giorgia meloni emmanuel macron

LA GUERRA ITALIA-FRANCIA PUÒ FARE MOLTO MALE ANCHE A MACRON – AL DI LÀ DELLO SCONTRO SUI MIGRANTI, ROMA E PARIGI HANNO MOLTISSIMI INTERESSI ECONOMICI E FINANZIARI COMUNI IN EUROPA – ALL’ELISEO CONVIENE MANTENERE AL SUO FIANCO L’ITALIA NEL BRACCIO DI FERRO CON I FALCHI TEDESCHI SU PRICE CAP, EUROBOND CONTRO IL CAROBOLLETTE E RIFORMA “SOFT” DEL PATTO DI STABILITÀ...

Estratto dell’articolo di Gabriele Rosana per “Il Messaggero”

 

EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI

Tetto al prezzo del gas, eurobond contro il caro-bollette e riforma soft del Patto di stabilità. L'asse tra Italia e Francia in Europa si muove tutto attorno all'agenda economica Ue: dossier delicati e di non facile definizione su cui Roma e Parigi si consultano a livello tanto tecnico quanto politico, nello spirito del Trattato del Quirinale che tra appena due settimane compirà un anno, e fanno quadrato. E, spesso congiuntamente, vanno in pressing per vincere le resistenze di Berlino e della stessa Commissione Ue.

 

Insomma, il dossier migrazione mette sotto stress le relazioni bilaterali, quando invece su una serie di temi il fronte comune ha finora retto, ed è nell'interesse di entrambi i Paesi non farlo traballare. […]

 

mario draghi emmanuel macron

Ma tenere viva l'alleanza è interesse anche della Francia, in un momento in cui, oltretutto, dopo la tregua armata della pandemia, torna a farsi sentire a Bruxelles la contrapposizione tra i blocchi di falchi e colombe, con la Germania determinata a non indietreggiare di un passo sul no a misure improntate a maggiore solidarietà fiscale chieste da italiani e francesi.

 

Dopo alcune cautele, due mesi fa la Francia ha rotto gli indugi e si è associata alla pattuglia sempre più nutrita di Paesi Ue che hanno chiesto alla Commissione inizialmente un price cap su tutte le importazioni di gas, ipotesi che ha visto l'Italia in prima linea, e quindi, nel tentativo di trovare un compromesso e convincere l'esecutivo Ue, un tetto dinamico e temporaneo al prezzo del metano scambiato sulla piazza di riferimento di Amsterdam, il Ttf.

 

emmanuel macron sergio mattarella antonio tajani

È l'ipotesi che adesso la Commissione potrebbe ulteriormente ammorbidire, in una riunione attesa oggi, ma Roma e Parigi si trovano dalla stessa parte della barricata: pronte a bloccare tutto il pacchetto energia, acquisti congiunti e nuovo benchmark per il gas compresi, finché non ci sarà l'intesa sul price cap dinamico. In Francia, del resto, prende corpo il timore di blackout prolungati questo inverno, se famiglie e imprese non si affretteranno a tagliare i consumi.

 

Strettamente connessa agli interventi contro il caro-bollette (tra cui gli aiuti di Stato alle imprese energivore) è l'idea di ripetere, pur se in maniera selettiva, l'esperienza del debito comune garantito a Ventisette, per finanziare un piano di sostegni su scala europea in grado di alleviare i costi energetici. Si tratta dello Sure bis, un nuovo schema modellato sulla cassa integrazione Ue adottata all'inizio dell'emergenza Covid-19, e attraverso cui erogare prestiti agevolati agli Stati membri.

 

emmanuel macron sergio mattarella mario draghi

L'iniziativa darebbe margini di azione contro i rincari pure a quei Paesi che non hanno sufficienti spazi di manovra fiscale, a differenza della Germania (che ha invece messo a punto un piano federale su più anni dal valore di 200 miliardi di euro), come hanno espressamente indicato i commissari europei Paolo Gentiloni e Thierry Breton in un intervento congiunto. […]

 

Quella sulla disciplina di bilancio è la principale battaglia su cui i Ventisette si misureranno nel 2023 e che i Paesi ad alto debito come l'Italia (150% del Pil) e quelli appena sotto come la Francia (115%) monitorano da vicino. Mercoledì scorso, […] la Commissione ha illustrato la sua proposta di riforma che chiude l'era dell'austerità: i target figli di Maastricht, che fissano il rapporto deficit/Pil al 3% e debito/ Pil al 60%, non vengono toccati, ma sono le regole sui conti pubblici a essere rimodernate in concreto, in un senso realistico e votato alla crescita caro a Roma e a Parigi.

emmanuel macron olaf scholz

 

Non ci sarà più una norma unica valida per tutti (com' è stato il caso del mai davvero rispettato taglio di un ventesimo all'anno della quota di debito in eccesso); il parametro di riferimento sarà flessibile, cucito su misura su ogni Stato, sul modello del Pnrr e su un orizzonte di quattro anni. Nel negoziato, però, Roma e Parigi puntano a strappare maggiori concessioni sul capitolo sorveglianza di Bruxelles e sulle sanzioni per i Paesi che non rispettano gli impegni.

mario draghi abbraccia emmanuel macron

 

olaf scholz emmanuel macronsergio mattarella emmanuel macron mario draghi 2emmanuel macron olaf scholz

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...