giorgia meloni roberto d'agostino dago maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

“IL CASO SANGIULIANO? AL POTERE È ARRIVATO UN CENTRODESTRA DI SCAPPATI DALLA SCUOLA RADIO ELETTRA DI TORINO” - DAGO FA LA MESSA IN PIEGA AI FRATELLINI DELLA SORA GIORGIA: “NON SANNO COS’È LA CULTURA DEL POTERE, CHE E’ DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO. PREMIER CHE CON UN TWEET GETTANO SUL MARCIAPIEDE I COMPAGNI, MINISTRI CHE FERMANO I TRENI, DEPUTATI CHE SPARANO A CAPODANNO - LE SORELLE MELONI COMANDANO L’ITALIA? MA SE NON COMANDANO NEMMENO MARITI E COMPAGNI. SOFFRONO DI COMPLOTTISMO E HA DELL’INCREDIBILE CHE UN PREMIER NON SI FIDI DELLA POLIZIA. SONO ISOLATI IN EUROPA, EMARGINATI A WASHINGTON E PASSANO IL TEMPO A INCONTRARE ORBÀN. UNA DONNA SOLA AL COMANDO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE - IL DEEP STATE LI REPUTA DILETTANTI ARROCCATI. LA MELONI SI È MESSA SUBITO CONTRO LA CORTE DEI CONTI, SONO COSE CHE SI PAGANO”

https://www.repubblica.it/politica/2024/09/17/news/roberto_d_agostino_dagospia_intervista-423504416/?ref=RHLF-BG-P9-S1-T1

 

Concetto Vecchio per “la Repubblica”

 

ROBERTO D'AGOSTINO INAUGURAZIONE MOSTRA 80 DARK'S ROME

Roberto D’Agostino, quando le ho proposto l’intervista lei mi ha detto: quelli che vengono a trovarmi li schedano. Mi devo preoccupare?

«Ma no. Però do per scontato di essere intercettato, attenzionato . C’è tanta gente in trepida attesa di un mio passo falso».

 

Dagospia ha dato per primo la notizia del caso Boccia.

«Quando mi hanno segnalato il suo primo post, il 26 agosto, sono andato a sbirciare il suo profilo Instagram. Non credevo ai miei occhi».

 

Cosa l’ha colpita?

DAGO-SCOOP SULLA MAIL RISERVATA RICEVUTA DA MARIA ROSARIA BOCCIA

«Tutte quelle foto con Sangiuliano. Era il diario visivo di una relazione. Ho chiesto in giro e mi hanno detto che i due erano amanti».

 

Lei questo però l’ha sempre negato.

«Lei lo nega perché altrimenti non sta in piedi la storia del contratto di consulenza: non si può farlo a un amante. E comunque l’ha confessato lui, al Tg1 ».

le storie instagram di maria rosaria boccia contro dagospia

 

Ha chiamato Sangiuliano quel giorno?

«Per forza. Circolano tante polpette avvelenate, meglio verificare alla fonte».

 

L’ha avvertito che ne scriveva?

«Sì. Balbettava “è falso, non c’è alcun contratto”, minacciava querele».

 

Che impressione ha avuto?

«Di un uomo molto spaventato».

 

Che ha fatto?

maria rosaria boccia e gennaro sangiuliano a sanremo

«Ho riportato la sua smentita, mai immaginando la slavina che sarebbe venuta fuori dopo».

 

Boccia voleva il contratto.

maria rosaria boccia e gennaro sangiuliano a sanremo 3

«Lei voleva essere la signora Sangiuliano, voleva che lui lasciasse la moglie. Gli avrebbe detto pure che era incinta».

 

Ne è sicuro?

«Un uomo di sessant’anni che viene trafitto dall’euforia del potere può perdere la testa. Come un adolescente il ministro si era innamorato».

 

maria rosaria boccia e gennaro sangiuliano a sanremo 2

Insomma, Boccia voleva lo status.

«E Sangiuliano era in pieno deliquio dei sensi».

 

Perché lui ha permesso le foto su Instagram? Era ancora sposato.

«Avrà perso il controllo della ragione: come un qualsiasi Alberto Sordi si è pure tolto fede. Le avrà detto che il suo matrimonio era finito, le cose che dicono gli uomini in questi casi».

 

E allora il contratto?

«Lei non voleva soldi, voleva pure lavorare gratis, il contratto era il suggello all’unione. Ma soprattutto il titolo che le permetteva di andare su e giù a spadroneggiare per le stanze del ministero».

GENNARO SANGIULIANO - MARIA ROSARIA BOCCIA

 

E lui glielo nega.

«Sì, dopo Ferragosto ordina al capo di gabinetto Gilioli di stracciarlo. Perché? Questo è il punto mai chiarito della vicenda. Gliel’ha ordinato palazzo Chigi? La moglie?».

 

Il contratto negato fa precipitare tutto.

«Se glielo concedeva la cosa moriva lì».

 

Ma questa storia è gossip o è politica?

«Politica tutta la vita. Al pari di Berlusconi, travolto dalla fica , Sangiuliano ha calpestato la decenza istituzionale, non si è reso conto di aver la responsabilità come ministro di rappresentare i cittadini italiani».

 

Questo è uno scandalo che connota la destra o il potere italiano?

