matteo renzi giuseppe conte enrico letta

ENRICO STAI SERENO RELOADED! RENZI: “FOSSI AL POSTO DI LETTA SCEGLIEREI BONACCINI CANDIDATO PREMIER"– POI SI DICE PRONTO A CORRERE DA SOLO: “SE IL VETO È LEGATO ALL’ASTIO DI ENRICO PER LE VICENDE DEL 2014 NON POSSIAMO FARCI NIENTE: PER NOI CONTA LA POLITICA NON I RANCORI PERSONALI. IN UNA COALIZIONE CHE VA DA FRATOIANNI A TOTI PASSANDO PER BRUNETTA, GELMINI E ORLANDO QUALCUNO METTE VETI SU DI NOI? PER COSA? FORSE PERCHÉ SIAMO STATI GLI UNICI A PROPORRE DRAGHI MENTRE LORO INNEGGIAVANO A CONTE CREANDONE IL MITO DI “FORTISSIMO RIFERIMENTO PROGRESSISTA”?  - VIDEO

RENZI

https://video.corriere.it/politica/renzi-sara-campagna-elettorale-fare-il-coltello-denti/4f0c5288-0b7a-11ed-9f77-5a61f2af535a

 

 

Claudio Bozza per corriere.it

LETTA RENZI

 

Senatore Renzi: tutti i sondaggi danno il centrodestra vincente. Come si può battere quella che lei definisce «la peggiore destra d’Europa»?

«Due mesi di campagna elettorale sono pochi, ma possono essere sufficienti a un ribaltone dei sondaggi o a un pareggio che permetta di ripartire da Draghi. Ma bisogna avere le idee chiare sulle scelte.

 

Europa contro sovranismo, lavoro contro sussidi, Industria 4.0 contro Quota 100, Buona scuola contro chi diceva “con la cultura non si mangia”, termovalorizzatori e rigassificatori contro chi diceva no a trivelle e Tap. E poi il tema decisivo: come si combatte l’inflazione? Diamo soldi a chi non lavora col reddito di cittadinanza ma il problema italiano è che chi lavora guadagna troppo poco. Le famiglie non ce la fanno più! Noi abbiamo fatto gli 80 euro e l’abolizione dell’Irap sul costo del lavoro. Gli altri solo chiacchiere e bonus zanzariere. Spero che i cittadini eleggano i competenti, non i populisti».

 

 

letta renzi

Nel 2014 defenestrò Letta da Palazzo Chigi. Oggi è possibile un veto del segretario del Pd su di lei? «Sta sereno» o c’è spazio per un accordo?

«Se c’è un veto politico su di noi ne prendiamo atto. E dopo le elezioni ciascuno risponderà delle sue scelte. In una coalizione che va da Fratoianni a Toti passando per Brunetta, Gelmini e Orlando qualcuno mette veti su di noi? Per cosa? Forse perché siamo stati gli unici a proporre Draghi mentre loro inneggiavano a Conte creandone il mito di “fortissimo riferimento progressista”? Se invece il veto è legato all’astio di Letta per le vicende del 2014, non possiamo farci niente: per noi conta la politica non i rancori personali».

 

Letta è il candidato premier migliore per battere questa destra?

«Letta è il segretario del Pd: decida lui. Fossi al suo posto sceglierei uno bravo a vincere elezioni che sembravano già perse: Stefano Bonaccini. Ha preso il voto dei moderati e quello degli estremisti di sinistra e ha fermato Salvini nel momento in cui sembrava impossibile. Bonaccini ha fatto meno campagne elettorali di Letta, ma ne ha vinte qualcuna in più. In ogni caso il problema del candidato premier del Pd riguarda solo il Pd: sono uscito da quella casa e rispetterò le loro scelte. E mi tengo la libertà di dire quello che penso e il coraggio di realizzarlo anche quando non ci crede nessuno. Senza questa libertà e questo coraggio Draghi non avrebbe mai governato l’Italia regalandoci 17 mesi di orgoglio».

