1. FELTRI AVVISA RENZI: “SANTO CIELO, È GIÀ COMINCIATA LA DEMOLIZIONE DEL MITO. IERI HO LETTO IL FONDO DEL ‘’CORRIERE’’ (“CRESCONO SOLO LE PROMESSE”), IN CUI SI AFFERMA CHE LEI NON HA COMPRESO UN TUBO. ATTENTO, SE CERTE COSE LE DICE IL ‘’CORRIERE’’ SIGNIFICA CHE LASSÙ, IN ALTO, I PADRONI HANNO IL POLLICE VERSO. SI RIGUARDI” 2. “NE SA QUALCOSA MARIO MONTI CHE, COME IL FENOMENO TOSCANO, FU ACCOLTO DALLA BANDA A PALAZZO CHIGI. LA LUNA DI MIELE DURÒ SEI MESI. A LETTA FU RISERVATO UN TRATTAMENTO ANALOGO PER UN PAIO DI MESI: CACCIATO PURE LUI CON METODI SPICCI’’ 3. L’OROSCO DEL MAGO FELTRI: “GIORGIO NAPOLITANO, ABITUATO A GESTIRE LA REPUBBLICA COME UN NEGOZIO DI FRUTTA E VERDURA, NOMINERÀ PRO TEMPORE UN TECNICO CHE CI STRANGOLERÀ CON NUOVE IMPOSTE, INFINE INDIRÀ ELEZIONI ANTICIPATE CHE MATTEO PUNTERÀ A VINCERE NELLA SPERANZA, VANA, CHE I COMPATRIOTI SIANO DALLA SUA PARTE. NON SARÀ COSÌ. ANCHE MONTI SI ILLUDEVA DI VINCERE CON SCELTA CIVICA ALLE URNE, VICEVERSA È STATO CANCELLATO DALLA MAPPA POLITICA”

1. SANTO CIELO, È GIÀ COMINCIATA LA DEMOLIZIONE DEL MITO.

Vittorio Feltri per “Il Giornale

 

Vittorio Feltri Vittorio Feltri

Santo cielo, è già cominciata la demolizione del mito. Il riferimento è chiaro: Matteo Renzi sta subendo i primi colpi di piccone. Povero ragazzo, così carino e così maleducato, è già costretto a difendersi. Per lui sarà una lotta dura. Quando i media danno inizio agli attacchi vuol dire che gli editori, e non solo gli editorialisti, sono scontenti e hanno perso la fiducia.

 

Ne sa qualcosa Mario Monti che, come il Fenomeno toscano, fu accolto dalla banda a Palazzo Chigi. Ecco l'uomo nuovo (non proprio della Provvidenza, ma quasi), ecco il professore che cambierà i destini della sonnacchiosa Italia, vessata per anni da incapaci a tutto e buoni a nulla. E giù elogi, incoraggiamenti, lodi (per non parlare di loden) sperticati.
Impossibile dimenticare la prosa incantata di tanti pennini intinti nella saliva: il bocconiano di qua, il bocconiano di là. Finalmente un'autorità alla guida del governo che aggiusterà i bilanci in disordine.

 

MATTEO RENZIMATTEO RENZI

Egli prometteva addirittura la spending review e intendeva raddrizzare le gambe al signor Spread, che nessuno sapeva chi fosse ma seminava il terrore andando in altalena. La mattina, a quei tempi non lontani, i cittadini si alzavano e sorseggiando il caffè davano un'occhiata su Internet: se lo spread calava di un punto, data l'ora, non stappavano bottiglie di champagne, ma esultavano alla maniera dei tifosi di calcio davanti a un gol della nazionale.
 

