andrea manzoni alberto di rubba michele scillieri commercialisti della lega

GLI UNICI CHE HANNO FATTO I SOLDI COI PARTITI IN QUESTI ANNI? I COMMERCIALISTI! - UN FIUME DI DENARO DALLA LEGA VERSO LE SOCIETÀ COLLEGATE AGLI ARRESTATI, TRA CUI I 216MILA EURO ALLA MDR STP DI MANZONI E DI RUBBA (CHE HA TRA I SOCI L'ATTUALE TESORIERE, CENTEMERO) - ALLA NON SOLO AUTO SRL, AMMINISTRATA DA LUCA DI RUBBA, CUGINO DI ALBERTO, E PARTECIPATA DALLA STUDIO DEA CONSULTING DI MANZONI E DI RUBBA, NE ARRIVANO QUASI 198 MILA

 

Gianluca Paolucci e Monica Serra per la Stampa

 

salvini centemero

Flussi di denaro in entrata da persone fisiche e società «ideologicamente legate al partito» ma «per importi non adeguati al profilo economico delle stesse». Ai quali corrispondono poi in uscita «pagamenti, spesso a vista, di fatture a cifra tonda a società fornitrici della Lega», come le società legate ai commercialisti bergamaschi Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba e quelle che fanno riferimento a un altro dei protagonisti dell' inchiesta milanese: Francesco Barachetti "l' elettricista di fiducia" della Lega, amico e vicino di casa di Di Rubba e anche lui indagato, che ha lavorato anche per alcuni leghisti di primo piano.

 

Il tutto con i volumi dei soldi che girano nel conto della Lega per Salvini Premier, aperto alla fine del 2017 e gestito dal tesoriere Giulio Centemero, che raddoppiano in meno di un anno. L' analisi svolta dagli uomini dell' Uif di Bankitalia sulla base delle Segnalazioni di operazioni sospette (Sos) arrivate dall' istituto bancario segnala una serie di anomalie.

 

Le somme di denaro, intanto: nel conto della Lega per Salvini (sede nell' ufficio di Scillieri, il terzo commercialista finito ai domiciliari, poi spostata nel novembre 2018 in via Bellerio) entrano nel 2018, con 223 operazioni, 2,444 milioni di euro ed escono 1,163 milioni. Nel 2019, tra l' 1 gennaio e l' 8 settembre, con 3082 operazioni arrivano 5,88 milioni e ne escono quasi altrettanti: 5,11.

andrea manzoni alberto di rubba michele scillieri commercialisti della lega

Tra quelli in entrata, sottolinea un' informativa del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano allegata agli atti dell' inchiesta sulla compravendita del capannone per la Lombardia film commission, ci sono ad esempio i contributi dei parlamentari.

 

Come quelli di Gianni Tonelli, deputato leghista e fino al 2018 segretario generale del Sap, il Sindacato autonomo di Polizia. Noto alle cronache per gli insulti alle famiglie di Cucchi e Aldrovandi, proprio Salvini lo sceglie come capolista a Bologna. In sette mesi invia alle casse del partito 21 mila euro, poi ancora con unico bonifico altri 20 mila. Importo significativo, sottolinea l' annotazione, «se rapportato al suo reddito complessivo del 2017 (l' ultimo prima di entrare in parlamento, ndr) di 36.920 euro».

 

O ancora i 100 mila euro, il limite massimo delle "erogazioni liberali" ai partiti, arrivati nel 2019 dalla Coseco srl, che pure nel 2018 aveva registrato un fatturato di appena 20 mila euro. La Coseco fa capo a Luigi Persegato, cognato dell' ex governatore del Veneto Giancarlo Galan e con lui coinvolto nell' indagine sui veleni nascosti sotto l' asfalto della Valdastico.

 

In uscita, i soldi prendono essenzialmente due strade: la prima è quella delle società della galassia leghista, come la Pontida Fin e Radio Padania. La seconda è quella dei commercialisti e fornitori vicini al partito. Così, alla Mdr Stp di Manzoni e di Rubba (che ha tra i soci Centemero) arrivano tra gennaio e settembre 2019 oltre 216 mila euro.

 

Alla Non Solo Auto srl, amministrata da Luca Di Rubba, cugino di Alberto, e partecipata dalla Studio Dea Consulting di Manzoni e Di Rubba, ne arrivano quasi 198 mila tra ottobre 2018 e settembre 2019.

alberto di rubba

 

Oltre 1,12 milioni vanno invece alla Cpz spa di Marzio Carrara, che stampa parte del materiale anche elettorale del partito. E che a sua volta è anche cliente della Studio Dea di Manzoni e Di Rubba, ai quali fa avere 34.200 euro nel febbraio 2019. Altri 555 mila euro vanno dal conto del partito alla Barachetti Service srl di Francesco Barachetti. Ma non basta, perché alla stessa società arrivano anche 677 mila euro da Pontida Fin e 113 mila da Radio Padania. Ancora dalla Pontida Fin, 185 mila euro vanno alla Bmg srl, dove sono soci Barachetti e la moglie.

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…