GIORGIA E ARIANNA MELONI

«La verità è che al potere è arrivato un centrodestra di scappati dalla scuola Radio Elettra di Torino»

 

Addirittura?

«Non sanno cos’è la cultura del potere».

 

Cos’è la cultura del potere?

«Dialogo, trattativa, compromesso. Non sanno come gestirla. Premier che con un tweet gettano sul marciapiede i compagni, ministri che fermano i treni, deputati che sparano a Capodanno».

 

Perché Dagospia è così feroce con il melonismo?

«Perché hanno un concetto del potere a dir poco sudamericano».

giorgia arianna meloni

 

Ora pare caduto in disgrazia Lollobrigida.

«Un’altra vittima dell’euforia del potere. Ne ho vista di gente a cui un auto blu e cinque telefoni sulla scrivania hanno fatto partire l’embolo».

 

Tipo?

«Nel 1994 vidi con i miei occhi i leghisti che festeggiavano un compleanno al Gilda con una donna nuda coperta di sola panna».

 

Elettoralmente Meloni però è ancora forte.

«Io diffido dei sondaggi e dei sondaggisti».

 

LOLLOBRIGIDA - SANGIULIANO - GIAMBRUNO - MEME

Le sorelle Meloni comandano l’Italia.

«Ma se non comandano nemmeno mariti e compagni. Se non riesci a governare in casa, come puoi governare un Paese?».

 

Soffrono di complottismo?

«Ha dell’incredibile che un premier non si fidi di un corpo dello Stato, come la polizia. Mai successo. Sono isolati in Europa, emarginati a Washington e passano il tempo a incontrare Orbàn. Una donna sola al comando rischia di andare a sbattere».

 

Sangiuliano però l’ha scelto lei.

«Perchè totalmente ubbidiente».

 

giorgia arianna meloni

Era così ubbidiente?

«Meloni in realtà voleva Giordano Bruno Guerri, ma Sangiuliano ha cercato sponde in Vaticano, perché Guerri è stato scomunicato due volte. E la Chiesa si è fatta sentire».

 

Non è troppo ottimista su un prossimo declino della destra?

«No, perché conosco il potere italiano. Mai crearsi dei nemici».

reunion oasis - meme andrea giambruno e francesco lollobrigida

 

Il deep state potrebbe respingerli?

«Li reputano dei dilettanti arroccati. La Meloni si è messa subito contro la Corte dei Conti, sono cose che si pagano».

 

Dice?

«Prenda Sangiuliano, giornalista esordiente alla guida di un ministero di prima fascia. Ha nominato un capo di gabinetto debuttante, un addetto stampa che non conosceva Roma, una responsabile di segreteria di nessuna esperienza, consigliata da Giorgetti».

 

francesco lollobrigida e andrea giambruno con antonio urso proprietario di una palestra a ceglie messapica

E lei è affidabile?

«Altrimenti avrei chiuso dopo un anno. Ma è una cosa che ho capito da ragazzo».

 

Da ragazzo?

«Cominciai a collaborare in Rai nel 1976. Brando Giordani, l’inventore di Odeon , un giorno mi disse: per il via libera dobbiamo passare da una persona importante, il capo di Rai Uno. Entriamo nella sua stanza. Brando mi presenta. Quello alza lo sguardo dalle carte. Dice soltanto: “È affidabile?” “Affidabile” risponde Brando. “Buon lavoro”, ci congeda il capo di Rai Uno».

 

Insomma, la logica è consociativa?

«Perché De Mita, tramite Agnes, concede ai comunisti di Berlinguer Rai 3? Erano avversari, nessuna legge glielo prescriveva».

 

Come lavora? Frequentando le terrazze romane?

FEZ-ZOLARI - MEME BY DAGOSPIA

«Rispondendo a tutti, sempre. Niente puzza sotto il naso. Gli scoop nascono così».

 

Quanti siete in redazione?

«Sette».

 

Dagospia è giornalismo?

«Certamente».

 

Ma alludere che un ministro ha l’amante lo è?

«Sì, se l’amante entra nella macchina dello Stato».

 

Lei passa per essere spregiudicato.

«In che senso?»

 

Diciamo che è molto diretto.

Guarda Dagospia

«I lettori vanno sedotti. Con titoli-sommario. I pezzi li leggono in pochi».

 

Quanti anni aveva quando ha fondato Dagospia?

«Cinquantadue. Il primo scoop fu su Franco Tatò che voleva affidare Tele Montecarlo alla moglie, Sonia Raule. Non lo voleva scrivere nessuno. La nostra notizia fece saltare la cosa».

 

Cosa faceva prima?

«Ho lavorato in banca per dodici anni, entrando a vent’anni nella Cassa di Risparmio di Roma. Mi sono sposato due volte. La prima nel 1972. Lei era già nato?».

MELONI LA PISTOLERA VS DAGO - MEME BY MACONDO

 

Dago ha famiglia?

«Sì, un figlio, Rocco».

 

Si diverte ancora?

«Sì, moltissimo. Ma ho 77 anni, e comincio pure a sentire il peso dell’età».

 

Cosa dice il caso Boccia, alla fine?

«Una sconosciuta di Pompei con il suo cellulare ha messo in crisi Giorgia Meloni: questa è la modernità al tempo di internet».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...