brexit europa londra euro

EURO CRAC - ATENE È UN PROBLEMA MINORE. LA PARTITA VERA SI GIOCA SULL’INTEGRAZIONE POLITICA, SENZA QUELLA, L’EUROPA FINIRA’ DISINTEGRATA - LO RIVELA UNO STUDIO DELL’ECU GROUP COMMISSIONATO DAGLI INGLESI, PRONTI A MOLLARE TUTTO

 James Kirkup per http://www.telegraph.co.uk/

 

varoufakis e tsiprasvaroufakis e tsipras

L’Europa è sotto scacco e non può continuare a esistere così com’è ora, indipendentemente da ciò che capiterà alla Grecia. Un nuovo studio mostra come gli interessi economici degli stati della zona euro siano sempre più divergenti, e la moneta unica inadatta alle esigenze del blocco.

 

londonlondon

L’analisi dimostra come le differenze politiche, sociali e culturali tra i paesi membri rendano difficile l’utilizzo di una valuta condivisa. La ricerca, effettuata dagli analisti dell’Ecu Group, fa parte di “Change, or Go”, un vasto studio sul ruolo della Gran Bretagna nell’Unione Europea e sulle sue prospettive future.

 

Lo studio è stato presentato alla vigilia di una settimana potenzialmente decisiva per l’Unione Europea e la sua valuta, con la Grecia che ancora una volta proverà a trovare un accordo per il rifinanziamento del debito nazionale. Lo studio avverte che, sia che si arrivi alla “Grexit” o meno, l’eurozona avrà ancora davanti a sé i pericoli più grandi, e dovrà decidere se risolverli con una piena integrazione politica o se dissolversi definitivamente.

 

A quanto ammonta il debito Greco? Ecco spiegato in 60 secondi:

 

 

Quando la moneta unica debuttò sui mercati finanziari, era il 1999, i suoi estimatori dicevano che regole comuni avrebbero aiutato i paesi membri a convergere economicamente, e che l’euro sarebbe stato conveniente per tutti. Il rapporto dell’Ecu dimostra l’esatto contrario.

 

merkelmerkel

I paesi della zona euro presentano forti divergenze economiche, il rapporto tra domanda e offerta sui mercati cambia in tempi e situazioni diverse. Mentre molti stati stavano sperimentando un periodo di convergenza economica prima del 1999, lo studio riporta che dopo quell’anno le cose sono cambiate, in peggio: le economie europee non sono mai state così divergenti come oggi dal 1982.

 

jon moynihan ecu groupjon moynihan ecu group

Questi dati mettono in dubbio l’utilità della zona euro nella sua configurazione attuale: “La vera crisi politica si manifesta quando i leader dell’eurozona sono costretti a confrontarsi sul tema della moneta unica: integrazione o disintegrazione. Il problema della Grecia è solo un esempio di come le cose stiano degenerando. Nessuno può credere che la Grecia resterà l’unico paese a dover lottare per rimanere nell’euro”, si legge.

 

Lo studio evidenzia anche persistenti differenze strutturali tra i paesi membri, non solo in ambito economico ma anche in materia di abitudini sociali e programmi politici. Per esempio, i tassi di risparmio in Grecia e Portogallo sono molto inferiori rispetto a quelli in Finlandia e Olanda. Gli indicatori sull’educazione, la ricerca e la tecnologia differiscono molto negli 11 paesi dell’eurozona esaminati nella ricerca.

 

grexitgrexit

Finlandia, Austria e Germania investono una percentuale molto maggiore del Pil in campi come l’Educazione e Ricerca e Sviluppo rispetto a paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia.

 

Le differenze politiche comprendono anche la coerenza tra i governi e le regole del loro stesso paese: in termini di rispetto della legge, livelli di corruzione e qualità delle regole nazionali, gli stati del nord come Germania, Finlandia e Olanda sono anni luce avanti rispetto agli stati del sud.

grafico gran bretagnagrafico gran bretagna

 

Queste differenze rischiano di minare la sostenibilità della moneta unica, e mettono a rischio anche il futuro dell’Unione Europea nel suo insieme: “Se l’eurozona diventasse instabile, non si discuterà più sul suo possibile allargamento, ma della sua stessa esistenza”.

 

Il consiglio editoriale che ha curato lo studio era presieduto da Jon Moynihan, ex dirigente esecutivo del PA Consulting Group. Tra gli altri membri c’erano Andrew Allum di LEK Cosulting, il venture capitalist Luke Johnson, e Helena Morrissey, uno degli amministratori di fondi più importanti della City di Londra.

 

britain out eubritain out eudimostrazione pro europadimostrazione pro europa

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO