bergoglio cina

“L'OCCIDENTE DOVRÀ CHIEDERE SCUSA A PAPA FRANCESCO” - IL SEGRETARIO DI STATO, PIETRO PAROLIN: “LE CRITICHE RIVOLTE AL PONTEFICE SOMIGLIANO A QUELLE DEL FIGLIO MAGGIORE DELLA PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO, CHE VIVE COME UN'INGIUSTIZIA L'AMORE DEL PADRE PER IL FRATELLO CHE VIENE DA LONTANO - LA CHIESA CONSIDERA LA CINA DA UN PUNTO DI VISTA PASTORALE MA NON IGNORA CHE ESSA È ANCHE UN IMPORTANTE PROTAGONISTA NELLE DINAMICHE INTERNAZIONALI…”

Paolo Rodari per “la Repubblica”

 

parolin

Dice il Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, che a volte ha «l’impressione che le critiche rivolte in Occidente a Francesco somiglino a quelle del figlio maggiore della parabola del figliol prodigo, che vive come un' ingiustizia l'amore del Padre per il fratello che viene da lontano. L'Occidente è un po' come quel figlio che è sempre vissuto più vicino al Padre, ma che oggi non sa più gustare questa vicinanza.

 

Oggi è giusto dare più attenzione anche a chi in passato ne ha avuta di meno, come i popoli dell'Asia, che hanno conosciuto meno di altri l'annuncio cristiano: in Cina solo un abitante su quattro sa chi è Gesù Cristo. Ma l'attenzione a chi viene da lontano non è contro chi è più vicino. L'Occidente dovrebbe capire di più questa "geopolitica". Nella sua saggezza pastorale, la Chiesa intuisce i movimenti della storia e apre strade che poi molti altri possono percorrere».

 

PAPA FRANCESCO BERGOGLIO URBI ET ORBI PASQUA

È la prima volta che due esponenti della Chiesa cinese, Li Shan, vescovo di Pechino, e Huang Bingzhang, vescovo di Shantou, partecipano a un evento fuori dal loro Paese dopo l'accordo tra Santa Sede e Repubblica popolare cinese sulla nomina dei vescovi. Lo fanno oggi a Milano, all'Università Cattolica, durante il convegno internazionale" Speranze di pace tra Oriente e Occidente" organizzato per i dieci anni della fondazione dell' Istituto Confucio. Con loro ci sarà appunto Parolin, che ha accettato di rispondere alle domande di Repubblica.

 

Per alcuni l'origine delle critiche a Francesco del mondo conservatore americano, che ha in Steve Bannon un suo punto di riferimento, si trova nelle aperture del Papa alla Cina. Francesco, detto banalmente, apre a Xi Jinping e chiude a Donald Trump.

 

Condivide questa lettura?

PAPA BERGOGLIO AL TELEFONO

«Le semplificazioni possono essere pericolose. La Chiesa sta sempre dalla parte dell'uomo e della sua dignità, e il Papa è Padre di tutti i cattolici, a qualunque latitudine essi si trovino a vivere! Per questo spiego la "geopolitica" della Chiesa con la parabola del Padre misericordioso, che vede venire da lontano il figliol prodigo e gli corre incontro».

 

Cosa rappresenta la Cina per la Chiesa?

«Un grande popolo, un'antica civiltà, una profonda saggezza, come ha spesso sottolineato Francesco, esprimendo rispetto e amicizia. Oggi poi la Cina costituisce una grande sfida per l'annuncio del Vangelo. La Santa Sede non ignora che essa è anche un importante protagonista nelle dinamiche internazionali e un interlocutore essenziale per la pace.

 

Ma la Chiesa considera la Cina principalmente da un punto di vista pastorale, con speciale attenzione al cammino dei cattolici cinesi che hanno attraversato momenti storici davvero difficili e che, ancora oggi, guardano al futuro con una certa preoccupazione. Per questo il dialogo riveste grande importanza.

BERGOGLIO

 

Il fatto stesso di dialogare, per risolvere insieme le non poche questioni che rimangono aperte, è un segnale di speranza e consente che due soggetti internazionali tanto antichi, vasti e articolati - come la Cina e la Sede Apostolica - divengano sempre più consapevoli della responsabilità comune verso i gravi problemi del nostro tempo. A sfide globali debbono corrispondere risposte globali».

 

Lo scorso marzo Xi Jinping era a Roma, ma non è stato organizzato un incontro col Papa. Al di là dell' accordo le parti sono distanti?

«Credo che per dare frutti buoni e durevoli il dialogo istituzionale debba avanzare passo dopo passo, costruendo fiducia. L'aver accolto nella piena comunione della Chiesa gli ultimi sette vescovi cinesi ordinati senza il mandato pontificio è stato un atto di generosa benevolenza da parte di Francesco, nello spirito della misericordia che caratterizza questo pontificato. Tale atto è avvenuto prima della firma dell' accordo a beneficio di quei vescovi che da tempo chiedevano di essere riconciliati.

 

bergoglio

L'accordo, che instaura un nuovo metodo per la nomina dei vescovi in Cina, chiede ora di essere applicato, per portare i frutti sperati e, se del caso, per poter essere migliorato nel prossimo futuro. Come ho detto più volte, l'accordo non è un punto d' arrivo ma un punto di partenza. I contatti proseguono. La Santa Sede nutre la motivata speranza che la Cina saprà dimostrare nei fatti il rispetto degli impegni assunti di fronte alla Comunità internazionale».

 

Cosa risponde a chi sostiene che la Cina voglia in realtà servirsi del dialogo con la Santa Sede per rafforzarsi a livello internazionale mentre affronta la guerra commerciale con gli Usa, le critiche riguardanti il rispetto dei diritti umani nello Xinjiang e le ripercussioni negative della Belt and Road Initiative sui Paesi più deboli economicamente?

bergoglio

«Ripeto, il nostro interesse è di natura pastorale. Nel dialogo in corso tra la Cina e la Santa Sede, nessuna delle due parti rinuncia alla propria identità o a quanto è essenziale all'esercizio della propria sovranità. Le due parti stanno, invece, cercando soluzioni pratiche per la vita di persone concrete. I cattolici cinesi chiedono semplicemente di vivere con serenità la loro fede, per offrire un contributo positivo al proprio Paese. Penso inoltre che l'accordo favorisca indirettamente un maggior inserimento della Cina nel sistema della comunità internazionale. Ciò rafforza la pace, con un vantaggio per tutti».

 

Ancora oggi diversi fedeli sono perseguitati in Cina. C'è chi ha scritto delle repressioni che avvengono nell'Henan e della "sinizzazione" della stessa Chiesa. Cosa pensa?

bergoglio

«Le sofferenze dei cattolici cinesi ci sono ben presenti e ci preoccupano molto. E prestiamo attenta considerazione alle voci di coloro che le rammentano. La Chiesa è madre e non può restare indifferente ai suoi figli che si trovano in difficoltà. D'altra parte, è proprio per questo che abbiamo aperto un dialogo. E se l'accordo, che è provvisorio, sarà implementato come mi auguro, verrà rimossa una delle cause principali della divisione tra cosiddetti "clandestini" e "patriottici" che tante sofferenze ha portato con sé. Molti tacciono su questo aspetto umanamente ed ecclesialmente così importante».

papa bergoglio e la bandiera cinese

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...