1. L’ITALIA IN PREDA ALLE ALLUCINAZIONI: “IN FONDO AL TUNNEL” HANNO VISTO LA RIPRESA! 2. PERCHÉ MAI L’ITALIA DOVREBBE ESSERE IN “RIPRESA” SE LA DISOCCUPAZIONE È AL 12,7%, FORSE PERCHÉ NELL’ULTIMA RILEVAZIONE È SCESA DELLO 0,1%? INFATTI, A MICROFONO SPENTI, I VARI LETTANIPOTE E SACCODANNI AMMETTONO CHE SARÀ UNA RIPRESA SENZA LAVORO. E’ COSÌ E LO SANNO TUTTI, MA AL POPOLO NON LO SI PUÒ DIRE 3. MESSA GIÙ ROZZAMENTE, UNA RIPRESA SENZA LAVORO È UN AUMENTO DI PRODUTTIVITÀ E PROFITTI A SALARI COSTANTI O IN CALO. UNA RIPRESA SENZA LAVORO, È L’ALTRA FACCIA DI UNA CRISI DEL DEBITO PRIVATO CHE SI TRASFORMA IN DEBITO PUBBLICO 4. UNA RIPRESA SENZA LAVORO È SÌ “UNA LUCE IN FONDO AL TUNNEL”, MA NEL SENSO CHE LA PARTE PIÙ RICCA SI ALLONTANA ANCORA DI PIÙ DA QUELLI CHE RESTANO AL BUIO

A cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - HANNO VISTO LA RIPRESA
"L'anno prossimo si vede la luce, il 2013 sarà un anno di ripresa", assicurava Mario Monti il 20 settembre 2012. "La crisi è alle spalle, l'Italia nel 2014 può e deve attrarre gli investimenti", predica di domenica Enrico Letta da Abu Dhabi, dove sta cercando di sbolognare Alitalia agli emiri. Tempo alcuni giorni e qualche altro domatore di Stato riciclerà anche la storiella della "luce in fondo al tunnel".

Ora, lasciamo perdere che siamo un paese la cui affidabilità e ben rappresentata dal fatto che le previsioni del governo (Pil 2014 +1,1%, secondo il Tesoro) differiscono da quelle dello Stato (+0.7% secondo l'Istat), ma perché mai l'Italia dovrebbe essere in "ripresa" se la disoccupazione è al 12,7%, Forse perché nell'ultima rilevazione è scesa dello 0,1%? Infatti, a microfono spenti, i vari Lettanipote e Saccodanni ammettono che sarà una ripresa senza lavoro. E' così e lo sanno tutti, ma al popolo non lo si può dire.

Messa giù rozzamente, una ripresa senza lavoro è un aumento di produttività e profitti a salari costanti o in calo. Una ripresa senza lavoro, accompagnata a una gigantesca ristrutturazione a spese dello Stato, è l'altra faccia di una crisi del debito privato che si trasforma in debito pubblico. Una ripresa senza lavoro è sì "una luce in fondo al tunnel", ma nel senso che la parte più ricca della nazione riaccende i fari e si allontana ancora di più da quelli che restano al buio. Plasticamente, in una situazione del genere, un premier che dice "la crisi è alle spalle" ammette soltanto che è salito su una delle vetture di testa. Da buon cristiano, magari non sgaserà.

2 - L'OTTIMISMO DELLA VOLONTA'
Dunque l'estate fuori stagione e la lontananza da Renzie restituiscono un po' di buon umore al premier della Mezze Intese. Repubblica prova a spiegare perché: "La carta segreta del premier: Pil positivo già a fine 2013. Preoccupa il ritardo del credito. Panetta (Bankitalia): nelle imprese meno dividendi ai soci. I 60 miliardi l'anno che si dividono manager e azionisti dovrebbero invece ridurre i debiti" (p.5). Spunto interessante, ma torniamo ai numeri della "carta segreta".

Attenzione che è roba grossa: "A Palazzo Chigi risulta un aumento del prodotto lordo dello 0,3% negli ultimi tre mesi del 2013 rispetto al trimestre precedente. L'Ocse di Parigi vede invece un aumento di 0,3% solo in ritmo annuale: significherebbe che alla fine dell'anno scorso l'accelerazione sarebbe stata di poco meno di uno 0,1%. Cinque volte in meno che in Francia, quasi dieci volte meno che in Germania".

Ma non se la bevono in Confindustria: "Crisi, scontro tra Confindustria e Palazzo Chigi. Il premier: Squinzi faccia il suo lavoro e aiuti il Pil'. Il capo degli industriali aveva attaccato, senza una svolta è meglio tornare alle urne" (Stampa, p. 5).

3 - ALI-TAGLIA, IN OGNI CASO
Piccola emozione grazie alla prima pagina del Corriere delle banche: "Gli emiri pronti a salvare Alitalia". Letto di fretta, si sperava che salvassero direttamente l'Italia. Il giornalone che più appoggiò l'operazione "made in Intesa" del duo Passera-Colaninno scrive che "entra nella fase finale la trattativa con il vettore arabo Etihad. Il nodo dei 1.900 esuberi". Già, c'è altra gente da far fuori, ma pazienza. Negli affari come in politica ormai l'importante è spostare i problemi fuori dal proprio perimetro civilistico, no?

Per la Stampa, "Gli arabi fanno rotta su Fiumicino. ‘Sarà la base per crescere in Europa'. Le tre condizioni degli sceicchi: meno dipendenti, accordo sui debiti e regole certe. Abu Dhabi è pronta a comprare quote anche degli Aeroporti di Roma. Si cerca il negoziato con i sindacati per ridurre il personale di terra" (p. 3). Titolo eroico sul Messaggero: "Alitalia-Etihad, Letta guida il rush finale" (p. 7).