Monti era considerato un dio maggiore, più sobrio perfino di quello maiuscolo che per tradizione preghiamo quando siamo nei guai fino al collo. La luna di miele durò sei mesi. All'improvviso il popolo si accorse che il bocconiano, sprovvisto di bacchetta magica, era uno qualsiasi, non attrezzato a compiere miracoli. E principiò a mandarlo al diavolo. I parlamentari che lo avevano sostenuto con entusiasmo esagerato all'improvviso mutarono registro e dagli inchini passarono ai pernacchi. Addio Monti, sorgenti dall'acque... Silurato.
 

MATTEO RENZI SEXYMATTEO RENZI SEXY

E venne un uomo piccolo piccolo: Enrico Letta. Al quale fu riservato un trattamento analogo per un paio di mesi: qualche applauso al suo esordio, molti fischi in seguito. Cacciato pure lui con metodi spicci. Fu la volta di Renzi. Che bel ragazzo. Quanto è simpatico. Un grande comunicatore, svelto, deciso, abile a intortare l'uditorio. Lo volevano fare santo subito come un Papa qualunque. Era febbraio. Siamo alla fine di luglio e il signorino ha già rotto l'anima a parecchia gente. I segnali si avvertono nel Palazzo, nei dintorni e in periferia.

 

matteo renzimatteo renzi

L'ex sindaco di Firenze non sarà mica un bluff? La domanda è sempre più pressante. La risposta sempre più netta: non ce la fa, non ce la può fare. Non che gli manchi il quid. Quello manca ad altri. Il problema è che il giovine è un po' ingenuo: è persuaso di avere in mano le leve del potere e gli sfugge il fatto che le leve non esistono. Si sono mangiati anche quelle. Le hanno vendute a Carlo De Benedetti o a qualche banca o alla Merkel. Non si sa. Ma si sa che nella stanza dei bottoni non manca nulla tranne i bottoni, come diceva Pietro Nenni, buonanima.
 

Cosicché il premier, pur desiderando comandare, non riesce neppure a dirigere pisellino nella direzione giusta e fa la pipì fuori dal vaso. Ambiva al superamento del Senato e, invece, ha superato soltanto la barriera della stoltezza: non ha abolito il bicameralismo perfetto, bensì la logica. Credeva di avere trovato la quadratura del cerchio, mica tanto magico, e si è spiaccicato contro le teste dure dei senatori che, pur di non rinunciare all'indennità sono pronti a fargli il funerale.
 

carlo de benedetti in barca in sardegna carlo de benedetti in barca in sardegna

Altri ostacoli contro i quali Matteo è andato a sbattere: una riforma delle Province talmente cretina che le Province ci sono ancora e costano quanto in epoche più o meno lontane. Un'operazione di cui dovrebbero occuparsi gli psichiatri. I famosi 80 euro infilati nella busta paga di chi guadagna meno di 1.500 euro netti il mese non hanno inciso sui consumi, contrariamente al previsto. Il Pil si è ulteriormente spelacchiato. La crescita si è rivelata una bufala.
 

In compenso il debito pubblico si è impennato come la cresta di Renzi. Si imporrà una manovra da 25-30 miliardi. A carico di chi? Degli italiani, naturalmente. Altre tasse si profilano all'orizzonte. Il presidente del Consiglio si appresta a erigere barricate. Farà un bel gesto. Si dimetterà dall'incarico piuttosto che ricorrere agli aumenti fiscali, dicendo: mi hanno impedito di sistemare la baracca e allora me ne vado, non senza avere spiegato agli elettori che la colpa è degli apparati, dei partiti, dei traditori, delle opposizioni incoscienti.
 

RENZI MERKEL SELFIERENZI MERKEL SELFIE

Giorgio Napolitano, abituato a gestire la Repubblica come un negozio di frutta e verdura, nominerà pro tempore un tecnico che ci strangolerà con nuove imposte, infine indirà elezioni anticipate che Matteo punterà a vincere nella speranza, vana, che i compatrioti siano dalla sua parte. Non sarà così. Anche Monti si illudeva di vincere con Scelta civica alle urne, viceversa è stato cancellato dalla mappa politica.
 