 

Lei può garantire, oggi, che nella prossima legislatura non sosterrà mai governi di centrodestra?

enrico letta matteo renzi

«Di più: lavoro perché la destra non abbia la maggioranza e si riparta da Draghi. Tutte le mie scelte dei prossimi mesi saranno ispirate da questo obiettivo: un nuovo governo Draghi, non un governo Meloni o Salvini».

 

Si vede ancora in Senato o virerà sulla Camera?

«È l’ultimo dei miei problemi. Io faccio politica. E dunque la mia collocazione personale è la conseguenza di un ragionamento politico, non la premessa di tutto. Le poltrone contano, ma le idee contano di più».

 

Ha presentato un nuovo simbolo con la «R» rovesciata. Segno che è pronto anche a correre da solo, giocandosi il tutto per tutto?

«Sì. E al momento questa è l’ipotesi più probabile. E anche quella che trovo più affascinante. Se prevale l’intelligenza politica e si costruisce una coalizione vera, ci siamo. Ma se ciascuno vuole tenere le sue bandierine e pensa di poterci abbindolare con due seggi o tenerci fuori con un veto, beh, non ci conoscono. All’inizio di agosto avremo i candidati pronti per tutti i collegi. A inizio settembre, poi, ci vediamo alla Leopolda, anticipata per l’occasione. Abbiamo già vinto sfide controvento come quella per Draghi del 2021 o quella contro Salvini del Papeete. Facciamo politica seguendo l’appello di Sturzo ai liberi e forti. Liberi e forti. I deboli e ricattati sono altri».

 

MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME

Perché non trova un’intesa al centro con Azione? L’incompatibilità con Calenda è solo caratteriale o anche politica?

«L’incompatibilità caratteriale non c’entra nulla: bisogna salvare il Paese, non fare le vacanze insieme. Sui contenuti non siamo lontani ma adesso dipende da lui. In questi mesi noi non abbiamo mai fatto polemiche con Azione, non inizierò certo adesso».

Lei sostiene che alla base del crollo del governo c’è stato un timing errato proprio della scissione dal M5S. Ci spiega meglio?

«Ha sbagliato Di Maio a fare la scissione troppo presto, peraltro mentre Draghi era a Kiev. Ha sbagliato il Pd dando sponda a Conte e poi chiudendo sul Draghi bis, che all’ultimo tuffo era l’unica soluzione. Ha sbagliato il cerchio magico di Draghi a Palazzo Chigi con la stessa imperizia politica che aveva fatto saltare il Quirinale.

BONACCINI

 

Ha sbagliato la destra a uccidere il governo rovinando tutto per calcolo opportunistico: Salvini e Berlusconi hanno fatto un’operazione che metterà in ginocchio in autunno i settori vitali del Paese e il ceto medio. E nessun moderato oggi può votare gli estremisti della destra. Ma soprattutto ha sbagliato Conte che pur di garantirsi un seggio ha mandato a casa il più credibile di tutti. Conte è la medaglia d’oro della irresponsabilità».

 

Ora il leader dei Cinque stelle sembra pronto a tentare la carta del Mélenchon italiano…

«Disse quello che aveva firmato i decreti sicurezza. Un camaleonte senza dignità che cambia idea sulla base dei sondaggi. Mélenchon è un uomo che non amo, ma è coerente con la sua visione di estremista di sinistra. Conte invece un aspirante doroteo di quarta fila che è stato a rimorchio di Salvini e dell’estrema destra per un anno e ora si ricicla dall’altra parte dell’emiciclo. Una banderuola politicamente spregiudicata. La colpa politica è del Pd che lo ha trasformato in un eroe della sinistra».

 

Crede che una Meloni premier metterebbe a rischio i rapporti con la Casa Bianca?

«No. Basta con questo provincialismo. Farò di tutto per evitare Meloni premier, ma se lei andrà a Palazzo Chigi rispetteremo le urne senza delegittimare a livello internazionale chi sta a Palazzo Chigi. Un eventuale governo Meloni sarà un problema per gli italiani, non per gli americani. Ecco perché lavoro per evitarlo, rappresentando l’area politica del buon senso e della competenza».

LA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI

 

giuseppe conte enrico letta 2elly schlein giuseppe conte enrico lettagiuseppe conte enrico letta 1

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”