4 - QUEI DUE BRAVI RAGAZZI
Renzie tracima dalle comode pagine di Repubblica e sentenzia: "Non ho bisogno di Casini. Contro Berlusconi servono le idee. Io premier ora? Mi occupo di altro. Mi occupo delle cose da fare. Grillo per la prima volta è in difficoltà. Se la politica fa le cose che promette, lui si sgonfia come un palloncino" (p. 3).

Più interessante la ricostruzione del Corriere: "Renzi avvisa Letta: il governo cambi verso. Il segretario gli chiede uno scatto di reni ed esclude di puntare alla sua poltrona. ‘Enrico casca male se pensa di tirare a campare con un rimpasto'" (p. 9). Intanto, per la Stampa, "Enrico" pensa di uscire dal letargo anche "accelerando sul conflitto d'interessi" (p. 5). Ma che gli hanno dato da bere gli emiri?

5 - UN, DUE, TRE, GRILLINO!
Tra roghi di libri e insulti di ogni tipo, continua la campagna d'inverno di Grillomao. Lasciamo stare moniti, retorica e buonismi vari e concentriamoci sulla tattica del guru di Sant'Ilario. Per il Corriere, "La scelta di un nemico al giorno. Il piano del leader tra Aula e piazza. Lo staff ai senatori: non insulti ma sorrisi di compatimento. Il capo ricalibra la strategia. L'obiettivo è fare inceppare la macchina. Grillo e Casaleggio vogliono che i 5Stelle tornino a lottare cavillo per cavillo in Parlamento" (p. 7).

6 - MA FACCE RIDE!
Parla la senatrice Cinque Stelle Serenella Fucksia: "A me piace il Beppe Grillo ironico, non quello guerrafondaio. Lui ci ha invitato a tenere toni consoni" (Repubblica, p. 6).

7 - FUGA PER LA VITTORIA (DELL'ALTRO)
L'ultima furbata di Casini mette in moto il cespugliame vario ed eventuale. "Andrea Romano: ‘Scelta civica adesso guarda al centrosinistra" (Messaggero, p. 4). Guarda, guarda, ma quello montiano resta un partito potenziale. Sul fronte del centrodestra, le solite manovre all'ombra del Banana: "Berlusconi stoppa Casini e Alfano. ‘Riconoscano che sono il leader'. Ma il leader Ncd: ‘Da sola Forza Italia non ce la fa" (Repubblica, p. 4). Per il Messaggero sono da prendere sul serio "I paletti di Alfano. ‘Allleati con Fi solo con le primarie'. Casini: fare il Ppe. Il vicepremier: il Cav ha il 21%, senza di noi non va da nessuna parte" (p. 5).

8 - CHI MANGIA LA COLOMBA DI MASTRAPASQUA
Sempre l'Inps nel mirino, anche dopo l'addio di Mastrapoltrona. Per Repubblica, "Inps, battaglia per il dopo-Mastrapasqua. Forza Italia contro l'ipotesi Treu: ‘Il Pd lottizza'. In pista Damiano e Nori. Giovannini incontra da oggi le parti sociali in vista della scelta di un candidato".

Intanto poltrona a rischio anche all'Inail: "Ora trema anche De Felice, super consulente delle assicurazioni. Il presidente dell'ente pubblico dal 2012: ‘Mi riservo di fare una comunicazione'. E' uno dei soci della Alef che ha tra i suoi clienti Sai, Alleanza, Generali e Poste Vita" (p. 11). E sempre sul giornale del Sorgenio De Benedetti, Gad Lerner fa notare con estremo garbo alla comunità ebraica che sarebbe il caso di dire una parola sulla vicenda dell'Ospedale Israelitico (p. 1-20).

Il Giornale terrorizza i suoi anziani lettori con un sobrio pezzo di Francesco Forte: "Dal caso esodati agli statali: bomba sulle nostre pensioni. Mastrapasqua lascia un istituto in crisi, messo a dura prova dalle riforme di Monti. L'unione con l'ente dei dipendenti pubblici ha aggravato i bilanci e l'anno prossimo si rischia il crac" (p. 3).

9 - NON AVRAI ALTRAI LEGGE CHE LA POLIZZA
"Rc auto, la scatola nera e la beffa dello sconto del 20%. Raffica di emendamenti per modificare il decreto che prevede la riduzione dei costi. Le compagnie: i costi più alti dipendono dalle truffe e dall'elevato numero di incidenti" (p. 3). Come scrive Lorenzo Salvia sul Corriere, "buona parte degli emendamenti provano a smontare il sistema di sconti disegnato dal governo e riproducono spesso fedelmente le critiche al decreto contenute in un documento diffuso pochi giorni fa dall'Ania" (p. 3)

10 - ULTIME DAI LINGOTTI IN FUGA
Affari&Sfiganza di Repubblica dedica una paginona alle abili manovra del Marpionne: "La scommessa Premium per mantenere gli stabilimenti in Italia. Produrre automobili ad alti margini è l'unica strada per rilanciare gli impianti del nostro Paese. Per questo ora l'ad di Fca parla di un obiettivo dimezzato di vetture, ma promette la fine della cassa integrazione" (p. 3). Ma ogni tanto non sarebbe il caso di scrivere che la cassa integrazione è una concessione non necessariamente a oltranza?

 

Mohamed bin Zayed Al Nahyan letta SACCOMANNI E LETTA ITALIA CRAC BUCO SQUINZI CECCHERINI E GALATERI A BAGNAIA COLANINNO a e f a d a faf ef Etihad Livery big EIHAD fini casini download jpeggrillo RENZI

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…