Caro Renzi, sa perché glielo dico? Ieri ho letto il fondo del Corriere, scritto da Antonio Polito, in cui si afferma che lei non ha compreso un tubo. Se certe cose le dice il Corriere significa che lassù, in alto, i padroni hanno il pollice verso. Si riguardi.

 

2 - CRESCONO SOLO LE PROMESSE

Antonio Polito per il “Corriere della Sera

 

Matteo Renzi è davvero unico. Nessun altro primo ministro avrebbe mai detto la frase riportata da Alan Friedman nell’intervista al Corriere di venerdì scorso : «Che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5%, non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone». 

Mario Monti discute con il portavoce del suo partito Andrea Olivero Mario Monti discute con il portavoce del suo partito Andrea Olivero


In realtà la differenza di un punto di crescita è la differenza tra la vita e la morte per l’economia italiana, e dunque anche per le famiglie. Un punto di crescita è 16 miliardi di ricchezza in più, posti di lavoro in più, più entrate fiscali, meno deficit e rientro dal debito, quindi meno spread e più credito. E così via.

 

Avete presente l’effetto palla di neve? Ecco, un punto in più di Pil metterebbe l’economia italiana in un circolo virtuoso dal quale ogni sfida ci apparirebbe finalmente possibile. Un punto in meno, un altro anno a danzare intorno allo zero, e siamo nei guai neri: in autunno tutti i mostri del videogioco (deficit, fiscal compact, disoccupazione) ricomincerebbero a mangiarsi la speranza che il governo Renzi ha acceso negli italiani e in Europa. 


Dunque speriamo che il presidente del Consiglio scherzasse con Friedman, contando sulla sua innegabile simpatia. Però speriamo anche che da ora in poi si faccia sul serio. Si ha infatti l’impressione di essere giunti a un tornante cruciale della vita di questo governo. L’inizio era stata una scommessa basata sul «tocco magico» del premier. L’idea era di accendere una scintilla di ottimismo in un Paese troppo depresso, che lo spingesse a ricominciare a investire e a consumare: una crescita autogenerata.

 

Si trattava di una strategia possibile, le aspettative contano molto in economia; ma non sembra aver funzionato. Ne era parte integrante, al netto dei suoi vantaggi elettorali, lo sconto Irpef degli 80 euro. I dati sui consumi per ora dicono che il rimbalzo sulla domanda interna non c’è stato. E, nel frattempo, anche l’altro grande salvagente dell’economia italiana, l’export e la domanda esterna, sembra sgonfiarsi. Se questa fosse una corsa ciclistica, diremmo che ci siamo piantati sui pedali, e che non ci rimane che sperare in una spinta della Bce a settembre. 

NAPOLITANO VOTA NAPOLITANO VOTA


Ora ci sono due strade percorribili. La prima è rimettere la testa sulle carte e ripartire dal rompicapo di sempre: le riforme di struttura. La Spagna le ha fatte e ha ripreso a crescere e a creare occupazione. Ha messo a posto le sue banche e soprattutto ha fatto una vera riforma del mercato del lavoro, più facile licenziare e più facile assumere. Noi del Jobs Act sentiamo parlare da quando Renzi faceva la Leopolda e ancora non sappiamo se affronterà finalmente il nodo fatidico dell’articolo 18. 


L’altra strada, inutile girarci intorno, sono le elezioni. Di fronte alle difficoltà dell’economia Renzi può decidere di sfruttare la riforma elettorale e costituzionale che riuscirà a portare a casa per rinviare la resa dei conti pubblici con l’Europa, rilanciandosi con una fase 2.0 e con un Parlamento più fedele. 


La prima strada porta a fare un discorso di verità al Paese, la seconda ad annunciare sempre nuovi traguardi e cronoprogrammi che poi non possono essere rispettati. Per quanto entrambe legittime, la prima strada ci sembra quella più diritta. 

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO