati dall'ultimo decreto.

 

rifugiati ucraini 6

«I numeri, al momento, sono gestibili ma lavoriamo ogni ora per farci trovare pronti se e quando cresceranno», ha spiegato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. È dato per certo che il flusso di rifugiati salirà ancora. Così il governo si sta organizzando per affrontare la vera ondata di rifugiati: la Protezione civile è in pre-allerta per quando finiranno i posti nelle strutture del Viminale, i governatori regionali (che chiedono già fondi statali per coprire le nuove spese) sono stati nominati commissari per l'emergenza.

 

rifugiati ucraini 8

E la ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, ha cercato di mettere un po' d'ordine durante la Conferenza: «Servono regole e chi fa cosa deve essere molto chiaro. Altrimenti si rischia di fare confusione. Ben venga lo spontaneismo dei privati e del Terzo settore, ma questo deve essere regolamentato».

 

Sulla stessa linea la ministra Gelmini: «Non vogliamo lasciare niente di intentato e di improvvisato», ha spiegato ai governatori, «lo spontaneismo, se non instradato nei giusti canali, rischia di farci perdere di vista il complesso di soluzioni che dobbiamo approntare per tutti, a cominciare dalla verifica dello stato di salute, anche attraverso lo screening per il Covid, che già si sta praticando. È dunque di fondamentale importanza che tutti i rifugiati siano identificati, proprio per assicurare loro la massima assistenza possibile a ogni donna, uomo, bambino».

 

rifugiati ucraini 5

Il vertice con le Regioni era stato preceduto da un incontro a palazzo Chigi del Nisp (Nucleo interministeriale situazione e pianificazione), coordinato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, con i tecnici di Interno, Difesa, Economia, Sviluppo economico, Esteri, Salute, e i responsabili della Protezione Civile Curcio, del Dis Elisabetta Belloni, dell'Agenzia Cyber Roberto Baldoni e della Polizia Lamberto Giannini.

 

MARIA STELLA GELMINI

Da questa riunione erano uscite le linee guida, poi sviluppate nella Conferenza Stato-Regioni dove è stato osservato che «in questi giorni difficili l'Italia ha dimostrato la sua generosità, con una molteplicità di iniziative di solidarietà e di accoglienza spontanea».

 

LE LINEE GUIDA

«Le Regioni e le Province autonome», ha spiegato la Gelmini, «possono utilizzare le strutture già allestite per l'emergenza pandemica, nonché adottare soluzioni di accoglienza temporanea presso strutture alberghiere o ricettive. L'obiettivo è assicurare l'accoglienza a tutti i profughi in arrivo in Italia dall'Ucraina.

 

rifugiati ucraini 4

Le Prefetture, in raccordo con i commissari, provvedono a fronteggiare le esigenze di accoglienza sul territorio dei cittadini ucraini, a partire dalle operazioni di identificazione, servendosi della rete dei centri di accoglienza già in essere».

 

rifugiati ucraini 3

Elena Bonetti, ministra della Famiglia, ha annunciato una «rete di coordinamento operativo» con la Protezione civile cui parteciperanno tutti i ministeri competenti, per coinvolgere la rete del terzo settore e delle associazioni, «per dare strumenti ai territori per la gestione dell'accoglienza».

 

elena bonetti foto di bacco (3)

«A supporto dei minori e dei loro nuclei familiari», ha puntualizzato la Bonetti, «è necessario anche l'affiancamento della rete del servizio educativo, con una attenzione e un coordinamento specifici per l'accoglienza dei minori non accompagnati».

 

Da rilevare infine che per chi arriva dall'Ucraina sarà sufficiente per poter lavorare la richiesta di permesso di soggiorno presentata in Questura.

 

rifugiati ucraini 10rifugiati ucraini 1rifugiati ucraini 2

Ultimi Dagoreport

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....